giovedì 7 maggio 2009

Pillole Padane (7)

Le 50 ragioni della Padania
di Gilberto Oneto e Giancarlo Pagliarini (marzo 1998)

Qualcuno, leggendole, comincia a scocciarsi, perchè non conosceva questa valanga di sciocchezze storiche e questa sbrodolata di collegamenti capziosi e ridanciani. Ma noi insisteremo ancora un po'. Adesso dovremo stancarci noi, visto che nessuno ne scriveva... Solo allora sospenderemo questa 'deliziosa' rubrica di Alta Cultura Padana Doc!
7 - Per difendere le minoranze storiche
L'Italia unitaria è sempre stata nemica delle differenze.Per tentare di giustificare la propria ingiustificabile unità ha sempre cercato di imporre una coesione interna che esclude ogni differenza e che nega l'esistenza di comunità dotate di specifici caratteri etno-linguistici, culturali, religiosi e storici. In questo ignobile e anti-libertario processo di omologazione e di negazione sono state infatti coinvolte non soltanto le comunità che parlano lingue celto-romanze diverse da quelle capziosamente considerate derivanti dall'Italiano (Occitani, Arpitani, Brigaschi, Ladini), o di ceppo germanico (Walser, Cimbri, Mocheni, Tirolesi, Carínziani) e slavo ( Sloveni, Croati), ma anche le comunità religiose storiche (Valdesi, Armeni, Israeliti). Per sopravvivere l'Italia deve negare ogni differenza organica favorendo magari contrapposizioni fasulle e banalizzanti (di tipo sindacale, di classe sociale ma anche calcistico) e inventandosi nuove minoranze importate per distruggere quelle antiche. Al contrario, la Padania costruisce la propria forza sul riconoscimento delle differenze e delle libertà di tutte le comunità storiche che costituiscono la sua vera e più grande ricchezza. Solo con l'indipendenza della Padania possono essere garantite alle minoranze etno-linguistiche, culturali, storiche e religiose uno status di assoluta uguaglianza, la difesa delle peculiarità e l'esercizio di ogni diritto e di ogni forma di autonomia, ivi compreso quello di secessione o di annessione ad altre libere comunità.

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