giovedì 9 aprile 2009

Pro terremotati: ecco 460 milioni di euro. Subito! Spesi bene!

L'APPELLO:
I SOLDI DEI REFERENDUM AI TERREMOTATI


Riceviamo e pubblichiamo
Ciao a tutti e a tutte, vi invio questa proposta apparsa su "l'Unità" per i terremotati in Abruzzo: "Il tam tam sta crescendo sempre di più. La domanda è semplice e le risposte date finora dalla politica appaiono, in queste ore, sempre più insensate. Perché devono andare sprecati quei 460 milioni di euro per organizzare il voto dei referendum, quando potrebbero essere accorpati con le elezioni europee. Quella cifra potrebbe essere impiegata immediatamente per ricostruire le case degli abruzzesi, le decine di scuole indispensabili per far riprendere l'anno scolastico ai bambini de L'Aquila, rimettere a posto le strade, ristrutturare e rimettere in funzione l'ospedale danneggiato dal terremoto e così via..." (clicca qui)

5 commenti:

Altra Tradate ha detto...

REFERENDUM CHE COSA....

Il prossimo referendum porta al bipartitismo
di Carlo Alberto Tregua

I 25 movimenti autonomisti devono unirsi

Nel congresso del Popolo della Libertà, Gianfranco Fini ha detto che il referendum elettorale si svolgerà il 7 giugno. Se Berlusconi sarà d’accordo, mettendo la museruola a Bossi, significa che il nuovo partito si orienta decisamente verso il bipartitismo. Ciò perché l’accorpamento del referendum alle elezioni europee assicurerà il quorum costitutivo (50 per cento più uno degli aventi diritto al voto) e verosimilmente i Sì prevarranno.
Certo, ne uscirebbe fuori una legge imperfetta, soprattutto perché carente del più alto tasso di democrazia, che è la preferenza degli elettori nell’elezione dei parlamentari, che in atto sono nominati dalle segreterie dei partiti. Tuttavia, la legge, seppur così claudicante, assegna il premio di maggioranza al partito vincitore e non alla lista, per cui di fatto gli altri partiti sarebbero penalizzati. Peraltro, ricordiamo che in Gran Bretagna vi sono partiti con oltre il 10 per cento di voti esclusi dal Parlamento; peggio accade in Francia, in Germania, in Spagna e negli Stati Uniti.

Il Partito democratico è fortemente interessato a questo scenario, perché sarebbe l’unico antagonista del Pdl. Probabilmente sceglierà di non ostacolare lo svolgimento del referendum abbinato, qualora Berlusconi lo decidesse. Alla luce di questa nuova situazione, il Partito democratico, che sarà sottoposto a un duro esame in questa prossima tornata elettorale, dovrà rapidamente scegliersi un leader forte, credibile e sostenuto da tutta la base, eliminando la pessima abitudine di ammazzare dopo breve tempo qualunque leader, anche se ha preso un milione e mezzo di voti alle primarie, come Romano Prodi, o tre milioni e mezzo di voti alle primarie, come Walter Veltroni.
E poi ha bisogno di un profondo coinvolgimento dei giovani, a molti dei quali, i più valenti, affidare incarichi di responsabilità, per farli crescere ancora di più.
Se in Italia ci si avvia al bipartitismo, la questione che va posta all’ordine del giorno è quale ruolo dovranno avere i partiti autonomisti, di cui ne abbiamo contati in tutte le regioni italiane, nell’inchiesta pubblicata il 6 marzo, ben 25.

Essi si trovano in Val D’Aosta, dove l’Union Valdotain governa, passando per la Provincia autonoma di Bolzano, dove la Svp governa, e attraverso il Partito sardo d’azione, fondato nel 1920, che si trova nella coalizione di maggioranza presieduta da Ugo Cappellacci, fino ad arrivare al Movimento per l’autonomia della Sicilia che esprime il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo.
Naturalmente, non dimentichiamo il più grande fra i partiti autonomisti che è la Lega Nord, la quale governa tante Province e Comuni e in qualche parte è addirittura maggioritaria rispetto al Pdl. Tutti questi movimenti debbono capire subito che la loro sopravvivenza è legata alla capacità che avranno di unirsi.

Il simbolo dell’unione dovrebbe essere un quotidiano e noi suggeriamo Il quotidiano d’Italia, giornale per le autonomie, il quale si dovrebbe imparentare con La Padania per diventare il letto su cui far scorrere il fiume del legame fra tutti i movimenti autonomisti. Se passa il bipartitismo, sarà dura per gli autonomisti restare in Parlamento. Tuttavia, l’unione fa la forza.
Non si deve dimenticare che comunque il bipartitismo consentirebbe la rappresentanza in Parlamento superando una certa soglia di consensi, peraltro esistenti se si sommano quelli attuali.
Lo scenario che descriviamo non è fantastico, ma realistico. Solo prevenendo quanto si potrà verificare, i movimenti autonomisti in Italia hanno qualche speranza di sopravvivere. Vi è una regola, secondo la quale o noi gestiamo gli eventi o gli eventi gestiscono noi.
È importante che gli elettori, prima del voto, conoscano il programma, la maggioranza e il leader di ogni parte in competizione, evitando i vergognosi giochi dei caminetti e dei corridoi che si facevano ai tempi della Democrazia cristiana. Ma è anche importante che i partiti autonomisti, col novello federalismo, esprimano nel Senato delle Regioni la propria volontà politica, quella che proviene dai territori, per bilanciare il centralismo di uno Stato che difficilmente rinunzierà ai suoi privilegi.

Articolo pubblicato il 01 aprile 2009
(http://www.qds.it/index.php?id=96)

PD di Tradate ha detto...

dal PD di Tradate (poniamo qui il commento al nostro precedente post)

Ciao Altratradate ti allego un comunicato del PD di Tradate.Grazie e buona giornata,Andrea

Quei soldi servono in Abruzzo: Lega, sii responsabile!!
Il Pd l’aveva già detto a gran voce: accorpare in una sola tornata elettorale amministrative, europee e referendum. Così organizzato l’election day garantirebbe un risparmio di 500milioni di euro, ovvero la cifra che ci costerebbe separare il referendum. Oggi questa richiesta si fa ancora più pressante: quei soldi servono urgentemente altrove, in Abruzzo. Lo ha affermato anche Giuseppe Pisanu (Pdl), ex Ministro dell’Interno nel precedente governo Berlusconi, spiegando che «dopo il terremoto l’Abruzzo è una priorità assoluta».
Per raggiungere l’obiettivo si stanno muovendo blog e giornali. E' la Lega che vuole separare il referendum dalle elezioni europee, riconvocando migliaia di scrutatori, presidenti e forze dell'ordine, riallestendo le scuole coi seggi, buttando, insomma 500milioni. Questo spreco e' intollerabile, tanto piu' oggi che in Abruzzo c'e' bisogno di ogni risorsa disponibile!
Speriamo che anche il Governo capisca l’importanza di questa scelta e faccia marcia indietro.

Effeelle ha detto...

La LEGA sa solo sprecare i soldi dei contribuenti!


Il governo sta cercando a fatica i soldi da destinare all' Abruzzo, le sottoscrizioni si susseguono, la Rai chiede 1 € o 2 € con gli sms che se li moltiplichiamo per 40 milioni ( più o meno sono i possessori dei cellulari in Italia) fa 80 Milioni di €.... e poi ci sentiamo dire dal Ministro che si risparmierebbero "solo 173 milioni di €..."! Dopo avere sentito questa bestialità e solo un leghista poteva dirlo ( vi invito a visitare le città o i paesi amministrati dalla Lega :sono pieni di debiti!) perchè a loro non interessa il bene comune , a loro interessa solo avere la possibilità di fare soldi con la politica e se passasse il referendum potrebbero non essere più utili al centrodestra e quindi inutili per la politica italiana.
In questo momento sono pericolosi e dannosi in futuro spero siano solo inutili.

Francesco L. ha detto...

Le cose si fanno e non si annunciano!!!

Vi giro una notizia dell' ANSA.
Ecco la dichiarazione di Berlusconi in merito ai terremotati abruzzesi che dopo averli invitati ad andare al mare,o di vivere l'esperienza di sfollati come se fosse il campeggio , ecco che offre "delle sue case" agli sfollati!

A parte che le cose si fanno e non annunciano, quest'uscita è in linea con il personaggio di spettacolo che non perde occasione per farsi pubblicità ed è anche di cattivo gusto quando si rivolge a chi la casa non ce l'ha più!



Terremoto: Berlusconi, offriro' mie case a sfollati

(ANSA) - L'AQUILA, 10 APR - ''Molte persone hanno offerto le loro case agli sfollati, anche io faro' quello che potro' offrendo delle mie case''. Cosi' Berlusconi.''Di fronte ad un accadimento come questo il clima di unita' politica non e' solo necessario ma indispensabile'', ha aggiunto il premier a L'Aquila. Intanto e' in salvo, a dispetto dei primi timori, gran parte del materiale conservato nell'Archivio di Stato dell'Aquila sara' trasferito nell'archivio di Stato di Sulmona.

francesco liparoti ha detto...

Per conoscenza riporto questo articolo tratto dal Velino.it
G.Guzzetta e M.Segni sono tra i promotori delreferendum e che chiedono di accorparlo con le elezioni europee. Calderoli e Castelli sono invece due leghisti al governo dell' Italia e non della Padania, come pensano loro, dove tutto si può sprecare... leggete cosa ha dichiarato Castelli.

Aggiungo che quando si va a votare non è obbligatorio prendere tutte le schede e quindi chi vuole boicottare il referendum basta che faccia la propaganda per il non ritiro della scheda....
comunque leggete, leggete...
Ovviamente come ho già scritto sono per non sprecare soldi e per il voto al refrendum.
Rendiamo inutili i leghisti....

Giovanni Guzzetta e Mario Segni, promotori del referendum, spingono sull’abbinamento col voto del 6 e 7 giugno e replicano a chi, tra i maggiorenti del Carroccio, cerca di ostacolarlo a tutti i costi: “Sfruttano – argomentano i due – delle posizioni istituzionali che attualmente occupano i suoi dirigenti, a cominciare dal ministero dell’Interno, per boicottare e sabotare un istituto di democrazia come il referendum”. Per Roberto Calderoli, invece, “in una consultazione referendaria con effetto abrogativo si deve raggiungere il quorum e con l’abbinamento si crea un anomalo volano che consente di farlo indipendentemente dal quesito referendario”. Una linea che, con ogni probabilità, il vertice leghista ha ribadito con forza, stando a quanto riferito da Roberto Castelli: “Siamo contrari per due motivi, in primo luogo perché una legge elettorale non può essere lasciata in mano a operazioni di microchirurgia e in secondo luogo perché mina i principi basilari della democrazia – ha detto il sottosegretario alle Infrastrutture –. Qualcuno si è inventato che spostare il referendum costerebbe 460 milioni, e a furia di ripeterlo sembra diventata una verità. Ma per me costerebbe meno e comunque prima dei soldi vengono i principi democratici”.