domenica 19 aprile 2009

Pianta tanto semplice, ma tanto utile


LA ROBINIA,
UNA VERA PIANTA PADANA
Vi invio una ricerca sulla robinia, perché in futuro nessuno più dica….“tanto sono solo robinie…” - Maurizio Alberti
E’ spaventoso scoprire come qualcosa recepito come utile ed intelligente diventi poi, grazie all’ignoranza o alla cattiva fede, un elemento fastidioso, un nemico.
E’ per questo che presento queste due righe, per riportare rispetto ed ammirazione ad una tanto semplice ma tanto utile pianta, la robinia.
La robinia (Robinia pseudoacacia), cioè la pianta che tutti quanti chiamiamo acacia, è un albero generoso. Cresce sulle scarpate e stabilizza il pendio. Cresce dappertutto, con la sua chioma verde brillante e il tronco contorto, attraversato da scanalature profonde che sembrano ferite. Forse non sembra un bell'albero, così disordinata e rozza, ma a primavera si copre di grappoli di fiori bianchi dal profumo dolcissimo. E dolcissimo è il miele che le api traggono da quei fiori, appunto chiamato miele di acacia. Il tipico miele padano.
La robinia è di origine americana e fu importata in Europa alla fine del XVII secolo dal botanico J. Robin, a cui deve il suo nome.
Ma perché pianta padana?
Perché è nostra da 300 anni ed in questi anni, da brava padana immigrata, ha sempre svolto il suo umile prezioso compito.
Se non fosse così il grande illuminista nobile mozzatese Luigi Castiglioni non l’avrebbe scelta ed importata nei suoi terreni. Egli descrisse (avvalendosi dell'aiuto del fratello Alfonso) le piante "forastiere" più utili ed importanti. L'autore (nato a Milano nel 1757 da famiglia aristocratica) fu un noto studioso ed esperto di botanica. Si recò negli USA alla ricerca di piante (semi, arbusti, alberi) che potessero ben adattarsi al clima lombardo ("per indagare l'indole delle più utili piante, il modo di coltivarle e propagarle, e gli usi che se ne fanno o far se ne possono. Fra queste ho posto la maggiore attenzione agli alberi, parecchi dei quali meritevoli d'essere introdotti in Lombardia, o perché s'accontentano dei più fertili terreni, o per la pronta loro crescita o per l'ottima qualità del loro legno"). È difatti al Castiglioni che si deve l'introduzione in Italia della Robinia pseudoacacia che, a partire dai primi decenni dell'Ottocento, venne largamente utilizzata per il consolidamento delle massicciate delle ferrovie. 
Un illuminista, quindi, ma guidato non dalla semplice curiosità personale fine a se stessa, quanto dalla volontà di trasformare questa esperienza in realizzazioni concrete e utili. Sarà lui che, nell’ambito di interventi successivi di riqualificazione dei degradati boschi lombardi, introdurrà la robinia, realizzerà nelle sue proprietà di Mozzate un giardino sperimentale nel quale acclimaterà molte delle piante descritte nell’appendice “Osservazioni sui vegetali più utili degli Stati Uniti” e stenderà un progetto di riqualificazione dei boschi lombardi.
Passano gli anni e molti dimenticano quanto utile è stato il suo legno, per infinite applicazioni, siamo nell’era delle caldaie a gas e delle auto, della robinia si dice solo che è infestante ed invasiva.
Ma questa è stata la sua caratteristica, andava a salvare dal degrado la nostra terra, e non appena il bosco ritorna maturo la robinia lascia il posto ad altre essenze. Essa ha contribuito a creare con le sue rive e boschetti tra i campi il nostro tipico paesaggio padano.
Ma proprio perché siamo nell’era del petrolio siamo costretti a riparlare di essa. Infatti la conseguenza di 50 anni di uso sregolato dei combustibili fossili è ora l’effetto serra. Livelli di CO2 pericolosi, ed ecco la tanto vituperata robinia che torna di moda: tra tutte le piante, la robinia è in grado di catturare la maggior quantità di CO2; quindi dà un notevole contributo alla riduzione dell’effetto serra.
Aveva ancora ragione il conte Castiglioni..
Mosso dal “… desiderio di applicarsi alla Botanica, avendo di mira il vero scopo del medesimo, cioè l’utile che ne può derivare all’umana società”.
Abbiamo ancora bisogno di queste persone!

2 commenti:

Lega:rovinia di Tradate ha detto...

Quindi la Robinia è una pianta padana immigrata! Chissà se
all' epoca era clandestina ?

PINUS SILVESTRIS ha detto...

Candiani ora vedrete che adotterà tutte le robinie....attenti al Lupo!