lunedì 30 marzo 2009

Un racconto, per iniziare la settimana!

LUPO GANDINO
E IENA LONGA
Come e perché la forma
può essere una stron... per giustificare le illegalità


Riceviamo e pubblichiamo
La favola ci giunge da una mente molto particolare, attenta e libera. La facciamo leggere anche a Voi.

Un tempo antico nella foresta di nome Chenoncè c’era un torrente con un bel ponticello che purtroppo si poteva attraversare solo tramite il pagamento di alcuni Sberlus (la moneta del posto) e solo attenendosi a condizioni bizzarre imposte da decenni e decenni. Non mi chiedete perché.
La legge del torrente era così da sempre e anzi nel tempo si erano aggiunte altre piccole vessazioni formali avallate da avvocati-legulei locali che rendevano l’attraversamento difficile, lento, rischioso.
Per evitare tutto ciò occorreva sborsare una cifra in più oltre agli Sberlus previsti. Una formalità davvero singolare, palesemente ingiusta.
Il ponte era di proprietà di una carognosa, rancorosa megera di nome Duralexsedlex della stirpe Di Schaise. Accadeva che povere bestioline sole e animaletti miseri miseri spesso dovevano ritornare indietro e rifare il ponticello tante volte su una zampa sola sinché la megera si stufava di insultarli e di sghignazzare.
Gli abitanti della foresta, in mancanza di un Robin Hood, si lamentavano sottovoce e cercavano di organizzarsi per una comune difesa ma non avendo nè soldi né conoscenze venivano regolarmente condannati alla gogna.
Ogni tanto qualche leprotto furbo, qualche cavallo intelligente e qualche umano piè lesto attraversava veloce come una pallottola lo stramaledetto ponticello della megera e dei suoi amici legulei e spariva senza dare né lo Sberlus né spettacolo. Che cosa accadeva? Che venivano regolarmente beccati e portati di fronte ai consiglieri Lupo Gandino e Iena Longa e ad una schiera di imparruccati avvocati - tutti pagati dal boss della foresta - che condannavano regolarmente gli indifesi e sfigati abitanti della foresta Chenoncè a dure pene. “Perché la legge è sacra”.
La foresta tutta un bel giorno si ribellò perché l’avevano davvero fatta grossa: in nome della legge della megera Duralexsedlex Di Schaise un intero gregge di agnellini appena nati erano stati sbranati dai lupi e dalle iene perché costretti a camminare all’indietro. Nessuno riusciva ovviamente a farlo. Il ponte si chiuse e i derelitti agnellini finirono nelle fauci delle canaglie che avevano - si seppe molto dopo - pagato una cifra colossale al boss.
Ma quando Robin Hood, svegliatosi finalmente da un lungo sonno, arrivò nella foresta e denunciò davanti ai parrucconi la strage, i consiglieri Lupo Gandino e Iena Longa, coadiuvati dal consigliere massimo Von Provostis Mafiosus, condannarono la foresta a pagare una multa enorme pronunciando la frase storica che da sempre costituiva la legge del ponticello:
“Chi vìola i principi formali della legge vìola la legge stessa. Il fondamento della pacifica convivenza, del progresso, della democrazia, della privacy eccetera eccetera è la forma. Della sostanza chissenefrega e omissis”.
Il principio in base al quale la legge si basa soltanto su formalità, il resto chissenefrega e omissisis, venne da allora diffuso ovunque tramite banditori, ambasciatori, puttane, checche, e miss Foreste, miss Pedemonti, miss del Put, vallette, cantori, cantore e legulei arruolati per giostre e tornei, baldraccate e feste in ville e pagati ovviamente dal boss della foresta. Tutti a brindare alla Forma.

Morale: le formalità legali sono da secoli inventate quasi sempre per adattare la vita di un paese e di un popolo ai comodi di qualche potente. Ed è da sempre un sistema per disfarsi rapidamente di scomodi oppositori. Magari insultandoli e indicandoli come violenti, antidemocratici, allarmisti, bugiardi tramite legulei eletti consiglieri di giustizia.

Italiani: siete della stessa identica stirpe della Duralexsedlex Di Schaise. - (VermeinKazzed)

1 commento:

Pungulus! ha detto...

Complimenti per il racconto. Mi fa piacere che altri in questo blog scrivano cose di fantasia. (o no...?!)