venerdì 20 marzo 2009

CANTO & CONTROCANTO (21)

IL MALE MINORE
Riceviamo e pubblichiamo
Pur con tutto il rispetto dovuto al Papa e al Suo Alto Magistero, si fa davvero fatica a essere d’accordo con l’affermazione relativa alla diffusione dell’Aids, che, testuale, “non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi, aumentano i problemi”. La vera risposta è la Chiesa, afferma il Pontefice, utilizzando, tra l’altro, per la prima volta il termine ‘preservativo’, corretto poi pudicamente dal sito del Vaticano in ‘profilattico’, quindi l’astinenza, posizione politica che per ora ha solamente contribuito ad aggravare la disastrosa situazione sanitaria in Africa.Ed è su questo che anche il filosofo cattolico Guy Coq esprime tutta la sua perplessità, ma anche disagio, perché davvero non si può decontestualizzare la morale cristiana e trasferirla, sic et simpliciter, in un continente così fragile e minacciato non solo da questa epidemia. E’ tempo, come aggiunge il teologo Vito Mancuso, di guardare in faccia la realtà per quello che è, e la realtà ci dice che i rapporti sessuali sono largamente praticati al di fuori del matrimonio, e a partire dalla giovanissima età (come si evince anche da un indagine su giovani e amore, apparsa su Il Tirreno, dal quale risulta che in Toscana il 43,5 per cento degli studenti fra i 14 e i 19 anni dichiara di aver fatto sesso almeno una volta). Occorre quindi favorire una protezione di tali rapporti proprio per contrastare il diffondersi di questa malattia.

La posizione del pensiero cattolico ha radici profonde, certo, e vanno rispettate, ma la scelta del male minore, appare anch’essa degna di rispetto soprattutto quando ci si trova in un momento di così drammatica emergenza sanitaria. Così, come era ampiamente prevedibile, la polemica internazionale si è immediatamente innescata. Sì, perché l’Africa che sta visitando il Papa rimane l’epicentro globale dell’Aids e non mostra evidenti segni di riduzione della malattia. Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Unaids (il programma congiunto delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione mondiale della sanità sull'Hiv/Aids) sono 33 milioni le persone affette da Hiv nel mondo e il 67% dei malati vive nei Paesi dell'Africa sub-sahariana; oltre 2 milioni sono i malati deceduti per Aids lo scorso anno e di questi il 72% si concentra in questa zona dell'Africa. Ma c’è anche un aspetto positivo ed è che in Paesi come il Ruanda, il Zimbabwe, il Camerun, l’Etiopia si registrano segnali di miglioramento dovuti anche al maggior uso del preservativo che ha provocato un sensibile calo del numero dei nuovi infetti da Hiv in questi Paesi.

I governi di Francia, Germania hanno già espresso la loro preoccupazione (e anche indignazione) per le ripercussioni che le parole di Benedetto XVI potrebbero avere contro la faticosa lotta all’Aids. La cattolicissima Spagna, per tutta risposta, ha annunciato che invierà un milione di preservativi per contribuire a questa lotta.

E dall’Italia? Un più che significativo e equilibrato silenzio. Bipartisan. -
(di Fabio Evangelisti)

3 commenti:

Altra Tradate ha detto...

RASSEGNA STAMPA


Il viaggio del Papa in Africa è raccontato su IL GIORNALE, dall'inviato Andrea Tornielli che restituisce a tutto tondo le parole del Papa sull'Aids. «Rispondendo ad una domanda» racconta Tornielli, «sulla posizione della Chiesa nella lotta all'Aids, considerata poco realista, Benedetto XVI ha dichiarato che i preservativi non risolvono il problema ma anzi lo "aumentano". Ratzinger, ha ricordato che la Chiesa "è la realtà più presente e più efficiente nella lotta all'Aids", ha citato l'esempio della Comunità di Sant'Egidio "che fa tanto visibilmente e invisibilmente", ha parlato dei padri Camilliani e di tutte le suore che sono a disposizione dei malati. E ha aggiunto: "Non si può superare questo problema solo con i soldi, che pure sono necessari, e nemmeno con la distribuzione di preservativi che anzi aumentano il problema". La soluzione, ha incalzato il Papa, passa invece attraverso "l'umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovamento spirituale umano che comporta un nuovo modo di comportarsi l'un con l'altro", e attraverso "una vera amicizia soprattutto verso le persone sofferenti"».
Il GIORNALE ospita anche due interviste dedicate a questa presa di posizione di Benedetto XVI, la prima è a padre Giulio Albanese, editorialista di Vita e responsabile delle riviste missionarie della Cei, che difende il Papa dicendo «È uno stimolo per andare aldilà della solita diatriba su preservativo sì o preservativo no. (...) C'è il bisogno di promuovere una cultura che sia sempre rispettosa della relazione uomo donna. La sessualità ha davvero bisogna di essere umanizzata e non mercificata. Il Papa ha espresso il bisogno di uno sforzo a livello educativo e culturale». La seconda intervista è a padre Ezio Bettini, missionario comboniano che dice: «Il Papa fa il suo mestiere ma tutte le leggi della Chiesa vanno poi confrontate con la persona e il suo benessere che sta sopra ogni regola».

Altra Tradate ha detto...

RASSEGNA STAMPA

IL SOLE24ORE invece ha un inviato in Africa per il viaggio del Papa (si tratta di un viaggio molto snobbato dai media: Mediaset e Rai 3 non hanno l'inviato, così come molti grandi giornali americani). Carlo Marroni mette l'accento sull'accoglienza entusiastica che la folla ha riservato a Benedetto XVI a Yaoundé: 30 km di strada con la folla assiepata ai lati. Nel centro Cardinal Léger dice: «Osservo la sollecitudine pastorale di questa chiesa locale per le persone sofferenti. Ed è particolarmente encomiabile che i malati di Aids qui siano curati gratuitamente».

Anonimo ha detto...

.....Preservativo SI, Preservativo NO, Preservativo FORSE.
Forse non solo preservativo....
E' la soluzione più complessa, la più difficile, la più articolata,
ma pare che a questa...ci stia pensando solo la Chiesa, in quanti
dovremmo vergognarci?
Riflessione necessaria.