LEGAMBIENTE SCRIVE
VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
Ci scrive Maurizio Alberti di Legambiente di Tradate e ci segnala una comunicazione inviata al Sindaco. Noi qui la alleghiamo senza commenti, perché li lasciamo a voi. Buona giornata.
Tradate, 15 marzo 2009
Al Signor Sindaco, Assessore all’urbanistica, città di Tradate
All’Assessore all’ecologia
Al presidente Seprio Servizi
e, pc, agli organi di stampa
Le scriviamo questa lettera dopo aver osservato, su segnalazione di cittadini di Abbiate, i lavori del cantiere alla villa Mayer.
La segnalazione si riferiva ad un marciapiede in costruzione, realizzato in pietra di pregio, che improvvisamente si arresta di fronte ad un antico muretto. E’ ancora la vecchia recinzione della villa, al di là sono presenti decine di alberi pregiati di alto fusto che formano una macchia pregevole, un bellissimo scenario per tutti gli Abbiatesi. Vorremmo tanto sbagliarci ma questi alberi si trovano proprio lungo la prosecuzione ideale del lussuoso marciapiede.
Non possiamo credere che, dopo l’intervento massiccio di taglio praticamente a raso delle alberature (con poche eccezioni) dell’intero parco per lasciar spazio alla lottizzazione, quel meraviglioso gruppo di alberi debba essere estirpato per lasciare il posto ad un marciapiede.
Ci domandiamo, se le nostre previsioni sono fondate, chi è l’estensore del progetto che disegna il passaggio pedonale proprio sopra uno spazio verde così pregiato e se non esista nessuna norma comunale o nazionale che tuteli alberature di alto fusto pregiate e come sia possibile eludere tali norme.
L’esempio che viene dato alla cittadinanza è fortemente negativo, in un momento in cui tutti parlano di ambiente.
Riteniamo che l’Urbanistica non sia la scienza del costruire con la pura massimizzazione del profitto (privato o pubblico che sia) ma la scienza del costruire perché la gente possa vivere in armonia con l’ambiente e il paesaggio.
E proprio questo è il “valore” in assoluto più grande di Tradate. Se si dovessero eliminare quegli alberi si creerebbe un ulteriore, e questa volta gratuito, danno all’ambiente, quindi all’intera cittadinanza.
La invitiamo a tener conto delle nostre osservazioni che sicuramente esprimono il pensiero della maggioranza dei cittadini (indipendentemente dal colore politico) ed a provvedere, nel caso in cui siano previsti abbattimenti, affinché si trovi una soluzione che preservi quella parte pregevole di parco.
Cogliamo l’occasione per manifestare il nostro rammarico per l’ennesimo taglio e sradicamento delle robinie della riva che creava un armonico contorno al prato presso la Madonna delle Vigne. Esse contribuivano a formare il paesaggio tipico della nostra terra, paesaggio che sta man mano scomparendo per lasciar posto alla cementificazione. La scomparsa di quella riva alberata non è giustificata da nessun motivo e peggiora sicuramente l’ambiente, anche dal punto di vista dei corridoi ecologici e della biodiversità.
Legambiente Tradate ritiene, proprio in occasione della campagna “consumo di suolo zero”, che sia necessaria una decisa inversione di rotta nel campo della gestione del territorio, privilegiando e salvaguardando il bene più prezioso di Tradate, l’ambiente.
Nell’attesa di una risposta in merito sia da parte del Sig. Sindaco (urbanistica) che dell’Ass. all’ecologia porgiamo distinti saluti
Legambiente Tradate
dott. Maurizio Alberti
14 commenti:
Alberti... lei è una persona per bene! Ma forse ingenua!
Scommettiamo che 'per motivi di utlità pubblica' (proprio così) il sindaco Attila permetterà che - per far continuare il marciapiede - siano abbattutti gli alberi da lei descritti e fotografati? Spero di sbagliarmi, ma quel personaggio una ne fa e l'altra pure!!!
si bel modo di concepire l'utilità pubblica!
Bravissimi Maurizio e Lega Ambiente
è davvero ora di alzare un pochino il tono della critica al Principino Cementificatore e ai suoi adepti/sponsor.
Anche se non riguarda il cantiere 'Mayer' vorrei sottoporvi una questione: tempo fa, se non ricordo male, ho letto in una di quelle 'veline di regime' truccate da articoli di giornale alle quali ci stiamo abituando che è in progetto un parcheggio di notevoli dimensioni in prossimità e ad uso dell'osservatorio. Risulta anche a voi o me lo sono sognato?
Sarà pur vero che l'osservatorio non dovrebbe creare un grande traffico ma un paio di navette elettriche ben gestite potrebbero essere un buon esempio e un ottimo inizio. Non sarebbe il caso di evitare un parcheggio e un aumento di traffico all'interno di un Parco già abbastanza minato ed offeso?
Scusatemi per la divagazione
Romano
caro Romano, questi NON hanno alcuna sensibilità all'ambiente! un milione di metri cubi picchati sul territorio di Tradate....per loro un parcheggio in più anche se nei boschi è un'opera buona!
meno male che non lo costruiscono sopra a più piani!!!!
hai ragione tu!
a proposito di osservatorio,,,,
vado nei boschi tutte le domeniche e in quelle di apertuta dell'osservatorio ci sono molte macchine parcheggiate proprio fuori dallo stesso,
ma quel luogo non fa parte del parco, il divieto di circolazione per le macchine non autorizzate non esiste più?????
qualcuno mi sa rispondere grazie
Forse mi sbaglierò,ma il futuro di quelle piante sarà quello di vedersi trasformate in mensole per arredamento o in legna da ardere.
Quello che mi stupisce è che malgrado ci siano tutte queste più che giuste proteste e appelli per la salvaguardia del verde nulla si muova e tutti i lavori procedano sempre nella più totale indifferenza.
Ho letto in commenti in altri post che nessuno può intervenire all'interno di una proprietà privata intimando il taglio indiscriminato delle piante...tutti dicono che non è loro competenza nessuno interviene.
il parco pineta mi sembra di aver capito che non può intervenire
mentre la forestale per ora tace,legambiente fa quel che può ma ho seri dubbi che questa lettera possa fermare i tagli delle piante.
Io chiedo,ma i pini di villa mayer non hanno la stessa importanza dei pini che stanno nel parco pineta? esistono piante di serie 'A' e piante di serie 'B'?
Un mio vicino rivedendomi oggi mi ha detto che visto che nessuno ha fermato i tagli per quelle piante perchè lui nella sua proprietà non dovrebbe sentirsi libero di tagliare anche le sue?
Tutti i proprietari delle ville inizianno ad accendere le motoseghe e far ciò che vogliono nei propri giardini e nei loro parchi,tanto sanno che nessuno romperà i maroni,sarò curioso di veder poi chi avrà la faccia tosta per dire a quei proprietari NO voi non lo potete fare.
Caro Maurizio, ho letto la tua lunga lettera che è del tutto cindivisibile nei contenuti, permettimi di dissentire sui toni....
Quanto ipotizzi non è INELUTTABILE, anche sul BLOG...è stata indicata più di una strada CORRETTA
per tener sotto controllo quello che si fa in Villa Mayer ed anche altrove.
Attenti dunque con le foto, ma poi....anche con i documenti a portata di mano.
Amico sincero
...dal corriere della sera di oggi: e' un dovere fermarli!!!!!!
IN CINQUE ANNI GIÀ DATI PERMESSI PER 94 MILIONI DI METRI CUBI
Il Veneto e il piano inutile:
case sufficienti fino al 2022
Negli anni Ottanta si costruivano 10 milioni di metri cubi di capannoni, saliti fino a 38 milioni nel 2002
(Agf)
MILANO - Tirar su l'equivalente d'una palazzina di tre piani alta dieci metri, larga 10 e lunga 1.800 chilometri può davvero rilanciare l'Italia «nel pieno rispetto dell'ambiente», come dice Claudio Scajola? In un paese dove solo lo 0,97% degli abusi «non sanabili» è stato demolito? Auguri. Tanto più che una regione simbolo qual è il Veneto, stando a uno studio universitario, ha già oggi tante abitazioni e cantieri aperti da soddisfare la domanda di case, onda immigratoria compresa, fino al 2022. Se poi dovesse calare l'immigrazione, fino al 2034. Quando l'oggi giovanissimo Pato sarà già in marcia verso la cinquantina.
Prendiamo la tabella dei metri quadri a disposizione oggi degli europei. Ogni italiano ha in questo momento 36,3 metri quadri di casa. Cioè quasi il doppio di un ceco o di un ungherese, più o meno quanto un francese o uno spagnolo (che vivono in territori enormemente più vasti), un po' più di un greco o di un belga. Davanti a noi stanno più comodi i tedeschi (41,3 metri quadrati a testa), gli svedesi (43,6) gli olandesi (48,3), gli austriaci (50,4), i danesi (53) e gli inarrivabili abitanti del Lussemburgo, uno staterello urbanizzato che svetta con 62,7 metri pro capite, ma per la particolarità e dimensione non andrebbe manco messo nel mazzo. Si dirà: «Visto? Siamo nella media». Vero. Tutti gli europei che hanno case più grandi, però, hanno due caratteristiche. O godono di spazi molto maggiori dei nostri, come gli austriaci che hanno il doppio di territorio pro capite di noi o gli svedesi che ne hanno quasi il decuplo. Oppure, a differenza di noi che abbiamo il 33% della superficie montagnosa e forestale, vivono in territori molto più pianeggianti, quali i tedeschi, gli olandesi o i danesi, il cui cucuzzolo più alto, il Moellehoi, svetta a 170 metri e 86 centimetri sul livello del mare.
Per capire quanto pesino queste differenze basta rileggere gli atti di un seminario di qualche anno fa promosso tra gli altri dalla allora presidente provinciale leghista Manuela Dal Lago sul consumo del suolo in una delle province forti dell'Italia, Vicenza. Seminario dal quale emerse che l'uomo, in tutta la sua storia, aveva occupato dall'età della pietra ai primi anni Cinquanta 8.674 ettari. Per poi occuparne, nell'ultimo mezzo secolo, molto più del doppio: 19.463. Una colata di cemento che ha stravolto la campagna descritta da Goffredo Parise e Luigi Meneghello fino al punto che il calcolo della «impronta ecologica» (un indice che attraverso sistemi complessi misura il livello dei nostri consumi) ogni vicentino si ritrova oggi a disporre di poco più di tremila metri quadri di territorio, ma ne consuma per 39.000.
Una scelta obbligata per uscire da secoli di fame, miseria, emigrazione? In parte, se è vero che nella seconda metà del Novecento l'aumento della popolazione non ha superato il 32% e la superficie urbanizzata è aumentata dieci volte di più: 324%. Un'accelerazione spettacolare, ma accompagnata da contraccolpi sul paesaggio, sull'inquinamento, sulla viabilità. E addirittura accentuata nell'ultimo decennio del Novecento con un aumento della popolazione del 3% (52 mila abitanti in più dei quali 37 mila immigrati) e un'impennata dell'edilizia abitativa del 13%. Per non dire della parallela impennata industriale che, seminando dubbi perfino fra i più eccitati esaltatori del mitico Nordest, portò a un dato paradossale: ogni neonato vicentino arrivato nel decennio si ritrovava in dote un blocco di 3.718 metri cubi di calcestruzzo. Il tutto distribuito non uniformemente, ma quasi sempre in pianura. Esattamente come nel resto del Veneto dove, tolti quelli di montagna e larga parte di quelli collinari, i 444 comuni adagiati nell'ormai ex campagna hanno quattro o cinque aree industriali ciascuno se non, in certi casi, otto o nove.
Il prezzo? Elevatissimo, rispondono gli esperti: ogni miliardo di euro di crescita reale in più sarebbe costato un consumo di mille ettari di campagna. Il che significherebbe, appunto, che se avesse ragione il ministro Scajola a sostenere che il «piano casa» può mettere in moto 60 miliardi di euro, questo porterebbe a occupare come minimo 60 mila ettari di territorio con l'equivalente in cemento d'un mostro come quello calcolato all'inizio. Ne vale la pena? Mah... Una ricerca di Tiziano Tempesta, ordinario del Dipartimento Territorio dell'Università di Padova, lascia qualche perplessità. Almeno nel Veneto. E non solo sul piano dell'ambiente, del paesaggio, delle margherite e delle violette.
Spiega il professore che non solo una nuova colata di cemento rischia di dare il colpo di grazia a una pianura dove negli anni Ottanta si costruivano mediamente 10 milioni di metri cubi di capannoni l'anno saliti via via fino a una mostruosa quota di 38 milioni nel 2002, tirati su spesso solo per approfittare della Tremonti Bis e oggi malinconicamente vuoti. Ma che la case a disposizione sono già più che abbondanti. Se è vero che lo standard di riferimento per ogni programmazione di questi anni è stato di 120 metri cubi per abitante (cioè 40 metri quadri: quattro più dell'attuale media nazionale), «tra 2001 e 2006 sono state rilasciate concessioni edilizie per nuove abitazioni o ampliamenti per un volume pari a 94,6 milioni di metri cubi» contro un aumento della popolazione intorno all'1% l'anno. Risultato: sono già state costruite in questi anni «abitazioni sufficienti a dare alloggio a circa 788.000 persone». Il triplo delle 243.000 in più (in buona parte straniere) registrate.
Morale: se anche proseguissero (difficile, di questi tempi) gli «elevatissimi tassi d'immigrazione degli ultimi anni, le concessioni edilizie» già rilasciate saranno «sufficienti a soddisfare la domanda di case per i prossimi 13 anni». Con un tasso immigratorio ridotto a quello (che già era alto) degli anni Novanta, basterebbero per altri 25. Fino, appunto, al lontano 2034. Non basta. Nello studio di Tempesta si sottolinea una contraddizione che farà drizzare le orecchie a diversi: negli ultimi anni di risacca segnati da un calo del manifatturiero del 5,6%, «uno dei motori dell'immigrazione è stato il boom edilizio: il 65% dei nuovi posti di lavoro creati nel Veneto dal 2001 al 2006 ha riguardato il settore delle costruzioni».
Non basta ancora: «Analizzando i dati Istat sul rilascio di concessioni edilizie e sul valore aggiunto del settore costruzioni, si può stimare che nel Veneto, per aumentare dell'1% il prodotto interno lordo, sia necessario realizzare ogni anno non meno di 6,5 milioni di metri cubi di abitazioni, pari a una capacità insediativa aggiuntiva di circa 55.000 abitanti». Irreale, secondo i demografi. Tanto più se qualcuno puntasse a 55 mila neonati di «pura razza Piave». E allora? Allora «non sembra plausibile che, in una situazione di crisi del credito e di eccesso di offerta di abitazioni» la faccenda possa tradursi davvero in un affare. Se poi ci mettiamo anche le ferite che rischiano di essere inferte al patrimonio artistico e monumentale che è il tesoro dell'Italia...
Gian Antonio Stella
20 marzo 2009
AMICI
un mio amico per costruire la casa ha disboscato in Gornate Olona un paio di querce di 15 anni massimo....lo hanno cannellato durissimamente!
Mi sembra si trattasse della guardia orestale o di guardie provinciali...
ma a lui lo hanno bastonato...
quindi calma e gesso...chi fa e se ne fotte, significa che ha le connivenze con qualcuno in alto!
chiaro???
smascheriamoli!
Tradatese doc,non serve arrivare a Gornate Olona ...a pochi metri da quel marciapiede di villa Mayer c'è villa Valentina (dove fanno meravigliosi matrimoni)...dove per tagliare un pino secco poco tempo fa hanno dovuto aspettare circa 2 anni prima di ottenere i nulla osta (da chi non sò,chiedete alla padrona) e meno male che era secco...
Se poi chiedete ai propritari dei fondi boschivi ai ronchi...quante bastonate prese per aver tagliato 4 rubine mezze secche...quelli sì che sono incazzati...
emmenomale che all'osservatorio fanno ciò che vogliono saranno forse amici di ATTILA?
un po' di asfalto nel parco??? ma sono matti???
se lo fanno davvero significa che non hanno voluto pensare e studiare una soluzione migliore.
questione di costi? sarebbe il colmo, risparmiare sul Parco che è u bene prezioso per tutti e buttare i soldi nella pista del ghiaccio!
Appello: Parco non asfaltare parcheggi, strade e stradine, fatti dare i soldi dal comune perchè è giusto che te li dia! Parco proteggi i boschi non fare economie, una volta che hai messo giù l'asfalto non lo toglie piu nessuno!!
a quelli del parco....se volete evitare i vaffanc... Seguite i consigli e caro dottor piacentini faccia vedere gli attributi con il suo presidente visto che assieme lavorate a volte benino. Se prenderà posizione può sperare in consensi. Se preferirà galleggiare farà la fine di chi galleggia.
sono alberti, quello delle foto.
Rispondo: non credo di essere ingenuo nè illuso, credo che finchè ci si limita a brontolare, al bar o sui blog, chi decide fà quello che vuole. Quando invece si crea una coscienza nella cittadinanza prima o poi le cose cambiano. Non so se riusciremo a fermare quel marciapiede ma faremo capire a tutti che è una scelta sbagliata e che qualcuno prima o poi dovrà render conto di quella scelta. La mentalità ambientalista a Tradate non è all'avanguardia (cura del suolo, raccolta differenziata, piste ciclabili, zone pedonali, energie rinnovabili..) non primeggiamo in nulla. L'amministrazione attuale rispecchia la mentalità attuale della maggioranza. Per questo siamo nati, come Legambiente, sollevando questi problemi,creando cultura ambientalista, stimolando da una parte l'amministrazione a recuperare il gap perso in questi anni rispetto a comuni più virtuosi, dall'altra ci rivolgiamo alla gente, credendo che prima o poi capirà che l'ambiente, la nostra storia, la nostra identità, stanno scomparendo sotto asfalto, cemento e roselline.
E' meglio comunque, come diceva Einstein, vivere una vita da ottimisti e scoprire alla fine di avere avuto torto piuttosto che vivere una vita da pessimisti e scoprire alla fine di aver avuto ragione.
Un consiglio a tutti: per passare dalle parole ai fatti ogni volta che protestate sul blog per taglio alberi ..parcheggio osservatorio ecc.. inviate la stessa mail anche al Comune o all'ente parco. E' un sistema semplice e democratico per esprimere il proprio dissenso e..per far capire che non siamo soli!
ps la raccolta firme per consumo suolo zero ha superato 600. Chi non ha ancora firmato si vergogni per il resto della vita...manca meno di un mese alla consegna!
@ Alberti e Lega Ambiente
Ho apprezzato la vostra iniziativa di raccolta firme contro la cementificazione.
Un consiglio: mettete un gazebo per la raccolta anche ad Abbiate un sabato e uno alle Ceppine. Se non altro vi fate conoscere ... ricordatevi che questa città dorme ... dorme... dorme....
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