TONAZZO MI TIRA IN BALLO
E IO VOLENTIERI ACCETTO!
Con preghiera di pubblicazione
Il presidente del consiglio comunale, Fabio Tonazzo dichiara su VareseNews che “la sua scelta (la non convocazione del Consiglio Comunale richiesto dalle minoranze n.d.r.) va vista come una scelta garantista, al contrario di quanto dice il Consigliere Margutti, che, per motivi personali, ormai da mesi non si presenta in Consiglio”. La mia lettera (clicca qui) gli era stata consegnata e protocollata la mattina del Consiglio, e aveva come destinatari lui, la Segretaria Comunale e i Consiglieri comunali. Attendo cortesemente una risposta scritta; in caso contrario, in futuro, gli scriverò a mezzo stampa. La mia lettera è stata successivamente riportata dalla stampa e da Rete 55 e non solo da questo BLOG.
Dalla dichiarazione di Tonazzo, può emergere che fra me e lui ci siano questioni personali. Lo ribadisco: non ne ho allo stato attuale. Non abbiamo interessi economici comuni, non siamo concorrenti nel lavoro, non siamo in conflitto ideologico. Tonazzo ha accusato il colpo e mi apre le porte per ogni commento. Certo: non frequento da un po' di tempo (ma mi sono sempre giustificato, come da Regolamento consiliare) le sedute del Consiglio Comunale per motivi personali, non sindacabili né da lui né da altri.
Voglio rinfrescare la memoria a Tonazzo per ricordargli (ancora una volta) che non esistono questioni personali fra me, lui o il sindaco, o altri consiglieri comunali sia di maggioranza che di minoranza.
Esistono invece mie dichiarazioni pubbliche che mi hanno decisamente posto contro il modo di procedere di questa amministrazione su una questione (ex Fornace) che ha tenuto banco in questi mesi, questione che non è per nulla personale, che non riguarda miei affari privati o di miei privati amici o nemici. Chiaro? A distanza di un anno ancora attendo quelle riposte chiarificatrici su quanto ho dichiarato in Consiglio Comunale e che qui riporto.
Permettetemi allora di passare ancora in rassegna quelle questioni che qualcuno ha definito personali! Da quando ho espresso con il mio voto la mia contrarietà, si è creato ostracismo politico nei miei confronti.
M-a N-o-n M-e N-e F-r-e-g-a N-u-l-l-a, se il confronto rimane politico.
In qualche caso (da me documentato) non lo è stato. Ma per ora, non sollevo altri problemi. (Gianluigi Margutti)
UN PRO MEMORIA PER IL PRESIDENTE LEGHISTA TONAZZO
Allego nuovamente quanto ho dichiarato in Consiglio Comunale, che è riferito a problemi di tipo amministrativo-politico, non a problemi personali!
Una premessa: personalmente sono favorevole alla Grande Distribuzione Organizzata, senza alcun fanatismo, però.
La Grande Distribuzione va gestita con attenzione, perché genera un impatto molto forte sul tessuto socio-economico del territorio oltre che sul sistema della viabilità delle aree dove viene collocata.
Il Legislatore Nazionale e quello Regionale lo sanno bene e con il Dlgs 114/98 e la LR 14/99 hanno regolamentato in modo puntuale le modalità di localizzazione e apertura di strutture commerciali della Grande Distribuzione.
L’autorizzazione all’apertura di una Grande Struttura avviene in seguito all’ottenimento di uno specifico Nulla Osta da parte di una apposita Conferenza dei Servizi a cui partecipano il Comune interessato, la Provincia competente e la Regione Lombardia.
Tutte queste verifiche servono a garantire che i cittadini del territorio interessato dal progetto ottengano benefici reali superiori alle conseguenze negative dell’arrivo delle Grandi Strutture di vendita
Una Grande Struttura è tale quando le dimensioni dell’area di vendita superano i 2.500 mq (nel caso del nostro Comune).
Prendiamo alcuni esempi dal sito internet dell’Osservatorio Regionale sul Commercio di Grandi Strutture vicine a noi per capire meglio di quali dimensioni stiamo parlando:
- Leroy Merlin di Solbiate Arno – 9.840 mq di vendita non alimentare.
- Auchan di Rescaldina – 6.785 mq di vendita alimentare e 16.415 mq non alimentare.
- Mediaworld di Gallarate – 3.130 mq di vendita non alimentare.
- Carrefour di Gallarate – 4.981 mq di vendita alimentare e 3.098 mq non alimentare.
- Iper di Solbiate Olona – 5.000 mq di vendita alimentare e 6.682 mq non alimentare.
- Esselunga di Venegono Inferiore – 1.120 mq di vendita alimentare e 3.760 mq non alimentare.
- Iper di Varese – 6.050 mq di vendita alimentare e 19.360 mq non alimentare.
Il progetto FORNACE di cui discutiamo sviluppa una superficie di vendita non alimentare di 17.900 mq che per dimensioni, in tutta la Provincia di Varese è inferiore solo all’Iper di Varese, senza contare i 1.600 mq di vendita alimentare giacenti nel cassetto dell’Amministrazione Comunale. Insomma: diventa addirittura il primo polo commerciale di tutta la provincia di Varese se - come è logico - lo vediamo connesso alla adiacente struttura della COOP.
E continuiamo a sostenere e credere che questo progetto non costituisca di fatto una Grande Struttura di Vendita?
Il Comune ha evitato attentamente il procedimento della Conferenza dei Servizi.
Ma perché lo fa? Perché non chiede il parere di questi Enti? Perché si ostina a non condividere con chi ha più esperienza, mezzi e competenza come Provincia e Regione, questa complessa procedura?
La nostra città avrebbe da guadagnare o da perdere se il Comune applicasse le procedure previste per le grandi strutture?
Di sicuro avrebbe da perderci l’operatore perché normalmente durante la Conferenza dei Servizi per le autorizzazioni delle Grandi Strutture la Provincia e la Regione chiedono agli operatori di farsi carico delle spese necessarie a risolvere i problemi di traffico e a mitigare gli impatti socio economici sul territorio del Comune interessato.
E a quanto potrebbero ammontare questi oneri? Prendiamo come esempio quanto comparso sui quotidiani della nostra provincia la scorsa settimana: l’Iper di Varese per un ampliamento della propria superficie di circa 8.000 mq si è fatto carico di tutte le opere di sistemazione dell’incrocio di Viale Belforte e della nuova rotonda per Cantello a Malnate per un totale di spesa superiore a 15 milioni di euro.
Avete capito bene: 15 milioni di euro.
- E da noi invece addirittura si concede all’operatore di scomputare dagli oneri di urbanizzazione il costo di realizzazione delle opere di accesso all’area che di sicuro servono più all’operatore che alla nostra città. Le rotonde servono all’operatore stesso per far entrare ed uscire i clienti: in caso contrario come ci arriverebbero? Catapultati? Le rotonde esistenti sono già insufficienti per il traffico NORMALE della nostra cittadina.
- Inoltre si fissa il valore del costo di costruzione al bassissimo valore di 570 €/mq: questo è un fatto molto grave perché su questo valore si determina l’importo che l’operatore deve versare al Comune come tassa sulla costruzione.
Alla vicinissima e contigua COOP sarebbero stati applicati quali costi di costruzione, solo qualche mese prima, circa 1.200 euro al mq. Come mai?
Concludendo: dove è l’interesse della nostra Città ad aver interpretato così la norma? Chi è responsabile del procedimento deve spiegarlo con i numeri, non con artifizi interpretativi.
Ben si poteva chiedere la conferenza dei servizi con Regione e la Provincia.
Ulteriori spunti di analisi e riflessione
1. Posti auto
-Classificare la struttura come Media distribuzione consente di evitare i controlli della Regione sulla dotazione di posti auto dell’intervento: per ogni mq di vendita è obbligatorio realizzare un certo numero di posti auto, stabiliti dalla Regione e differenziati tra mq di vendita alimentare e non alimentare.
-Ad ogni posto auto corrisponde un certo numero di auto in entrata ed uscita ogni ora dal parcheggio, e questo numero di auto vanno considerate come carico di traffico aggiunto a quello esistente sulle strade di accesso all’intervento. E’ dalla verifica della capacità delle strade di sopportare questo traffico aggiunto che nasce o meno l’obbligo di realizzare interventi di adeguamento delle strade stesse.
Evitare questo controllo della Regione consente all’operatore di non doversi fare carico di questa spesa che è sempre la più onerosa.
Se le strade non sono adeguate le soluzioni sono solo due: diminuire le dimensioni dell’intervento o realizzare le sistemazioni necessarie.
2. Aree standard
Classificare la struttura come Media distribuzione consente di superare l’obbligo delle dotazioni di aree a standard sull’intervento: ogni mq di superficie lorda di pavimento di una Grande struttura, deve essere corredato da 2 mq di aree a standard pubblico (normalmente parcheggi e aree verdi).
Se l’area dell’intervento non è grande a sufficienza per contenere questi spazi di standard è gioco forza ridurre la quantità insediabile di superficie lorda.
Nel nostro caso abbiamo circa 37.000 di superficie lorda commerciale che andrebbero accompagnati da almeno 74.000 di aree a standard pubblico (!) a cui aggiungere la dotazione di parcheggi privati obbligatoria prevista dalla legge Tonioli.
3. Centro Commerciale
L’unicità della struttura è clamorosamente confermata non solo dalla articolazione del progetto: unico accesso, sistema dei parcheggi comune, spazi di servizio condivisi, ecc. ma anche dal fatto che tutte le autorizzazioni di Media distribuzione rilasciate sono intestate al medesimo operatore che agisce in qualità di promotore immobiliare dell’iniziativa: le attività verranno aperte attraverso l’affitto dei rami d’azienda o attraverso la vendita delle autorizzazioni.
Questo fatto consente all’operatore di conseguire un grande vantaggio economico dall’aver ottenuto autorizzazioni di Media in quantità così rilevante, senza i costi che avrebbe dovuto sostenere nel caso si fosse trattato di una Grande struttura (sistemazioni stradali, compensazioni socio-economiche, ecc.)
Da informazioni che girano nel settore, sulla piazza di Varese una autorizzazione di Grande struttura non alimentare di circa 4000 mq è stata recentemente venduta per 800.000 €, cioè 200 € al mq. Nel nostro caso il Comune ha dato all’operatore 37.000 mq che, anche sottostimandoli, non possono valere meno di 50 €/mq cioè circa 1.800.000 €
4. Misure di compensazione, oneri aggiuntivi
Ultima considerazione che deriva dalla casistica nel settore e che non ha riferimenti di legge concreti: a Milano e provincia le misure di compensazione, oggi normalmente caricate sulle Grandi strutture, arrivano anche a 300 € per ogni mq di superficie lorda di pavimento.
Le amministrazioni comunali più aggressive arrivano addirittura ad ottenere:
- versamento degli oneri e del costo di costruzione senza scomputi
- realizzazione a carico dell’operatore di tutte le opere di urbanizzazione anche fuori comparto necessarie all’intervento (in genere sistemazioni viabilistiche)
- realizzazione di misure compensative per il tessuto socio-economico locale.
Allora, quelle sopra riportate sono questioni personali?
8 commenti:
LA VERA QUESTIONE, LA MADRE DI TUTTE LE QUESTIONI E' LA FORNACE! Adesso viene in aiuto del Sindaco anche l'assessore ACCORDINO, che si mette a dichiarar ...come mai?. Così si legge su vareseNews
"Tradate - L’assessore Accrodino spiega che riguardano il commercio, “ma non ci sono modifiche sostanziali e non hanno niente a che vedere con progetti in essere”
Urbanistica, variazioni delle Nta in consiglio comunale
“La variazione alle norme tecniche di attuazione è solo un adeguamento alla normativa regionale”. Parole dell’assessore Franco Accordino che, interpellato su quello che si andrà a discutere nel prossimo consiglio comunale, con il punto all’ordine del giorno che prevede la modifica ad alcuni punti che regolano le norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale, spiega come si tratti di recepire alcune indicazioni in materia di commercio. “ Sono punti che riguardano il commercio, ma è solo un aggiornamento di alcune terminologie nel regolamento regionale con le quali abbiamo sistemato anche le nostre norme. Non si tratta comunque di variazioni sostanziali e non hanno niente a che vedere con progetti in essere”.
Chi tira in ballo le assenze di Margutti dovrebbe arrossire dalla vergogna. Un conto è la dialettica politica un altro è lo sciacallaggio.
Quelle discussioni sul 'caso' ex fornace ad oggi non hanno fatto capire a me,umile ed ignorante cittadino di Tradate cosa stia succedendo,consiglieri ed assessori che litigano tra lo loro consigli comunali dove i consiglieri entrano ed escono, ripicche ecc ecc ,il sindaco che con quella sua faccia intelligente sa solo sorridere.....ma che succede? io ho votato per essere rappresentato e quei signori prendono anche i miei soldi! se non volete fare i politici statevene a casa come faccio io a guardare la Carrà ....
PISTONE
lascia stare le discussioni. Leggi il tutto il documento che Margutti ha qui allegato. Capirai tutto.......ma DEVI LEGGERLO!
Il sig. Margutti ha reso evidente e comprensibile a chiunque che sulla vicenda Fornace l'illegalità ha regnato sovrana. Illegalità, non solo illegittimità.
La riproposizione del documento letto da MARGUTTI un anno or sono in Consiglio comunale rende ora evidente DI QUALE NATURA SIA IL PROBLEMA: DI SOLDI, o meglio di soldi che si sono abbuonati agli operatori che stanno costruendo la FORNACE. E' facile fare i conti utilizzando gli stessi dati forniti da Marcutti.
PREMESSO QUESTO: credo che una soluzione buona per tutti ci possa essere, RIPORTARE AL TAVOLO DELLA TRATTATIVA GLI OPERATORI economici che stanno lavorando E FAR SCUCIRE LORO QUELL' ALTRA META' DEI
SOLDI CHE NON HANNO VERSATO in prima battuta.
Senza scomodare ulteriormente Regione,Procure ed...altri interessati...faremo CASSA
ed AVREMO A DISPOSIZIONE RISORSE INDISPENSABILI PER CORREGGERE I TANTI ERRORI DELLA FORNACE.
CITTADINO PRATICO CHE CREDE
...NEL FAI DA TE...
Deve crescere ancora molto (politicamente) l'amico Tonazzo .
Un giorno forse riuscirà ad esprimere una sua personale considerazione su di una questione politica. Fino ad oggi penso (forse sbaglio) ha solo apposto la firma sui documenti.
Caro cittadinopratico, sarai pure pratico ma sei certamente un furbastro: i reati non si cancellano a colpi di praticità. Io non voglio nessuno in galera, per carità, ma almeno lontano dalle stanze del Comune, poi chi deve versare quattrini li versi, ma solo poi, non prima affinché qualcuno dica "visto che alla fine siamo stati bravi lo stesso".
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