Riceviamo e pubblichiamo questa intervista,
anche perchè ci sentiamo molto coinvolti con «l'Altra Saronno», quasi fosse una testata «cugina»
Nell’ultimo giorno di campagna elettorale proponiamo una «intervista – dialogo» con il segretario nazionale di Unione Italiana Gianfranco Librandi, intervistato da Gianluigi Margutti, direttore di «l’Altra Saronno».
La campagna elettorale, qui a Saronno, è giunta al termine. E’ stata caratterizzata da toni molto accesi e soprattutto da attacchi personali. Come mai se è arrivato a tanto?
I toni si scaldano da parte di coloro che comprendono la fragilità delle proprie idee. Quando non si riesce a reggere il paragone con il proprio programma, quando si è in difficoltà di fronte a domande e soprattutto alle risposte è quasi istintivo, per gli individui deboli, attaccare e sovente andare sopra le righe. Non mi curo delle bugie e delle menzogne che sono state dette sul mio conto, sul conto dei candidati di Unione Italiana e del partito. La gente è capace di capire da sola, la gente ci vuole bene e ci apprezza. Noi abbiamo parlato sempre del programma e questo ci darà ragione nell’urna.
Si riferisce anche agli attacchi di Lucano e Tramacere?
Mi vien voglia di rispondere come il poeta: «Non ti curar di lor, ma guarda e passa». Noi siamo stati «soli contro tutti». La gente lo ha capito e ci premierà. Riguardo Lucano e Tramacere sono due individui che mi hanno chiesto nella precedente tornata elettorale di fare loro stessi i sindaci. Non era possibile, anche perché la decisione non poteva essere solo la mia. I motivi erano semplici: non erano del PDL, non erano e non sono adatti caratterialmente a ricoprire la carica di sindaco. Uno è un bravo medico, ma ha dimostrato di non essere capace di amministrare la cosa pubblica. L’altro è un bravo commercialista, ma ha dimostrato di non avere doti di equilibrio e serenità nel prendere le decisioni; e queste sono queste doti essenziali per amministrare bene una città.
Cosa pensa dei dirigenti del PDL locale?
«Inadeguati» e assolutamente deludenti. Pensano che il partito sia una «cosa loro». Ritengono che tutti debbano obbedire non a direttive comuni ma agli interessi personali di coloro alzano di più la voce. E’ un modo di fare politica che personalmente non condivido e che ho deciso di contrastare.
Proprio dal PDL saronnese è partita l’accusa rivolta ad Unione Italiana di essere un partito aziendale e di aver fatto una lista con dipendenti delle sue aziende e parenti. E’ vero?
Solo «2 candidati su 30» sono legati a me da vincoli professionali o familiari. Uno è mio fratello Massimo che ha deciso di candidarsi nella sua città per Unione Italiana. Penso non sia una brutta cosa che mio fratello si candidi. L’altro è un mio stretto collaboratore, che ha deciso di provare in prima persona la sfida elettorale. Direi che 2 su 30 persone sono appena il 7%. Un partito aziendale, semmai, era Forza Italia dove il 90% dei candidati, pardon «nominati», erano di aziende di Berlusconi. Ho da aggiungere che il 100% della lista sono amici. Se invece hai amici come loro non hai bisogno di trovarti altri nemici.
Qualcuno dice che Unione Italiana è poco più di una lista civica locale. Cosa ci può dire della situazione sul territorio nazionale? Come si sta organizzando il partito?
Ci sottovalutano? Se ne accorgeranno. Il movimento politico è organizzato su gran parte del territorio nazionale. Abbiamo oltre 100 tra coordinatori provinciali e consiglieri eletti che attualmente, mentre io e lei conversiamo, lavorano per selezionare e reclutare persone competenti e pronte a impegnarsi con noi per rinnovare l’Italia. Stiamo già definendo le strategie per le prossime elezioni a Milano, Torino, Napoli, Varese e altri capoluoghi di provincia. Accordi a livello nazionale ci permetteranno di avere una nutrita rappresentanza alle Camere alle prossime elezioni politiche. Questa realtà crea grave disagio a questi personaggi di provincia che non hanno saputo andare, politicamente e professionalmente, oltre le mura di casa.
Torniamo a Saronno. Il vostro candidato sindaco, l’avvocato Gilli in che cosa si differenzia rispetto agli altri candidati sindaco?
In tutto! Gilli è un galantuomo, è capace, competente, instancabile nel lavoro. E’ l’uomo giusto al momento giusto. Ha dimostrato di saper amministrare molto bene Saronno e il suo programma senza populismo e false promesse si è mostrato come l’unico dotato di concretezza e fattibilità.
Se la sente di darci una previsione per le elezioni?
Saronno farà molto scalpore, sarà un laboratorio di novità. Vedrete. Previsioni molto buone, anzi ottime! Un sondaggio assai preciso ci conferma oltre il 20%. Saremo quindi la bilancia tra PD e PDL. Difenderemo Saronno contro gli interessi particolari di alcuni elementi che hanno rovinato il PDL. Dobbiamo, però, ringraziare questi guastatori perché ci hanno dato lo stimolo per iniziare questo nuovo progetto politico. Non siamo solo un nuovo partito, abbiamo finalmente dato una alternativa agli italiani.
In provincia di Varese vi siete presentati anche in altri comuni. Quale impatto ha avuto il vostro partito sulla realtà politica locale?
Le nostre liste a Turate e Origgio si sono subito caratterizzate per aver portato una ventata di aria fresca. La cittadinanza si è subito incuriosita. Ai nostri gazebo e agli incontri si respira un clima diverso, disteso. Veniamo interrogati sulle nostre idee e progetti per la collettività; c’è entusiasmo da parte di tutti perché è palpabile la voglia di rinnovare la politica anche da parte degli elettori. A Somma Lombardo la nostra lista è stata dapprima esclusa dalla corsa al governo della città. Successivamente il Consiglio di Stato ci ha dato ragione. La nostra lista nel frattempo aveva già stretto accordi per appoggiare una lista locale e permettere immediatamente la governabilità. Anche se vinciamo i ricorsi, quello che a noi importa realmente è l’interesse della collettività. In questo ci distinguiamo dalla partitocrazia classica. La gente inizia a capirlo.
Una previsione a livello nazionale?
Elezioni ad un anno. Il partito del premier sta implodendo tra mille continue contraddizioni e dopo le regionali molti equilibri anche con i loro “fidati” alleati padani, andranno in crisi. E’ necessario un cambio al vertice per dare slancio al Paese e alla sua iniziativa economica e politica. «Si può dare di più e si può osare di più» all’Italia, come diceva la bella canzone. Noi ci proviamo.
6 commenti:
ottima intervista...mi piacete, ma non vi voto ancora!
alla prossima, quando ci sarete anche voi.... se ci sarete
20 % a Saronno mi sembra una berlusconata. Librandi se cominci a dare i numeri inizi male. Diciamo che riuscirai ad intercettare un buon 7 o 8% di voti in libera uscita dal PDL. Poi dovrai stare attento a tutti i voltagabbana che cercheranno un riposizionamento nel tuo partito. Non cedere e rispediscili al mittente.
@renato: se guardi i soli voto di preferenza presi lo scorso anno da candidati che oggi stanno con unione italiana ti accorgi che solo loro insieme hanno quasi i numeri che hai detto tu.
le tue stime, quindi, sono MOLTO al ribasso;-)
Auguri Librandi per il vostro buon lavoro su Saronno ed in Provincia.
Si vedranno i risultati....
Complimenti per i suoi preziosi collaboratori...
Un amico di Tradate.
Bene dottor LIBRANDI, lei con questa intervista ha dimostrato che creare un movimento per fare politica per una città, per un paese e per una nazione.
E' quello che ormai più schieramneti si sono dimenticati di fare.
Il modo di fare politica negl'ultimi dieci anni ha solo premiato schieramenti senza un progetto e senza una seria e valida strategia di governo.
Fino a quando si usa la politica o il partito per pochi interessi e si dimentica gli interessi degli italiani e degli elettori, credo proprio che in questo paese non esiste futuro.
Per motivi di lavoro incontro molte persone con ruoli diversi (Imprenditori e Operai) e trovo sempre di più i loro ragionamenti molto vicini.
La gente non ha soddisfazione da questa politica.
Purtroppo con alcuni strumenti, qualcuno gode di maggior consenso, ma abbiamo visto che alla fine l'Italia è il paese con il maggior numero di disoccupati e con i cervelli che dovrebbero essere valorizzati, che evadono all'estero.
Nel leggere le sue dichiarazioni all'intervista dell' amico Margutti, vedo la voglia di ripartire nel dire politica per la gente e far crescere la voglia di impeganrsi in una certa politica, mettendo davanti gli interessi degli elettori.
Speriamo al meglio, ne abbiamo davvero bisogno, buon lavoro LIBRANDI.
Enrico Vizza.
Caro Librandi, come vedi avevo previsto correttamente. Adesso in tanti cercheranno il tuo appoggio. Chiedi loro cosa pensano della privatizzazione dell'acqua, della cementificazione, se è possibile "emancipare" un bilancio comunale dagli oneri di urbanizzazione, se è possibile una riduzione degli emolumenti degli amministratori, cosa fare per favorire l'integrazione degli extracomunitari, se hanno intenzione di investire nella scuola e nei cervelli dei saronnesi.
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