venerdì 22 gennaio 2010

Processo breve: la coda 'lunga' delle polemiche

AL CAV. PIACE CORTO

Riceviamo e pubblichiamo
Ven - 22 Gen
Per Berlusconi un cittadino che incappa nelle maglie della giustizia italiana finisce in "un girone infernale: è una persona persa e il disastro per lui e per la sua famiglia è sempre enorme. Quindi, penso che i tempi dovrebbero essere molto ma molto più contenuti di quelli votati".
Secondo l'opposizione le nuove norme sarebbero state studiate e fatte approvare velocemente proprio per consentire al premier di avvalersene nei processi che lo riguardano. "Quelli che mi attaccano sono tutti intellettualmente disonesti - accusa Berlusconi-: non sono problemi di Berlusconi ma aggressioni al presidente del Consiglio. Questa è una cosa sicura e certa".
Perchè si arriva a dire che la magistratura nei confronti del premier trasforma le aule di tribunale in veri e propri "plotoni di esecuzione"?
"Noi di Unione Italiana - commenta il segretario nazionale Gianfranco Librandi - ci chiediamo perché si stia spingendo lo scontro istituzionale su questi toni, verso queste posizioni estreme? 
"Non ci stiamo - prosegue - a questo gioco fatto di attacchi e ritirate. Una strategia fatta, sembra, solo per uscire dall'angolo in cui inevitabilmente certi "problemi giudiziari" potrebbero costringere il premier.
Questo clima di tensione si auto-alimenta ma non aiuta governare, perchè pone la guancia ai ricatti interni alla coalizione. Evidenti e lampanti.

Il Paese non ha certo i problemi del premier da risolvere ma ben altro. Allora perchè tante energie politiche spese su questo argomento?"
E intanto c'è che bivacca in aula. I senatori dell'Italia dei Valori hanno trascorso la notte nell'aula di palazzo Madama. "Un'azione di resistenza istituzionale - ha spiegato Leoluca Orlando, portavoce nazionale dell'Italia dei Valori - nei confronti di una legge di eversione istituzionale ipocritamente denominata processo breve".
Una "legge-vergogna" che rappresenta "un colpo mortale inferto alla cultura della legalità e a uno Stato di diritto che l'attuale maggioranza sta trasformando in stato di impunità per i criminali".
Per il PD questa è un'amnistia per i colletti bianchi. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha ribadito che il suo partito si batterà con tutte le sue forze contro il provvedimento, che rappresenta "un'amnistia per i colletti bianchi" e ha accusato il centrodestra di essere una succursale dell'ufficio di difesa del presidente del Consiglio.

La fine di migliaia di processi. "Con il processo breve - ha detto la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro - viene decretata la fine di migliaia di processi penali e quindi ci sarà una denegata giustizia per migliaia di cittadini". Per la senatrice la maggioranza fissa "in due ore la durata di una tratta ferroviaria, ben sapendo che la vecchia locomotiva potrà farcela solo in tre ore", "dite di essere interessati a un processo riformatore, ma continuate ad avvelenare i pozzi e tentate di spacciare questa come riforma. Su di voi grava la responsabilità del clima politico".

La Lega non riesce ad uscire dalla retorica del puro slogan per difendere il premier. Il capogruppo della Lega, Federico Bricolo: "fino a pochi mesi fa eravate d'accordo con questa riforma. Quando vi siete accorti che questa riforma avrebbe riguardato anche il presidente Berlusconi, avete cambiato idea e vi siete contraddetti. Siete voi che vi dovreste vergognare". Come a dire che se non se ne fosse accorto nessuno sarebbe stato meglio?

Intanto i cittadini comuni, che non hanno decine di procedimenti in corso, si iniziano a chiedere perché il nostro caro Presidente ne abbia così tanti?
E' persecuzione?
Come l'imperatore Mausolo passò alla storia ricordato per il suo imponente mausoleo, il nostro Cav. sarà ricordato per averlo voluto corto (il processo).

Le nuove regole sulla durata dei giudizi. Le modifiche apportate al provvedimento nel corso dell'esame al Senato hanno innalzato il tetto della durata massima di un giudizio penale per reati puniti con pene fino a 10 anni, portandolo a 3 anni per il primo grado, due per il secondo grado e 18 mesi per la Cassazione. Nella versione iniziale del provvedimento il tetto massimo complessivo per i primi due gradi di giudizio e per il ricorso in Cassazione era fissato in 6 anni. Aumentato anche il limite massimo di durata del processo per reati puniti con oltre 10 anni di carcere: 4 anni per il primo grado, 2 per l'appello e 18 mesi per il ricorso in Cassazione. Per i casi di mafia e terrorismo sono previsti 5 anni per il primo grado, 3 per l'appello e 2 per il ricorso in Cassazione. Solo per questi ultimi è possibile una dilatazione di un terzo dei tempi processuali. Le norme si applicano anche ai processi in corso: destinati all'estinzione tutti i processi per reati coperti da indulto con pene massime inferiori a 10 anni, che non arrivano a sentenza entro 2 anni dalla richiesta di rinvio a giudizio. È previsto un aumento dei termini fino a 2 anni e 3 mesi in caso di nuove contestazioni del Pm. Sul fronte delle aziende è prevista l'estinzione dei processi per reati commessi prima del 2006 per i quali non si sia ancora giunti a sentenza entro 2 anni. Per i processi da celebrare equiparazione dei tempi previsti per i procedimenti a carico delle persone fisiche.

2 commenti:

Machiavelli ha detto...

un cavaliere oramai patetico.
Povero lui...e povero anche il cavallo!

Un democratico ha detto...

“Nel giorno in cui la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dichiara inammissibile il ricorso di un ministro del primo governo Berlusconi condannato con sentenza definitiva per corruzione aggravata, cosi’ riconoscendo l’equita’ del giudizio cui egli e’ stato sottoposto, la maggioranza si accinge ad un ulteriore, devastante passaggio del suo cinico progetto di disarticolazione della giustizia italiana. Al dispiegarsi di questo cinico progetto assiste un pubblico esterrefatto e sgomento di avvocati, di personale giudiziario, di magistrati, di professionisti della sicurezza e, soprattutto, di cittadini”. “Mentre questa maggioranza, tristemente ridotta al rango di mera esecutrice di ordini, parla di dialogo -prosegue il testo degli interventi di protesta dei singoli senatori democratici- rifiuta con cocciuta e inquietante determinazione ogni ipotesi di miglioramento del testo in discussione, rendendo drammaticamente trasparenti le vere ragioni del suo procedere. Vi e’ uno scenario che si intravede, alla fine di questo percorso. Questo scenario e’, ne’ piu’ ne’ meno, che lo scempio della giustizia italiana. Lasciatemelo ripetere: lo scempio della giustizia italiana. Di questo scempio vi assumete davanti al Paese tutta la responsabilita’, politica e morale”