QUALI CONSEGUENZE PER L’ACQUA A TRADATE?
Riceviamo e pubblichiamo
Premetto che nell’affrontare il tema dell’acqua a Tradate non posso dimenticare almeno due interventi importanti promossi da Amministrazione diverse che hanno centrato l’obiettivo di fornire acqua di ottima qualità a prezzi contenuti ai rubinetti dei tradatesi. A fine anni ‘80 un’intelligente scelta promossa dall’Amministrazione Lucioni, coadiuvata da un noto professionista tradatese Luigi Nicolazzi, recuperò con interventi opportuni e spese contenute un “fiume” di buona acqua consentendo forniture continue, recuperi significativi delle perdite di rete, dovute all’attraversamento della linea ferroviaria che divide la città in direzione sud/nord, a costi contenuti dell’acqua distribuita.
Altrettanto positivo l’intervento promosso “in urgenza” nell’anno 2003 in occasione della grave siccità che ha limitato la portata dell’acquedotto civico e ridotto, fino a sospenderle per alcune ore al giorno, l’erogazione dell’acqua nelle case tradatesi poste in zona collinare ed ai piani alti. Gli interventi di “rifacimento delle camicie” dei pozzi esistenti ed un piano di nuove trivellazioni hanno consentito nell’immediato di ovviare alle necessità. Del tutto comprensibile l’attenzione e la “gelosia” che le amministrazioni hanno voluto dedicare ai processi di aggregazione condotte su scala Provinciale in applicazione della legge Galli sulle acque.
Tradate, che ha mantenuto fino ad anni recenti la gestione “in proprio” dell’acquedotto civico, con i costi in sostanziale pareggio è ben abituata, si è potuta permettere buone dotazioni idriche e prezzi tra i più contenuti della Provincia,oggi ha molte giuste riserve riguardo i processi di aggregazione su base Provinciale della risorsa acqua.
L’ ATO un organismo complesso e macchinoso, totalmente sottratto al diretto controllo dei Comuni, che dovrà necessariamente tener conto delle diverse esigenze dei 141 Municipi della Provincia, con dotazione di pozzi e manutenzione delle reti diversificate non fa ben sperare per il futuro prossimo. I tempi di attuazione della nuova normativa saranno lunghi; non meno di due anni per andare a gara pubblica per il Gestore delle reti. Intanto manteniamo occhi aperti sulla gestione esistente di Prealpi Servizi. Soltanto in seguito potremo verificare… i teorici benefici locali della liberalizzazione e del Decreto Ronchi. Mi inserisco d’ufficio tra i conservatori che… rimpiangono il nostro vecchio acquedotto. Cordialmente
Dott. Fabrizio Piacentini
8 commenti:
Più che un principio "conservatore" il suo parere mi sembra impostato ad un giusto realismo supportato dai fatti.
Realismo amministrativo
che cosa dobbiamo commentare? che è uscito un decreto sull'acqua? ci aiutate a capire che cosa significherà?
Ma nel passaggio dalla gestione diretta dell'acquedotto a SOGEIVA prima ed a Prealpi Servizi poi che ruolo mantiene Tradate? Pagheremo di più l'acqua? Investiranno sulle reti?
L'idraulico.
Certo vi investiranno con nuovi costi. Si vedano i commenti in tal senso di un "esperto del settore", ben noto agli amici tradatesi, Gioacchino Caianiello.
Meditate gente,meditate.
Mi auguro di sbagliare ma ho la sensazione che presto dovremo mettere mano al portafoglio. Ovunque ci sia stata la privatizzazione del servizio si è registrato un aumento medio del costo dell'acqua del 35% con un decadimento dei servizi. Ciò è accaduto dal Nord al Sud passando per le regioni rosse.
Perché le privatizzazioni o le messe a gara non ci fanno mai risparmiare.
Il mercato per noi non funziona?
Lo scettico.
a SCETTICO
non funziona, no, perchè è un paese di furbacchioni
Anonimo avrai anche ragione, ma ora è legge dello Stato...e ci riguarda tutti. Non c'è modo di fare meglio?
L'idraulico.
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