di Gilberto Oneto e Giancarlo Pagliarini (marzo 1998)
Tutti in ferie? Anche noi vogliamo dedicarci al totale ozio. Però un 'pillolone' finale ve lo vogliamo ancora proporre, anzi due. E' un modo per capire da chi siamo attorniati, che cosa pensa, che cosa dice. Si usano frasi ad effetto, ma poi nella concretezza...
Per liberarci dalla criminalità organizzata
La mafia, la camorra e tutte le altre strutture di criminalità organizzata sono fenomeni tipicamente italiani del tutto estranei alla cultura della Padania che non ha mai generato niente del genere neppure nei momenti economicamente e socialmente più difficili della sua lunghissima storia. Fenomeni come il racket e i rapimenti sono del tutto sconosciuti alla nostra mentalità. La criminalità organizzata è penetrata nei nostri paesi solo dopo l'unità d'Italia e grazie alla connivenza e alla complicità del potere politico romano. Essa sta oggi soffocando le nostre comunità distruggendone le capacità economiche e imponendo con la violenza metodi di oppressione contro cui la nostra società non può difendersi perché è stata privata di ogni strumento: la magistratura, la polizia e il potere politico sono infatti in mano a gente foresta che proviene dalle stesse aree geografiche che hanno generato e tollerato i fenomeni malavitosi e che deve la sua posizione (e i suoi privilegi) all'esistenza stessa dello stato italiano di cui sono anche nel caso degli uomini più onesti - costretti ad accettare ogni inefficienza e compromissione. Solo l'indipendenza della Padania potrà liberare la nostra gente dall'abbraccio mortale dei tentacoli della malavita attraverso l'opera di magistrati e gendarmi padani, di cultura padana e impermeabili a ogni infiltrazione mafiosa e tendenza alla collusione. Le stesse organizzazioni mafiose se non si troveranno più a operare all'interno della stessa struttura statale cui sono legate da un patto di mutua sopravvivenza ma saranno lontane dai loro covi di origine, separate da una barriera ancora prima culturale che giuridica e dovranno muoversi in un ambiente ostile, fra gente nemica dei loro metodi e lontana dalla mentalità che le ha generate e fatte crescere.
Per l'ordine e la sicurezza
La malavita (grande o spicciola, organizzata o non) che opera in Padania è quasi completamente di importazione italiana o extracomunitaria. La percentuale dei condannati e dei galeotti nati in Padania è largamente minoritaria e riguarda nella grande maggioranza dei casi i reati meno violenti e più tipici delle società post-moderne. Si può affermare che la gestione della giustizia in Padania sia un fatto reso del tutto estraneo alla nostra gente: poliziotti, magistrati, funzionari di Tribunale, avvocati e guardie carcerarie sono in larghissima parte meridionali e i reati sono commessi in ampia misura da foresti e da stranieri extracomunitari. Oltre che dalla grande criminalità organizzata, la Padania è oggi impestata da uno stillicidio di reati commessi da un esercito di balordi, sbandati, drogati, piccoli delinquenti e mascalzoni abituali che rendono insicure le nostre strade ma anche le nostre stesse case. Si tratta di misfatti che sono particolarmente odiosi perché sono commessi contro la gente comune, contro i più deboli, contro tutti i cittadini che non sono difesi e a cui è impedito di difendersi da uno Stato inefficiente, spesso corrotto e a volte in aperta combutta con la criminalità. A volte il lassismo italiano è frutto di precise scelte politiche, come nel caso della accettazione degli immigrati clandestini e degli zingari cui vengono concessi la più totale immunità e addirittura congrui sussidi economici. Solo la presenza di una magistratura e di una polizia padane, con leggi fatte da una Padania indipendente potranno ridare sicurezza e serenità a popoli tornati padroni a casa loro e liberi di vivere secondo le proprie usanze costruite sull'abitudine al lavoro, sull'onestà e sul rispetto scrupoloso della legalità. (iconografia: una scena del film Gomorra, la storia di Marco e Ciro).
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