di Gilberto Oneto e Giancarlo Pagliarini (marzo 1998)
Girovagando qua e là in internet, ogni tanto ci imbattiamo in vere e proprie scoperte. Esilaranti o terrificanti. Eccone una ancora. A seguire le altre, se vorrete... questa volta nonostante le perplessità di dante Alighieri!
4 - Perché parliamo lingue nostre
Le lingue sono un vero DNA culturale che sopravvive nel tempo e che testimonia di avvenimenti storici e di legami etnici anche molto lontani. Gli studiosi dividono le lingue neo-latine in due grandi ceppi diversi, quelle gallo-romanze e quelle romanze meridionali. Il primo ceppo comprende gli idiomi derivati dalla sovrapposizione del latino su lingue celtiche e sono il Portoghese, il Gallego, il Francese, il Vallone, l'Arpitano (o Franco-Provenzale), il Ladino, il Romancio, il Veneto (e l'Istro-Veneto), il Friulano, le parlate Occitane e quelle Padane (o Gallo-Italiche), suddivise in Piemontese, Lombardo occidentale, Lombardo orientale, Ligure, Emiliano e Romagnolo. Il secondo ceppo comprende le parlate derivate dalla sovrapposizione del latino su lingue di tipo mediterraneo e sono il Toscano, il Sardo, il Corso, il Castigliano, il Rumeno e l'Italiano (Mediano, Meridionale intermedio e Meridionale estremo o Siciliano). 1 due grandi ceppi sono divisi dalla cosiddetta Linea Gotica, che corre sullo spartiacque dell'Appennino tosco-emiliano fra Massa e Senigallia. Le lingue parlate in Padania sono fra di loro "sorelle" e lo sono con le altre lingue gallo-romanze dell'Europa occidentale mentre hanno un rapporto di sola "cuginanza" con quelle parlate in Italia. t perciò senz'altro falso sostenere che le lingue padane siano dialetti dell'Italiano e non deve neppure trarre in inganno l'attuale diffusione del Toscano italianizzato: prima dell'unità nessuno in Padania parlava abitualmente l'Italiano che è stato imposto attraverso l'opera delle scuole, delle caserme e con la radio e la televisione. Oggi l'Italiano è da intendersi quale "lingua franca" ma le vere lingue naturali dei nostri popoli sono altre, che servono da marcatori precisi di parentele e di aspirazioni oggettive a comunanze e divisioni. Se la lingua costituisce un fattore di scelta politica, siamo certo più affini agli Occitani, ai Provenzali e ai Catalani che agli abitanti della penisola italiana.
2 commenti:
Ancora un aiutino trovato in rete
Chi ha sollevato il problema della lingua padana in tempi recenti?
Il dibattito su tutta la problematica padana è stato sollevato come conseguenza
dell’azione di un partito politico, la Lega Nord, o come reazione ad essa. Ma la linea di
quel partito in campo linguistico è sempre stata incerta. Quindi, l’equazione padanista =
leghista non è necessariamente vera.
Come conseguenza di tutta questa incertezza, oggi in Padania vi sono molti
sostenitori delle cosiddette «lingue regionali», pochissimi sostenitori della lingua
padana e moltissimi indifferenti che accettano la posizione sociolinguistica raggiunta
dall’italiano.
La Lega Nord si limita in pratica a sostenere «la lingua locale», senza specificare
che cosa questo significhi.
Nel frattempo, i cultori dei dialetti e delle parlate locali, accettano di fatto la
coesistenza tra italiano standard, o più frequentemente regionale, e dialetto padano,
come continuazione della diglossia universale che è esistita per secoli in Padania, fino al
1960 circa. Oggi, però non si può più parlare di diglossia universale, ma solo
minoritaria, in certe zone. Per molti padani, il dialetto è diventato ormai un oggetto di
studio, come se fosse una seconda lingua, per usi creativi.
ma nessuno dei leghisti obietta? non si vergognano?
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