Riceviamo e pubblichiamo
Il Consiglio dei Ministri ha definito le linee su cui si muoverà l’intervento congiunto dello Stato, delle Regioni e dei Comuni sulla questione del piano-casa.
In considerazione della materia e della competenza dei singoli livelli di governo, è stata raggiunta in sede di Conferenza unificata un’intesa fra Governo ed enti territoriali che il Consiglio ha collegialmente condiviso a seguito di un’ampia relazione del Presidente Berlusconi e del Ministro per gli affari regionali, Raffaele Fitto, che ne hanno guidato i lavori.
Prendendo atto dell’esigenza di varare interventi di politica abitativa sia per rilanciare l’economia che per corrispondere a bisogni di famiglie e cittadini, l’intesa prevede che le Regioni approvino nel termine di tre mesi proprie leggi per disciplinare interventi volti a migliorare la qualità architettonica ed il risparmio energetico, entro il limite del venti per cento della volumetria esistente, di edifici residenziali uni-bifamiliari o comunque di cubatura non superiore a 1000 metri; le leggi regionali disciplineranno altresì interventi straordinari di demolizione e ricostruzione, con ampliamento per edifici a destinazione residenziale entro il limite del trentacinque per cento della volumetria esistente, al fine di migliorarne qualità architettonica ed efficienza energetica, nonché di utilizzare energie rinnovabili. Saranno esclusi da questi interventi tutti gli edifici abusivi ed i centri storici, nonché altre aree che le Regioni riterranno opportuno rendere inalterabili.
Il ruolo dello Stato si esplicherà con il varo di un prossimo decreto-legge che al fine di velocizzare e semplificare le procedure rimuoverà, ove possibile ed opportuno (nonché d’intesa con le Regioni), i vincoli superabili. Il Governo avvierà in sinergia con Regioni ed autonomie locali uno studio per un ulteriore intervento di politica abitativa teso a soddisfare il fabbisogno di soggetti disagiati che abbiano difficoltà ad accedere al libero mercato degli immobili in affitto. Particolare attenzione, infine, sarà dedicata alla tutela della sicurezza del lavoro nei cantieri.
2 commenti:
MILANOITALIA
Il Piano Casa che non c'è
Mercoledí 01.04.2009 13:49
di Franco Mirabelli,
consigliere lombardo Pd
Finalmente dal tavolo tra il Governo e le Regioni è stato partorito il provvedimento sull’edilizia ed ora è più chiaro di cosa stiamo parlando. Si tratta di chiedere alle Regioni (a cui spetta di decidere essendo una loro competenza) provvedimenti che semplifichino ed accelerino le procedure per ristrutturare e ampliare edifici non protetti da vincoli, non collocati nei centri storici, che consentano di ricorrere a procedure più rapide per l’ampliamento delle residenze del 20 per cento in più, che incentivino, consentendo di poter contare su volumetrie superiori del 35 per cento, l’abbattimento e la ricostruzione secondo criteri ispirati alla diminuzione del consumo energetico e compatibili con l’ambiente. E’ un provvedimento che andrà letto per dare un parere, ma sicuramente una parte dei rischi presenti nelle prime proposte sembra essere scongiurato.
Certo è,però, che questo è tutto meno che un piano casa: è una misura anticiclica per sostenere le aziende edili di fronte alla crisi, consente a chi ha una casa e ha i soldi per farlo di ampliarla. Ma un Piano Casa deve servire ad affrontare il problema di tante famiglie che la casa non l’hanno, che faticano a pagare l’affitto, che non riescono a pagare il mutuo. Su tutto ciò non c’è nulla. Non ci sono stanziamenti per l’edilizia sociale, per sostenere gli affitti, manca una politica per la casa, non si capisce dove sono finiti i soldi stanziati per la Casa dal governo Prodi (550milioni) che continuano a non essere utilizzati.
Anzi se guardiamo al problema dal nostro osservatorio in Lombardia sul terreno dell’aiuto alle famiglie si sta facendo addirittura meno di ciò che si è fatto prima della crisi. Nell’ultimo bando per accedere al fondo sostegno affitti le richieste erano passate da 65mila a 70mila e si riferivano ad una fase precedente alla concretizzazione degli effetti della crisi, è quindi probabile che a giugno le richieste aumenteranno ancora in modo significativo. A fronte di queste previsioni i finanziamenti statali e regionali è previsto diminuiscano passando da 69 milioni a 60 senza che la regione abbia mantenuto l’impegno di raddoppiare il proprio contributo che è passato da 14milioni e mezzo a 19. Servirebbe un intervento più significativo della Regione ma anche la capacità di Formigoni di, anziché assecondare tutto ciò che fa il governo, battere i pugni sul tavolo e rivendicare maggiori risorse dallo Stato per far fronte alle difficoltà reali dei cittadini.
Un Paese che toglie l’ICI anche a chi ha tanto e non aiuta chi fa fatica è il Paese governato dalla destra, un Paese in cui le differenze e le ingiustizie crescono, in cui i ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri.
@ ALTRATRADATE L'analisi di Mirabelli non solo è condivisibile,ma,sopratutto nelle ultime due righe,c'è la reale differenza tra il pensiero di chi governa oggi e l'alternativa di domani.Il tanto decantato" Piano casa"è l'ennesimo NIENTE di questo governo che vive di propaganda e immagine artificiale,e ad oggi l'unico intervento "sociale" certo è l'umiliante SOCIAL CARD. Per il resto tante chiacchere,tanti sorrisi,tanti roboanti annunci e nulla più! Un saluto a tutti.
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