ORA IL VINO 'PISSAREL'
A QUANDO IL PANE?
PRIMA PUNTATA
'Pissarel': era chiamato così per l'effetto che faceva se bevuto.... chiaro, no? Il nostro Comune, non sapendo come meglio spendere i nostri soldi, vuole produrre il vino a Tradate, per motivi CULTURALI e STORICI! Ora vi diamo le notizie così come sono comparse su VareseNews: la prima risale a un anno fa (marzo 2008), quando fu coinvolta (udite, udite) una grande casa vitivinicola, la cantina Bellavista. A distanza di un anno (23 febbraio 2009) una notizia differente: non si sa nulla del precedente contatto con Bellavista e non si conosce chi gestirà questa operazione di pura immagine. Vi racconteremo nelle prossime puntate quanto è costato alle casse comunali il terreno, circa 8 mila metri quadrati in zona Madonna delle Vigne. Non lo scriviamo ora l'importo, perché vi faremmo imbufalire subito... Seguiteci: vi racconteremo tutto in due o tre puntate!
Tradate (4 marzo 2008) - Il Comune ha acquisito da quattro anni un terreno dove un secolo fa si produceva vino. L’interessamento della cantina Bellavista che effettuerà un sopralluogo martedì pomeriggio
Dalla Franciacorta un vino per Tradate
Tradate potrebbe tornare presto, molto presto, a produrre vino. In un terreno di proprietà del Comune, nella rinomata area verde della “vignalunga”, così chiamata proprio per la vocazione viticola dell’area ancora alla fine dell’800, dove, secondo la tradizione popolare, si produceva dell’ottimo vino.
Dopo le richieste del comune, che aveva acquistato l’area, oltre 10 mila metri quadri, circa quattro anni fa proprio con lo scopo di tornare a produrre vino, hanno risposto all’appello i responsabili della Cantina Bellavista, produttrice dell’omonimo vino della Franciacorta. Il sopralluogo dei tecnici e responsabili sul terreno interessato è fissato per martedì pomeriggio. Da qui si verrà a sapere se a Tradate si tornerà a produrre vino o se resterà soltanto un sogno.
Martedì 4 Marzo 2008 M.S. redazione@varesenews.it
Dalla Franciacorta un vino per Tradate
Tradate potrebbe tornare presto, molto presto, a produrre vino. In un terreno di proprietà del Comune, nella rinomata area verde della “vignalunga”, così chiamata proprio per la vocazione viticola dell’area ancora alla fine dell’800, dove, secondo la tradizione popolare, si produceva dell’ottimo vino.
Dopo le richieste del comune, che aveva acquistato l’area, oltre 10 mila metri quadri, circa quattro anni fa proprio con lo scopo di tornare a produrre vino, hanno risposto all’appello i responsabili della Cantina Bellavista, produttrice dell’omonimo vino della Franciacorta. Il sopralluogo dei tecnici e responsabili sul terreno interessato è fissato per martedì pomeriggio. Da qui si verrà a sapere se a Tradate si tornerà a produrre vino o se resterà soltanto un sogno.
Martedì 4 Marzo 2008 M.S. redazione@varesenews.it
Tradate (23 febbraio 2009) - Iniziati i lavori ad Abbiate Guazzone dove già nell’800 erano presenti pregiati vigneti. Non si conosce ancora chi si occuperà della produzione
Si prepara il terreno per il vino di Tradate
Il vino di Tradate è sempre più vicino. È iniziata nella giornata di lunedì la lavorazione del terreno di via Madonne delle Vigne, che l’amministrazione comunale ha deciso di dedicare esclusivamente alla viticoltura. Non si conosce ancora il nome di chi gestirà il terreno, di proprietà del Comune, e che farà crescere l’uva per la produzione di vino (l’incarico sarà affidato nei prossimi mesi), ma come stabilito in passato il terreno sarà destinato alla viticoltura e in questi giorni viene effettuata la preparazione dell’area.
Il Comune aveva acquistato un terreno, circa 8 mila metri quadri, dietro la chiesetta della “Madonna delle vigne”, di Abbiate Guazzone. Terreno che fino all’800 ha prodotto vigneti per, si dice in paese, realizzare un ottimo vino. Poi una malattia colpì le viti ed eliminò ogni coltivazione di questo tipo nella zona.
“Certo il terreno non è grandissimo - aveva dichiarato in passato il primo cittadino, Stefano Candiani -, ma il nostro obiettivo è soprattutto quello di far riemergere un pezzo di storia oggi dimenticata. Lo scopo non è certamente quello commerciale, ma se dovesse anche portare qualche vantaggio alle casse del comune, nessuno potrà dire che si buttano via i soldi”.
Lunedi 23 Febbraio 2009
M.S.
redazione@varesenews.it
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