domenica 8 febbraio 2009

Troppo importante per non discuterne tra di noi...(1)

«Farla sopravvivere è andare contro natura»
Il filosofo cattolico: la Chiesa e il governo politicizzano una cosa metapolitica

Pubblichiamo l'articolo del Corriere che ci è stato suggerito; se volete impostiamo una discussione partendo proprio da questi presupposti.

MILANO — «Ma ancora non c'è nulla di deciso, vero?», chiede Giovanni Reale. «Il decreto del governo è un errore, si oppone all'idea di libertà su cui è radicato il concetto occidentale dell'uomo. E lo dico da cattolico». «Napolitano ha fatto il suo dovere di Presidente, ha richiamato l'attenzione sulla sostanza della Costituzione. Un uomo saggio. Almeno uno».«Sopravvivenza a prezzo di vita». Quando entra nel merito della vicenda di Eluana Englaro, cita il francese Jean Baudrillard. Da 17 anni, per Reale, Eluana Englaro sopravvive a prezzo della vita. «La tesi portata avanti da molti uomini della Chiesa, e ora anche del governo, è sbagliata e va corretta — dice il filosofo —. Nel caso di Eluana vedo un abuso da parte di una civiltà tecnologica totalizzante, così gonfia di sé e dei suoi successi da volersi sostituire alla natura. Si è perduta la saggezza della giusta misura. La Chiesa, e il governo insieme a lei, sono vittime di questo paradigma culturale dominante». Racconta di sua madre. «Era all'ospedale con il cancro, i medici volevano riempirla di tubi. "Potremmo prolungarle la vita di qualche mese", dicevano. Io ero frastornato. È stata lei a decidere: lasciatemi morire a casa, nel mio letto. In quel periodo stavo traducendo il Fedone di Platone e anche lì, con parole diverse, ho ritrovato il senso di quel desiderio di mia madre. Quando Socrate deve bere la cicuta, qualcuno gli suggerisce: "C'è ancora qualche ora, attendi finché il sole non sia tramontato". Ma non ha senso aggrapparsi alla vita quando ormai non ce n'è più». Se mi trovassi nella condizione di non aver più speranze di guarigione, aggiunge Reale, «non avrei dubbi su cosa scegliere».

Anche la Chiesa condanna l'accanimento terapeutico. Ma un sondino per l'alimentazione è accanimento terapeutico? Su questo ci si divide. «La Chiesa dice molte cose sagge. Per esempio: si può rinunciare all'utilizzo di procedure mediche sproporzionate e senza ragionevole speranza di esito positivo. Ed è proprio questo il caso di Eluana: qui non c'è stata proporzione e non c'è nessuna ragionevole speranza di esito positivo. E allora? Perché questo accanirsi contro di lei?». Reale, da credente, rivendica la libertà di coscienza dei cattolici sul caso di Eluana. Di più: dice che la libertà di coscienza «è un preciso dovere morale» e si affida a un'altra citazione, questa volta un aforisma di Gomez Davila: «Ciò che si pensa contro la Chiesa, se non lo si pensa da dentro la Chiesa, è privo di interesse». «Ecco — riprende — molte critiche che vengono dall'interno sono costruttive. Io critico il paradigma culturale che vorrebbe tenere in vita Eluana contro la natura, e la fede con questo non ha nulla a che fare, la fede è al di sopra della cultura, il suo compito è fecondare la cultura stessa».

Se il diritto alla vita perde la precedenza su tutti gli altri valori, sa anche lei quale potrebbe essere il prossimo passo: parlare in termini meno ideologici di eutanasia. «Errore. Io non lascio aperto nessuno spiraglio all'eutanasia. Non dico: fammi morire. Ma: lasciami morire come ha stabilito la natura. Né io, né tu. La natura. Prendiamo il caso di Piergiorgio Welby, che ho seguito da vicino. Welby sostanzialmente non disse: staccate la spina. Ma: lasciate che la natura faccia il suo corso, non fatemi restare vittima di una tecnologia che costruisce qualcosa di sostitutivo e artificiale rispetto alla natura. È un'affermazione identica a quella che si dice abbia fatto Giovanni Paolo II: lasciatemi tornare alla casa del padre. Il secondo aveva fede, il primo no. Per Welby era andare nella notte assoluta, per il Papa nella vita. Ma dal punto di vista umano è la stessa condivisibile richiesta». A complicare il caso di Eluana c'è la questione della ricostruzione della sua volontà presunta. «Chi più del padre e della madre ama quella ragazza? Mi sembra che nessuno più di loro abbia il diritto di dire che cosa avrebbe voluto fare la figlia, ora che lei non è più in grado di esprimersi».

Giovanni Reale in più occasioni, durante questa intervista, usa il «noi»: «Noi pensiamo che la vita di Eluana sia artificiale». «Secondo noi questo sistema che si è sostituito alla natura per un tempo così spaventosamente lungo è aberrante». Reale parla per sé, ma la sua non è una voce isolata. Attorno al diritto all'autodeterminazione e all'idea di libertà di coscienza dei cattolici si è costituito un gruppo di filosofi: da Vito Mancuso a Roberta De Monticelli, da Vittorio Possenti a, appunto, Giovanni Reale, le «intelligenze più acute del cattolicesimo italiano», come li ha definiti Luigi Manconi su L'Unità. Che succede ora: nella Chiesa si arriverà a una sintesi? «Gettiamo semi, non tocca a noi raccogliere frutti. Speriamo li diano. Ma l'errore che con Eluana stanno facendo religiosi e uomini di governo è di cadere nella politicizzazione di qualcosa che con la politica non c'entra niente, che è metapolitico».

7 commenti:

Anonimo ha detto...

IL CORAGGIO: DI METTERCI LA FACCIA.
L’attualità di questi giorni e gli argomenti in discussione sui giornali e nella cronaca politica interrogano in profondità le coscienze delle donne e degli uomini su temi di capitale importanza. Sui valori che non sono sindacabili, sulla vita, sulla nostra responsabilità individuale, su principi ed i sistemi di regole che devono ordinare e sostenere la società e la politica.
Non credo ci si possa esimere dal prendere posizione, come individui che operano nella società e nella politica, chiedo quindi ospitalità alle vostre pagine che mi paiono disponibili ad un confronto franco, certo di poter incontrare e confrontare diverse opinioni. Nulla è peggio del rumoroso silenzio di chi non ha idee, ha paura ad esprimerle o attende di poter salire, buon ultimo, sul carro del vincitore del momento.
Due temi fondamentali hanno animato cronaca e dibattito politico in questi giorni ed in queste ore: il PACCHETTO SICUREZZA approvato dal Senato che contiene molti provvedimenti in attesa di conferma a Montecitorio per poter essere resi operativi; su alcuni dei quali, come la possibilità di denuncia dei clandestini da parte dei medici, DISSENTO APERTAMENTE-
Riguardo l’intervento del Governo sul caso Englaro, a mezzo decreto legge, non controfirmato dal Presidente della Repubblica Napolitano e poi trasformato in disegno di legge da doversi esaminare con corsia preferenziale al Senato della Repubblica, dichiaro apertamente il mio SI per l’intervento dell’Esecutivo, ben conscio dei rumori di fondo sollevati e del significato “costituzionalmente eversivo” che in molti intenderanno ricordare, dei contenuti “golpisti” che i Forcaioli di turno non mancheranno di appiccicare all’estremo tentativo del Governo di fermare un treno in corsa verso il baratro. Dimenticavo le interpretazioni “psicologiche” che si vorranno dare all’operato, certo inusuale del Governo guidato da Silvio Berlusconi. Basta scorrere i lanci della stampa internazionale e della gran parte di quella italiana per prenderne atto. Questa volta l’Esecutivo ha operato senza rete di protezione, in aperto contrasto con i sondaggi in corso, senza paura di essere minoranza.
E’ un salto nel vuoto? Un colpo di testa? Un’estrema soggezione all’oltre Tevere? O un ulteriore tentativo di sparigliare le carte dell’opposizione? Questi dubbi li lascio alla riflessione degli interlocutori senza celar loro la paternità di questa pagina scritta da un italiano di cultura laica e militanza politica riformista che in questo caso ha avuto il coraggio di metterci la faccia.
FABRIZIO PIACENTINI, già Capogruppo FI al Consiglio Comunale di Tradate,CDA Parco Pineta-

Anonimo ha detto...

A PIACENTINI
MA LEI PER CASO NON è UN EX SOCIALISTA? E VIENE AD AFFERMARE CHE IL DECRETO LEGISLATIVO (ERA DECRETO LEGGE) NON è IN TALE MATERIA UNA COSA ESAGERATA E QUASI GOLPISTA? LEI ERA IL CAPOGRUPPO DI FORXA ITALIA? LEI è NEL PARCO PINETA?
ORA CAPISCO TUTTO....NON SI METTA IN MOSTRA PER QUESTE COSE, SI METTA IN MOSTRA PER IL LAVORO CONCRETO CHE EROGA PER LA SUA CITTA' E PER IL PARCO PINETA, PERCHè QUALCHE RESPONSABILITà IL SUO PARTITO CE L'HA PER IL CEMENTO E LEI ERA IL CAPOGRUPPO ....PARLI DI QUESTE COSE...MI HA DELUSO!

Anonimo ha detto...

...A CATTOLICO TRADATESE:
se mettersi in vista vuol dire avere un'opinione e manifestarla,...spiacente continuerò a farlo.
Da Socialista riformista,oggi in Forza Italia, credo di essere in numerosa e qualificata compagnia.
Consiglio di rileggere in toto il mio intervento precedente, con l'attenzione che ho dedicato alla sua replica
Cordialmente
FABRIZIO PIACENTINI.

Anonimo ha detto...

a PIACENTINI

HO RILETTO IL SUO TESTO E NON HO CAMBIATO PARERE.....comunque grazie

Anonimo ha detto...

Per Berlusconi "sarebbe ora di mettere mano alla prima legge dello stato".
Italia = azienda...
consiglio dei ministri = consiglio di amministrazione. Non capisce cosa c'entra Napolitano, non ha il senso della Repubblica e della democrazia!
Adesso cercherà un notaio e un commercialista e cambierà la Costituzione, tanto ha il pacchetto di maggioranza, giusto?

Anonimo ha detto...

Le prese di posizioni che condizionano temi come aborto, eutanasia, testamento biologico hanno a mio avviso tutte pari dignità. Ho votato si all'aborto ma la mia illusione utopica è che in Italia non ci siano aborti. Ora è 15 anni che l'Italia aspetta una legge sul testamento biologico. Perchè bisogna farne una in tre giorni,ad personam, rischiando di promulgare una pessima legge? Perchè il Presidente del Consiglio, rimasto fuori volutamente dal gossip su Eluana fino a qualche giorno fa, è entrato ora in gamba tesa su tutti? Cosa c'e' dietro? Vi sembra corretto strumentalizzare una vicenda come questa e mortificare un padre che da 17 anni lotta civilmente e garbatamente per una disgrazia capitata a sua figlia?

Anonimo ha detto...

Carissimi lettori del blog "Altratradate", un mio amico, poeta durante le ore del suo tempo libero, ha scritto un messaggio su Facebook, titolandolo: "Vergogna", pensando al papà di Eluana, accusato, in quel brevissimo messaggio, di egoismo.
Io ho risposto a questo amico, e con le stesse parole, riportandole fedelmente, partecipo al confronto aperto su "Altratradate".
Grazie per l'attenzione.
Così ho scritto:
"Caro Luigi, poeta del mondo contemporaneo,
tu che canti l'anima e il cuore delle persone, dovresti ritirare quella parolaccia rivolta al papà di Eluana, "Vergogna", scritta su fb, penso, in un momento irrazionale e troppo emotivo.
Lui, il papà di Eluana, rispetto a noi, ha agito per amore, solo per amore.
Amare è sapere salvaguardare la vita, difenderla, sostenerla, e suo papà lo ha fatto, ma anche saper accettare la morte che si era già annunciata 17 anni or sono.
La natura l'avrebbe già consegnata nelle gelide ali della morte; la mano dell'uomo ha invece cercato di salvarla, tentando di restituirla, anche con un miracolo, ad un'esistenza accettabile, seppur con i limiti che la situazione impone, ma così non è stato per 17 lunghi anni.
Quella persona, meravigliosa e stupenda nella vita, era così diventata solo un'immagine indebolita, deturpata, profondamente segnata di se stessa. Il suo respiro non era il respiro della vita e della speranza, ma il soffio della morte e della sconfitta a cui nessuno voleva arrendersi.
I suoi genitori, al di là della volontà di Eluana, effettiva o presunta, si sono invece arresi, e lo hanno fatto per amore, senza voler possedere una figlia, oltre il tempo ragionevole e giusto, che ormai apparteneva di più al cielo che alla terra.
Il viaggio di ritorno di quell'anima era infatti già iniziato da tempo, mancava l'ultimo respiro terreno del corpo per completare il passaggio, l'andare oltre il tempo, gli spazi, le forme, della finitezza della vita terrena.
Ed infatti, mentre tutti si aspettavano tempi più lunghi, secondo il protocollo medico, la morte è arrivata repentina e inaspettata, perchè ormai tutto, annunciato nei cuori dei suoi genitori, si era compiuto.
Egoisti siamo noi che tratteniamo, che possediamo, che da deboli, di fronte al limite estremo, la fine della vita e l'inizio del cammino verso la morte, ci imponiamo nel volere per noi ciò che non ci appartiene più, perchè dopo un cammino, purtroppo breve, sulle vie del mondo, si sta per ritornare nella casa del Padre del cielo; così è stato infatti per Eluana.
La paura della morte sta dietro e dentro ciascuno di noi, desideriamo allontanarla, anzi, sconfiggerla, nel trattenere una vita che ormai non è, e non era più da troppi anni.
Sacra è la vita, ma altrettanto sacra è la morte a cui nessuno può sottrarsi, tranne l'amore che la sconfiggerà nel tempo della risurrezione.
Il papà di Eluana, attraversando il dolore, con la morte nel cuore, ha accettato non solo il desiderio di sua figlia - nemmeno io vorrei essere nè intubato nè alimentato perforandomi la pancia oltre un tempo ragionevole - ma per amore e per fede ha donato alle porte del cielo l'anima di sua figlia che ora è nel regno della luce, nel cuore del Padre per una vita che non avrà mai fine.
La vergogna è di coloro che non riescono a comprendere, che gridano all'assassinio, quando invece chi ha agito, il papà, i medici, lo hanno fatto per rispettare la libertà di amare, che è anche soffrire il dolore del mondo, ma soprattutto affidarsi al Cielo, nel silenzio e nella solitudine, certi che ora per Eluana è giunto il giorno in cui non conoscerà mai più il suo tramonto.
La pace abita ora nel cuore di Eluana, la consolazione abiti nel cuore dei suoi genitori che meritano tanto rispetto e gratitudine per le prove che hanno dovuto affrontare e superare nella loro vita.
Il Cielo li benedica".

Carlo Uslenghi