Riceviamo e pubblichiamo
Leggo su Varesenews che nella Scuola Media di Tradate è stato ricostruito, sponsorizzato interamente dal Comune, il cosiddetto “block 31”, l’area riservata al gioco dei bambini nel campo di Birkenau. In questa ricostruzione poi i ragazzi di terza media Tradate hanno simulato di essere i bambini ebrei con tanto di tatuaggio, stella gialla e da ultimo l'ingresso nelle docce dove hanno trovato dei manichini senza testa. Vi confesso la mia perplessità, ho più di 50 anni e pochi anni fa ho visitato Auschwitz. All'ingresso il mio organismo ha alzato tutte le possibili barriere perché nessun dolore e nessuna emozione potesse farmi soffrire. Eppure ho respirato non solo il senso dell'orrore, ma quello del Male Assoluto incarnato in una organizzazione di sterminio di uomini, donne e bambini. Ora ogni volta che ci penso mi commuovo.
Riporto una dichiarazione che ho trovato nell'articolo: «È stato studiato tutto per i ragazzi di terza media, senza immagini shock – spiegano dal Comune -. È vero che è un percorso che può provocare emozioni forti, ma non vogliamo sconvolgere gli studenti. Solo far comprendere loro quanto accaduto» (confidiamo supportati dal parere di qualche psicologo n.d.r.)
E' giusto che i ragazzi sappiano, fa parte della Scuola dare loro una cultura, ma fino a dove?
Premetto che non sono un genitore, ma dal mio punto di vista ritengo che, se lo fossi, toccherebbe a me decidere se mio figlio di 13/14 anni debba avere delle emozioni forti, dove averle e quando averle!
E se la vita dovesse riservargliene, per qualche disgraziato motivo, penso che vorrei essergli vicino in prima persona.
Non so cosa possa aver provocato questa esperienza nei ragazzi, forse in alcuni forti emozioni, ma se in altri fosse stato preso come un gioco? Non sarebbe anche peggio?
Mi chiedo se dietro queste iniziative non ci sia una specie di vuoto educativo da parte dei genitori e più in generale degli adulti, una specie di delega in bianco alla Scuola che deve occuparsi di tutto, anche spiegare ai nostri figli il significato della Vita e della Morte: non penso sia suo compito. In alcune cose è imprescindibile la presenza e l'importanza dei genitori.
Purtroppo assistiamo molte volte ad una specie di deresponsabilizzazione dei genitori; all'educazione di mio figlio ci deve pensare la Scuola, a sorvegliarne il buon comportamento la Polizia e i Carabinieri (oggi è di moda anche l'Esercito). Forse non è proprio così!
Mauro Prestinoni
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