martedì 6 luglio 2010

Le truppe del Papa

IL VECCHIO SILVIO

Perché nel Partito delle libertà si contestano sempre di più le correnti, che tali non sono, e continuano a nascere fondazioni?
Perché sembra venire meno una strategia unitaria e quasi tutti i dirigenti e i parlamentari, per ora ancora riservatamente, affermano una sorta di ingovernabilità del Pdl, sempre più in balia di colonnelli senza truppe e senza carisma?
Perché tanta lotta e tanta attenzione solo per Fini ed i suoi interventi, anche i più normali e ragionevoli? E perché Berlusconi condanna le correnti e le aggregazioni e poi le benedice con discorsi ed interventi loro diretti direttamente o per telefono?

Il Capo sa bene che l'unica realtà effettivamente solida e dissenziente è quella di Fini: le altre sono tutte più addomesticate e addomesticabili, emanazione della sua volontà variamente interpretata dai suoi capitani e colonnelli. Naturalmente non gli fanno paura anche per un'altra ragione: non contano nulla, non hanno un peso effettivo, non esprimono un discorso e una leadership e nemmeno proposte organiche.

Berlusconi sa bene che via lui, i suoi numerosi e potenziali eredi spariscono in un colpo, dentro e fuori da disegni diversi e forse ora non prevedibili. Immaginiamo per un attimo un Berlusconi sparito alle Bahamas ed un congresso del Pdl, dove si scontrano gli epigoni, in una lotta tra Bondi e La Russa, Quagliarello e Cicchitto, Verdini e Gelmini, Brambilla e Rotondi.

In quell'immaginario scontro tra titani, alla ricerca del successore di Cesare, non ci sarà bisogno dello shakespeariano discorso di Antonio al popolo romano, perché il tragico della grande assenza sarebbe subito trasformato nel ridicolo delle presenze.
In un partito democraticamente inesistente ed in un popolo deluso e bisognoso di politici veri, di quale seguito sarebbero dotati questi gerarchi di un esercito bisognoso di un generale a cinque stelle?

Berlusconi, pur nello stato di confusione che sta vivendo, è consapevole di tutto ciò, si aggrappa ai suoi ufficiali-attendenti ben sapendo di essere solo e di dover sopravvivere a se stesso.

Nel fuggifuggi di una nave in tempestosa difficoltà potrà tendere al comando solo chi avrà denunciato errori di rotta e di comando, chi avrà capacità di leadership alternativa e lo avrà già, almeno in parte, dimostrato.

Fini, checché ne dicano i direttori di Libero e del Giornale, ha più truppe potenziali di quante non gliene si attribuiscano.
Molti rischiano di fare l'errore di Stalin che chiedeva ai suoi generali quante divisioni avesse l’esercito del Papa. La risposta la diede la Polonia di Wojtyla che si trascinò dietro l'impero sovietico.
Aventino Frau

1 commento:

Anonimo ha detto...

Direi perfetto, se non per la mancanza di un elemento:
la caduta di Berlusconi condurrà con se anche l'Italia (almeno per un periodo di tempo attualmente nonprevedibile) perchè non c'è, al momento, una forza politica o una coalizione in grado di sostituirlo credibilmente.
Finchè non sarà trovato un nuovo equilibrio tra le forze politiche (anche diverso da quelle che attualmentesono in parlamento) in grado di formare un governo effettivamente rappresentativo del Paese.
Purtroppo i guasti della cultura berlusconiana sono penetrati nel profondo delmododi essere itliani e nonsarà facile estirparli.