venerdì 28 maggio 2010

La famiglia vero ammortizzatore sociale. Ma il governo la ignora.

Sui giornali abbondano i commenti alla Finanziaria. Voi cosa ne pensate? Siamo curiosi di conoscere l'opinione dei nostri lettori; vi proponiamo questo articolo come spunto di discussione.

Parola d'ordine: "stringere la cinghia". La manovra arriva tra lodi e proteste. C'è chi definisce questo un "cortocircuito politico" per il governo a causa della mancanza di un intervento strutturale in primis contro l'evasione fiscale che, invece, sembrava sarebbe stato uno dei cardini della Finanziaria: semplicemente "evaporata"?

Mentre i magistrati si ribellano "gridando all'attentato alla loro autonomia", i parlamentari puntano i piedi per evitare la riduzione di circa mille euro ai loro compensi che ritengono "spese essenziali per il funzionamento della democrazia". Fai e Wwf si schierano contro la sanatoria edilizia che definiscono "un condono mascherato".

Dopo anni di rassicurazioni ottimistiche, agli italiani è richiesto ora di farsi carico di una situazione difficile e pesante. Proprio ora sarebbe l'occasione per mostrare "massima trasparenza".
Non sono, invece, in questa direzione l'aver, forse, accantonato il controllo della ragioneria dello Stato sui conti di Palazzo Chigi e della Protezione civile; la riduzione del 20 o del 10 per cento sui rimborsi ai partiti, mentre prima si parlava di dimezzarli; la scomparsa di misure sulle stock-options dei banchieri.

I segnali sembrano indicare che a fare i sacrifici e le rinunce saranno sempre i soliti.

Le uscite secondo il premier Berlusconi sono "fuori controllo". Chi sono gli agnelli sacrificali di queste misure da "lacrime e sangue" è molto chiaro: regioni e dipendenti pubblici. Per Roberto Formigoni "la manovra non è sostenibile, il ridimensionamento sarebbe del 30%"; per i cittadini sono a rischio l'11% dei servizi.

La paternità della manovra é di Tremonti, Feltri non ha dubbi. Così come non ha dubbi a sostenere che è necessario "ridimensionare lo stato sociale, altrimenti detto welfare, adesso impotente e di tipo comunistoide".

Ma in questo stato sociale che vogliamo azzerare, limitare, minimizzare non ci si accorge dell'importanza che ha sempre svolto e continua a svolgere, tra mille difficoltà, la famiglia?

Dove sono le tracce di un intervento strutturale?

Ci sono interventi che per alcuni sembrano non essere mai opportuni; interventi che, invece, sono necessari e che proprio in momenti di crisi [come quello che stiamo attraversando] potrebbero essere posti in essere andando oltre gli interessi particolari che sarebbero, in tempi normali, altrimenti intoccabili.
Per il Sole24ore è la famiglia "l'argine della crisi". La famiglia ha assorbito e contrastato il colpo della perdita e del mancato ingresso nel mondo del lavoro dei figli.

Sono stati i figli le vittime privilegiate della crisi. Secondo dati Istat, infatti, solo nel 2009 è diminuita di 332 mila unità l'occupazione tra i giovani di 15-34 anni. La convivenza prolungata in casa si è prolungata ed è divenuta sempre più forzosa. Il 40 per cento degli intervistati, che tempo fa furono definiti i "bamboccioni", invece, dichiara di essere costretto a restare con i genitori a causa di difficoltà economiche.
In Italia milioni di donne e uomini saranno costretti a "rimanere figli per sempre" (!).

Al sud il dramma è ancora più diffuso e profondo. Due milioni di ragazze e ragazzi "non lavorano e non studiano", per Irene Tinagli su La Stampa "sono loro la prima vittima non tanto dell'attuale manovra ma in generale della crisi".

Oggi in Italia le difficoltà economiche per avere dei figli sono enormi. Un taglio alla spesa sociale, una contrazione nello stato sociale, ignorare la famiglia significa rendere questo problema ancora più radicato nel tessuto sociale del paese.

Per guardare davvero il futuro, se vogliamo davvero farlo, possiamo chiedere sacrifici al Paese solo per loro, per i figli.

di Andrea Margutti

questo articolo è stato tratto dal sito di Unione Italiana

7 commenti:

camicia verde ha detto...

Noto con disappunto che sul blog a volte prendono piede discussioni da bar, tipo quelle sulla intelligenza scolastica del figlio di Bossi, ma sulle questioni importanti moltissimi si astengono.

Giorgio ha detto...

credo che Andrea abbia ben centrato la questione, individuando la famiglia come uno dei fattori di 'stabilizazzione' dell'Italia.
Questo vale dal punto di vista economico.
Dal punto di vista sociale, potremmo aprire un discorso sul ruolo della famiglia nella educazione, ruolo che è in fase di abbandono ed è stato sostituito dagli amici e dalla TV per i comportamenti.

hope ha detto...

la famiglia è senza dubbio un baluardo che difende i più deboli da questo momento di crisi.

difende, o dovrebbe difendere, gli anziani, i figli, i fratelli e le sorelle in difficoltà e anche gli amici.

è una questione di cultura non solo di possibilità. questa cultura è la cultura e il sentimento su cui poi si fondano le comunità più allargate, dai cittadini del paese ai cittadini della nazione, al popolo italiano.

quelli che vogliono dividere, che vogliono separare, sono a mio avviso persone che non hanno voglia di rimboccarsi le maniche, egoiste, non hanno lo slancio verso il prossimo che sia fratello, figlio o cittadino.

il pericolo di questa cultura è che può davvero cambiare il nostro essere e il nostro agire in modo profondo. che fine ha fatto la solidarietà? è bollata solo come assistenzialismo da quei fannulloni della lega! e il governo si dimentica di tutto, della famiglia e quindi di tutti noi! ma che politica è mai questa?

Anonimo ha detto...

a HOPE
si spera che la tempesta dei cretini e degli incolti e dei furbi e dei ladri prima o poi passi!

Mauro Prestinoni ha detto...

Complimenti Andrea. Aggiungerei anche una riflessione sul modello di famiglia (?) che ci viene fatto passare dalle televisioni del premier. Per non dire di certi progetti educativi per i ragazzi
che vedono i centri commerciali come luoghi di incontro.

Andrea Margutti ha detto...

Grazie Mauro,

in effetti la non-cultura televisiva da un lato e la cultura dei "non luoghi" (dove si resta parcheggiati per ora a far nulla...) dall'altro sta sgretolando poco alla volta la nostra società.

Meglio dire le cose come stanno...!

Buona serata

verde non padano ha detto...

@ camicia verde

è più facile spararle...che dirle..;-))))