venerdì 30 aprile 2010

PdL nella bufera per un centro commerciale??

Concussione ex Maino, Paggiaro conferma le accuse in aula
Al processo contro Nino Caianiello il costruttore è stato ascoltato per cinque ore. "I soldi delle mazzette servivano per la politica". La difesa: "Accuse assurde"

(da Varesenews) Al processo per la vicenda ex-Maino a carico di Nino Caianiello e Piermichele Miano è stato oggi il giorno del grande accusatore: il costruttore Leonida Paggiaro, sulle cui dichiarazioni, confermate in aula in cinque ore di deposizione e controinterrogatori, si basa il procedimento. L'accusa è di concussione in relazione al procedimento per l'ex Maino (progetto Esselunga) di Gallarate.
I fatti contestati risalgono al periodo 2002-2004. Tutto nasce da 950 milioni di lire di oneri da pagare su un'area da poco acquistata, la ex-Digital: Paggiaro ha spiegato di non essere convinto di doverli sborsare, di essersi confrontato con il Comune e di aver ricevuto dall'allora capo dell'ufficio tecnico Gigi Bossi il contatto con Caianiello, che a sua volta gli raccomandò Miano come professionista. Anche il sindaco Mucci, riferisce sempre Paggiaro, nella circostanza avrebbe suggerito di fare riferimento a Caianiello, vero dominus politico della situazione: «Non si muoveva foglia che non volesse, nel sud della provincia», ha detto Paggiaro ai giudici. Sulla ex-Maino, acquisita da alcuni proprietari precedenti, dopo un primo progetto di Miano vi fu l'interessamento di Esselunga e si modificò di conseguenza il progetto. «I guai cominciarono a questo punto», ha spiegato in aula Paggiaro, con le richieste di pagamento per portare avanti la pratica: 250 mila euro che Paggiaro avrebbe pagato in due tranches, in contanti fatti arrivare dalla sua banca svizzera tramite corrieri, come lo stesso Paggiaro ha dichiarato. Una prima tranche da 150mila euro a novembre 2002, nelle mani di Miano – che secondo Paggiaro ne trattenne una parte, contro i patti – e una seconda da 100mila nei mesi seguenti, versata, visto il precedente, direttamente nelle mani di Caianiello, presente anche Miano. «Se non paghi non ti posso far avere questa concessione», avrebbe detto Miano a Paggiaro; «o paghi o qui non costruisci» avrebbe ribadito Caianiello allo stesso Paggiaro. «I soldi richiesti a me erano per la politica, mi fu detto», spiega ancora il costruttore.

Delle richieste di soldi Paggiaro afferma di aver parlato con i familiari, con geometri, e persino con un esponente delle forze dell'ordine. Paggiaro ha anche riferito alcuni nomi che Caianiello gli avrebbe fatto: «Gigi Bossi, il sindaco Mucci, e altri che non ricordo». Le due tranches però non bastarono, sempre stando a quanto riferito da Paggiaro: a questo punto chiese indietro i 250mila euro, pronto a rinunciare all'affare con Esselunga. Ma i soldi non c'erano più. Furibondo, arrivò persino, dice, a mandare un fax a Berlusconi (senza risposta) lamentandosi di Caianiello. In seguito Paggiaro ha affermato di aver ricevuto un'ulteriore richiesta da Miano, per cifre dai 100mila euro in su, all'inizio del 2004, respinta.

A complicare il quadro è poi la vicenda familiare del Paggiaro, finita in una serie di cause, e su cui la difesa gioca molto. L'affare Esselunga alla fine è stato chiuso dalle familiari del costruttore. Non da lui. A "sfilargli" le aziende di famiglia moglie e figlie, con la partecipazione di professionisti "di fiducia". Paggiaro se ne accorse, sostiene, solo nell'autunno 2004. Si ritrovò senza soldi, dice sempre il costruttore, salvo riprendersi grazie ad un socio e alla nuova convivente, figlia di un imprenditore. A fine 2004, Paggiaro afferma, Miano sarebbe tornato ancora alla carica pregando Paggiaro di convincere sua figlia a pagare la cifra richiesta a inizio anno. Richiesta non accolta dal costruttore.

I legali degli imputati (avvocati Talamona, Besani, Cicorella) hanno risposto per le rime: perchè Paggiaro denunciò solo nell'aprile 2005? E perchè tre giorni dopo averlo denunciato era di nuovo a cena con Caianiello? Aveva o no fatto pressione su Miano perchè bloccare l'affare Esselunga passato in mano alla figlia? Era poi davvero solo una questione di oneri che aveva spinto Paggiaro a contattare i vertici di Gallarate? E di che taglio erano le banconote delle mazzette? Domande che mirano a minare la credibilità di Paggiaro. Ricordando anche come un procedimento a Verbania partito su sua denuncia lo avesse visto alla fine indagato a sua volta per corruzione in concorso.
La difesa è convinta di stare dimostrando la «assurdità» delle accuse. Così l'avvocato Cesare Cicorella lasciando l'aula: «Ha trovato perfetta conferma la tesi che sia assurdo un intervento del professionista contro il proprio cliente. Per tacere di un uomo politico che in una vicenda così delicata si “sputtana” (sic) in questo modo, davanti a testimoni...»
La prossima udienza è prevista per il 15 settembre prossimo, a ormai quasi otto anni dai primi fatti contestati.
28/04/2010
Stefano D'Adamo redazione@varesenews.it

5 commenti:

Anonimo ha detto...

e chi è caianello? che cosa ci interessa qui a tradate? ci sarà un motivo se qui lo avete inserito o no???

Lega Sveglia!!! ha detto...

Ma non è quel Caianiello con il quale tratta sempre il nostro Sindaco Candiani. Non è lui il suo punto di riferimento? Non è quel Nino con il quale sta sempre al telefono e si abbraccia pubblicamente in ogni occasione d'incontro? Ma Nino è della Lega o del PDL Gallaratese che sostiene e fa votare AZZI alla Regione? E quanti voti gli ha girato e fatto avere Candiani sui territori di sua competenza?
Si proprio il Segretario Provinciale della Lega...
Lega Sveglia!!!

Curiosone ha detto...

...che i soldi servissero per la politica l'ho sentito dire quasi venti anni fa. Io ci ho creduto,allora. Non ci credo più oggi...
Non è che servono per fare la bella vita,creare una seconda od una terza famiglia, o spassarsela in alberghi di lusso e/o ville private...
Curiosone.

giorgio ha detto...

caianellio quello che ha il proprio feudo di voti in forza italia a tradate, tutti con lui sono...quelli che contana...gli altri buttati fuori o scappati....che partito!

Mandiamoli a casa ha detto...

Caianello,Scaiola,Pennisi, Bertolaso, Prosperini, Consorte di Abelli, etc etc......E' un complotto, la colpa è dei magistrati che indagano!