mercoledì 18 novembre 2009

Costruire il futuro sull'onesta storia del passato

CHE COS'E' L'INSUBRIA?
Una reinvenzione geopolitica
che dal presente si proietta sul passato,
senza un documentabile riscontro storico
L' UNIVERSAUSER
venerdì 27 novembre allo spazio ScopriCoop alle ore 18 presenta
“Prima di Varese"
l'origine enigmatica del territorio varesino di Claudio Benzoni.
Interverranno Carlo Brusa e l'autore.

“Prima di Varese” è un libro di narrazione-indagine, scritto per organizzare la memoria degli avvenimenti riguardanti l’origine piuttosto enigmatica della città di Varese. L’autore, Claudio Benzoni, basandosi sui documenti e sulle fonti storiche disponibili, accompagna il lettore nella complessità delle antiche vicende accadute nel territorio varesino, con la consapevolezza che l’uso oculato dei documenti e delle fonti possa costituire l‘antidoto ai tentativi di re-invenzione del passato e ribadire la delicatezza delle conseguenze dell’uso della storia sulla nostra vita civile.

Chi erano e come si chiamavano gli antichi abitanti di questo territorio? Come e quando nasce Varese? Quali sono le sue origini e quelle della tanto decantata Regione Insubrica?
La ricerca ha riscontrato che poco si conosce delle origini di Varese, solo rari segni antichi, suggestioni di luoghi, nessun segno di un borgo antico. Questo vuoto e la scarsità di documenti ha motivato l'autore a fare una sorta di indagine per capire come mai di fronte a fonti incerte, spesso leggendarie, esistono oggi molti luoghi comuni, e slogan, che attribuiscono al territorio nomi o derivazioni da questa o quella popolazione.
La curiosità maggiore è stata rivolta alla civiltà di Golasecca da molti considerata la "madre della civiltà Insubrica". Oggi infatti sono in molti a collegare l’avventura degli Insubri alla sorte dei golasecchiani, anche se nessun indizio archeologico permette di associare e motivare questa evoluzione della popolazione in modo omogeneo su un territorio tanto vasto, così come non è sostenibile una colonizzazione celto-insubrica omogenea di tutta l’area lombarda.
Nessun elemento sinora rinvenuto è sufficientemente probante da permetterci di affermare che i gruppi umani protagonisti per tutta la prima età del Ferro, nell’area tra Sesto Calende, Golasecca e Castelletto Ticino, siano stati rimpiazzati dagli Insubri.
E poi cos’è l'Insubria? Secondo l'autore è una reinvenzione geopolitica che dal presente si proietta sul passato, senza un documentabile riscontro storico.
Oggi l’area insubrica viene fatta coincidere con la zona tra i due laghi, Verbano e Lario, a cavallo fra la Svizzera e lÂ’Italia: ovvero il territorio del Canton Ticino e le province di Como, Lecco, Varese, Verbano-Cusio-Ossola, Novara. Si tratta di una regione geograficamente piuttosto ampia e ben definita, ma non corrispondente a quanto hanno riportato gli antichi storici romani.
Anche nelle vicende storiche successive ai romani non sono emersi riscontri evidenti e inequivocabili di un territorio dell’Insubria in quanto tale.
In questo arco di tempo numerosissimi e notevolissimi sconvolgimenti politici e sociali hanno trasformato il volto di tutta la Lombardia, altre invasioni e altre dominazioni hanno cambiato a più riprese la cultura delle sue popolazioni. Si sono alternate soprattutto storie di divisioni più che di unioni. Sono passati Germanici, Spagnoli, Francesi, Austriaci. Infatti nel dialetto di molte città lombarde sono frequenti echi del francese: ma tanto poco un lombardo contemporaneo si ritiene francese, quanto un cittadino dell’Insubria di oggi è identificabile con l’origine celtica, ancor più remota.
L'autore non ha inteso fare un libro di reperti archeologici e nemmeno un libro strettamente storico, ma solo cercato di capire e immaginare cosa è successo in quest'area, perchè la storia di un luogo consente ai suoi abitanti di non dimenticare le proprie origini e allo stesso tempo di costruire il proprio futuro sull’onesta memoria del passato.

Un nostro commento: dopo avere letto quanto sopra, riuscite a comprendere quanto siano ignoranti e storicamente scazonti e scadenti quelli (come Candiani) che sbraitanto su questioni solamente orecchiate al bar?

4 commenti:

Matteo ha detto...

Questo libro è un'accozzaglia di inesattezze scientifiche. Basta pensare alla confusione che fa fra "Regio Insubrica" e "Insubria" (la seconda delle queli è documentatissima, vedi volumi editi da Dionigi per la Nicolini editore); oppure pensate all'inesatezza dell'affermazione "nessun segno di un borgo antico" in Pr. di Varese: e Castel Seprio dove lo lasciamo? E Castel Novate e gli insediamenti del Monsorino? E il dunum di Gerenzano? E, appena fuori dai confini provinciali, l'archeologia golasecchiana di Appiano Gentile e Oltrona, o la civiltà di Canegrate?
Atttenzione, approfondite anche voi la storia, non fate i leghisti all'incontrario.

Altra Tradate ha detto...

Matteo

prova a leggerlo il libro, cerca di non «orecchiarlo».
Vedrai che le inesattezze cosiddette «scientifiche» sono tue e della Lega, la parte incolta della Lega

Matteo ha detto...

Ciao,
il libro l'ho letto, e devo dire purtroppo. A me non interessa quello che dice la Lega, o la sua "parte incolta", ma quello che dice il libro e chi lo sostiene. Anzi cosa c'entra la Lega con tutto ciò? L'avete tirata in ballo voi. Io neanche la voto.
Ripeto, a proposito del libro, che contiene tantissime inesattezze, superate dalla lettura di un qualsiasi notiziario archeologico. Riporta e si appropria di tesi superate da più di due decenni.

Altra Tradate ha detto...

grazie Matteo per la tua educata replica.
Un consiglio: scrivi all'autore.
E' meglio!
E' passato così tanto tempo dal nostro «post» iniziale, che chi lo aveva «postato» ora è in Africa e noi non abbiamo molte risorse sull'argomento specifico.
Buona serata,