mercoledì 18 novembre 2009

Un appello forte!

Con Saviano in duecentomila
Adesioni dal mondo dei consumatori

di MAURO FAVALE
ROMA - Dopo tre giorni, l'appello di Roberto Saviano per chiedere al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di ritirare la legge sul cosiddetto "processo breve" sta per raggiungere quota 200 mila. "La norma del privilegio": è stata questa l'espressione usata dall'autore di Gomorra sabato, sulla prima pagina di Repubblica. Una norma che "distrugge il diritto" e lo trasforma in "uno strumento solo per i potenti, a partire da lei", scrive Saviano.

Condividendo i timori dello scrittore, ieri hanno aderito all'appello l'avvocato e giurista Guido Rossi e don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della carità. Insieme a loro, hanno aggiunto la loro firma alcune tra le associazioni di consumatori più rappresentative: Federconsumatori e Adusbef. Entrambe attive da oltre vent'anni, contano insieme circa 200 mila iscritti. Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, si dice "profondamente indignato" per la presentazione di questa legge. "I motivi per firmare l'appello sono tanti - spiega - perché è una nuova legge vergogna che colpisce i cittadini già vessati, raggirati, truffati". Federconsumatori rivendica di essere stata tra le prime associazioni a denunciare le lungaggini dei processi: "Prima, però, - continua Trefiletti - i processi duravano troppo a lungo e i cittadini non venivano mai risarciti. Adesso c'è direttamente l'estinzione del procedimento. Così i cittadini perdono il diritto di difendersi. È una vera e propria rottura della coesione sociale del paese. E si dà un segnale devastante".


Saviano, nel suo appello, denuncia il rischio che i processi diventino "una macchina vuota, dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia". "Saviano ha ragione - racconta il senatore Elio Lannutti, presidente di Adusbef - e i cittadini lo sanno perché ci sono già passati. Questo è un ennesimo condono, come quello della ex Cirielli, che bloccò il risarcimento che intentammo per migliaia di cittadini nella vicenda della banca Bipop-Carire. Ora, rischiano di fare la stessa fine, se dovesse passare questo testo, i processi Cirio, Parmalat, oltre a quelli contro i cosiddetti "furbetti del quartierino". Non è possibile che ci siano due giustizie. E non si possono continuare a truffare quei risparmiatori già una volta truffati".

La soluzione, per snellire i processi e velocizzare la macchina della giustizia, per Lannutti come per Trefiletti, è una sola: "Riformare il processo a misura del cittadino e usare strumenti come la conciliazione, i giudici di pace, la class action, risparmiando risorse nelle cause civili e dirottandole sui procedimenti penali". All'appello hanno aderito anche Alessandro Miano, presidente dell'AssoConsumatori Italia, e Antonio Longo presidente del Movimento per la difesa del cittadino. Anche loro, come scrive Saviano, pensano che ritirare la norma sia "una questione di diritto".

A proposito di associazioni, l'appello è già stato firmato da Arci, Anpi, Libera e Libertà e Giustizia.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

http://www.sateliosnews.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2682:appello-di-saviano-sit-in-a-varese-contro-il-processo-breve&catid=1:cronaca&Itemid=4

Francesco Liparoti ha detto...

Io ho firmato!
La cosa che mi preoccupa è il degrado morale in cui ci sta portando questo governo.
Tra condoni, scudi, prescrizioni i cittadini si sentono quais colpevoli di rispettare le regole.
Faccio una proposta: Un percorso privilegiato per le udienze a Brlusconi in modo che in breve tempo possa essere processato.
Così sapremo se è colpevole o innocente.

Gianluigi Margutti ha detto...

Concordo pienamente con Liparoti!
Un percorso abbreviatissimo e subito per lui; finalmente sapremo!
Gianluigi Margutti

Andrea Botta ha detto...

Anch'io ho firmato.
La cosa che mi lascia piu' sconcertato e' che nelle ultime settimane il governo si sta occupando a tempo pieno di riforma della giustizia, "nell'interesse dei cittadini", cosi' dicono.

La giustizia e' importante e fondamentale e' darle le risorse e riforme per essere efficiente.

Pero' mi chiedo: MA IN QUESTO MOMENTO SIAMO SICURI CHE LA PRIORITA' SIA QUELLA, INVECE CHE LA GENTE CHE PERDE IL LAVORO E LE IMPRESE CHE NON HANNO CREDITO?

La Politica deve fare questo, decidere cosa e' piu' importante e urgente e cosa puo' aspettare.

Berlusconi e la Lega lo stanno facendo capire chiaramente: per loro la crisi e' passata, le imprese ce la fanno e comunque vengono prima i problemi giudiziari di Berlusconi.

Non sono d'accordo!!