domenica 7 settembre 2008

Ve la racconto io la storia...(3)


SEPRIO SERVIZI, terza puntata

Ripercorrerò velocemente le tappe che negli anni hanno portato alla costituzione della società patrimoniale del comune, perché ho notato che c’è una memoria cortissima, non solo nei cittadini - che nulla conoscono, perché informati poco o male - ma addirittura nei cosiddetti attori istituzionali e negli stessi partiti locali.
Una società come la Seprio non è venuta fuori dal nulla.
Qualcuno, quasi 20 anni fa, la pensò, ne parlò e ne discusse. Erano i periodi in cui si usava ancora la testa nel fare politica, e non esisteva la ‘politica del bar’, quella di oggi, appunto. Pensate che solo due anni fa la Seprio ha visto la luce. Ma i suoi veri padri e le sue vere madri furono nascosti. Sicuramente non lo sono i suoi attuali gestori, che fanno ogni sforzo per farci pentire della buona idea. Durante la prima giunta del sindaco dott. Ferdinando Lucioni (anni 1985-1990) un assessore, il dottor Franco Macchi - particolarmente efficiente, un vero manager - affermò che era opportuno creare una società pubblica per gestire gli immobili di proprietà comunale e anche per poter avere uno strumento agile per intervenire sul mercato immobiliare qualora si fossero presentate particolari esigenze. Ricordo che (in quel periodo ero consigliere socialista di opposizione) convenni con l’intelligente proposta e lo affermai pubblicamente (mantenendo la distinzione fra azienda municipalizzata e società pubblica), creando qualche perplessità nel mio stesso partito. Rimanemmo isolati, quasi fossimo stati dei sognatori!
Se già allora si fosse costituita la Società patrimoniale (assai complicata formalmente anche per gli strumenti legislativi allora esistenti), probabilmente alcune cose a Tradate sarebbero andate diversamente. Una in particolare? Eccola: avete presente l’area della ex fabbrica Saporiti in viale Marconi? La azienda chiuse i battenti, fu ammessa alla procedura fallimentare e l’area stessa fu posta in vendita a pubblico incanto. Da tempo si era ipotizzato di unificare in quella sede le due stazioni ferroviarie di Tradate e di Abbiate Guazzone, per la possibilità di un’ampia zona per parcheggi e per strutture di supporto. Esisteva solo un problema tecnico di pendenza della strada ferrata, che poteva essere affrontato. Insomma: il comune di Tradate aveva un interesse su quell'area, ma partì zoppo per partecipare alla gara, perché la amministrazione comunale ha vincoli deliberativi e di trasparenza per cui avresti dovuto dichiarare prima il prezzo massimo di esborso, mentre, ad esempio, una società patrimoniale comunale non avrebbe subito tali vincoli con altrettanta virulenza, potendo trattare con maggiore libertà. Non se ne fece nulla. L’area fu acquisita da un gruppo privato, probabilmente lo stesso che ha realizzato quel vasto intervento residenziale che oggi vediamo (ne dovrebbe seguire un secondo). Quell’opportunità è stata persa e non è più ripetibile. Tradate rimane con due stazioni ferroviarie (ne sarebbe sorta una sola, baricentrica alla città) e ancora oggi esistono problemi per i parcheggi di interscambio. Una società pubblica, gestita con intelligenza e da persone specializzate, sarebbe stata utile già da allora.
Seguitemi, perché mancano ancora molti anni per arrivare alla Seprio Servizi (3. continua) - Gianluigi Margutti

3 commenti:

Anonimo ha detto...

@ Margutti

Ho letto la tua risposta al mio commento sulla puntata due. Chiaramente la mia "proposta" sull'anagrafe era una provocazione. Meglio dirlo se no qualche bella testa pensante che risiede in Comune o alla Seprio (o in entrambe) è capace di prenderla sul serio.

I dubbi mi restano, ma la tua terza puntata mi apre qualche spiraglio, tu ci stai spiegando che la Seprio, come tutte le patrimoniali, non servono a sfasciare un Comune o a nascondere la "munnezza" sotto il tappeto, ma a fare qualcosa in più.... Insomma il Comune resta, ma a Suo supporto arriva qualcosa d'altro che riesce a fare cose, nell'interesse collettivo, che il Comune stesso non riuscirebbe a fare. Andiamo già meglio.
con due appunti:

1) Ahimè, a me pare che chi costituisce queste società lo fa con lo scopo di gabbare le leggi ed in particolare il Codice degli Appalti. Tant'è che Brunetta, su cui avrei da dire e... lo dirò, ha visto giusto e vuol metterci un freno o, meglio, un controllo a garanzia di legalità ed efficienza.

2) Per raggiungere gli obiettivi che tu dici (la faccenda della Stazione alla Saporiti e del relativo sottopasso me la ricordo benissimo e se fosse andata in porto avremmo avuto sì qualcosa di veramente nuovo ed efficiente) occorrono Teste Pensanti, con la T e la P maiuscole. Ma tu sai benissimo come è ridotta la pubblica amministrazione per non parlare della qualità dei Pubblici Amministratori. Absit iniuria verbo (trad. "sia detto senza offesa") ma alla buona volontà non sempre corrisponde la preparazione, ma qualche volta la poca preparazione viene compensata, in peggio, con molta arroganza.

Se è vero che la scorsa settimana tecnici della Seprio misuravano con il goniometro i dossi della via Marconi... altro non dico e aspetto tue nuove! Ma non pensare che molli la presa, voglio capire, anche per imparare.

Anonimo ha detto...

@MAURO
Grazie per il contributo che sottoscrivo

Anonimo ha detto...

Nel Nord Europa, le società patrimoniali esistono da sempre e funzionano bene. In Italia , indipendentemente dai colori delle ammininistrazioni, le patrimoniali vengono utilizzate per taroccare i bilanci e per far rispettare i patti di stabilità. A Tradate, come ho già scritto in precedenza, il solo passaggio di alcuni servizi, ha fatto lievitare i Costi del Comune da 6.000 euro a 528.000 euro. La gestione del Verde Pubblico è tra questi servizi. Abito a ridosso di alcune aiuole pubbliche (piazza Toscanini) che versano in condizioni di abbandono, nonostante il Comune abbia regolarmente corrisposto il canone annuale (60.000 euro) alla Seprio. La cittadinanza è così "gabbata" due volte.