martedì 2 settembre 2008

Prostituzione al Parco Pineta

Buttiamo via l'ipocrisia
Ho letto con molto interesse la lettera e i commenti relativi al problema della prostituzione sulle strade del parco Pineta di Tradate.
Dall’esposizione dei fatti, risulta una spaccato di società, la nostra, dove il protagonista è l’umanità debole e disarmata di chi sul ciglio della strada, tra le luci e le ombre del bosco, vende il proprio corpo per pagarsi una libertà che forse non arriverà mai.
Interpellati da quanto avviene sotto i nostri occhi quotidianamente, cosa può fare il singolo cittadino, e quali interventi possono attivare le autorità locali per trovare una soluzione ?
Occorre anzitutto chiarire che il problema è davvero complesso, ed esce dal confine delle azioni positive del singolo cittadino, o dalle competenze di una singola amministrazione comunale in materia di ordine pubblico e sicurezza.
Ciò però non deve indurre a rinunciare ad un tentativo per comprendere questo frammento di società, la prostituzione, la clandestinità, il sesso a pagamento, sui quali ognuno con molta facilità può giudicare secondo i propri canoni morali, ma con maggiori difficoltà può trovare risposte condivise e risolutive di una manifestazione di vita antica e attuale, con risvolti non solo determinati dal pensiero corrente, ma soprattutto da quanto, a livello di reazione e di comportamento personale, si è stratificato nel profondo dell’inconscio personale e collettivo, facendo pertanto i conti anche con le ombre della propria umanità.
Due risposte da parte mia a quanto è stato scritto sul blog.
Anzitutto cerchiamo di non essere ipocriti, e smettiamola di scandalizzarci nel denunciare “l’indecenza” che abita ai margini e sui marciapiedi di molte strade delle nostre città.
Quell’indecenza sono persone con una loro dignità, anche se puttane (donne, uomini o trans) e non merce con bollini più o meno di qualità.
Troppo spesso ci si straccia le vesti in pubblico denunciando l’oscenità del sesso e del piacere ostentato dalle prostitute che incontriamo qua e là, nei boschi o quando la notte scende sui marciapiedi delle nostre metropoli, ma poi qualcuno dei maggiori moralizzatori della vita privata e pubblica ce lo ritroviamo in festini a luci rosse tra sesso, alcol e coca.
C’è anche l’ipocrisia collettiva, che viene rappresentata molto spesso dalla pubbliche autorità, per cui tutto si deve perseguire e reprimere, senza capire dal punto di vista antropologico chi e cosa si sta perseguendo e reprimendo: le persone, i comportamenti, il sesso clandestino, il piacere di chi lo sa vivere rispetto a chi è represso, ecc...
Basta pensare a quel giovane iniziato al sesso da una prostituta che, sanzionato e reso noto ciò che è avvenuto, si è poi impiccato per la vergogna del giudizio degli altri, della società cosiddetta perbene.
Una soluzione, trovata di recente, è quella di utilizzare una vecchia legge del 1956 - così hanno riportato le cronache giornalistiche - per ritenere le prostitute “soggetti pericolosi”, notificare a loro il foglio di via e multare i clienti con una sanzione pecuniaria di 500euro. 
Le prostitute soggetti pericolosi ? E i mafiosi ? Gli spacciatori di droga ? I politici corrotti ? A loro il foglio di via dalla società civile e pacifica, o il foglio di via dalle pubbliche istituzioni corrotte, non viene dato ?
Riaprire o non riaprire le cosiddette “case chiuse”, è una questione sulla quale si dibatte da anni, troppi anni, dal quando nel 1958 sono stati, appunto, chiusi i bordelli.
Cosa fare dunque, senza stare nel silenzio colpevole, o nella repressione fuori luogo ?
La risposta viene da chi, attraverso associazioni e cooperative, da anni si occupa dell’assistenza a chi esercita ai margini delle strade l’antico mestiere della prostituzione, scelta libera o costretta in una sorta di schiavitù del sesso.
Due le strade obbligate a mio parere: o garantire a chi esercita la sicurezza, sia rispetto ai luoghi sia rispetto alle malattie trasmissibili, dunque distribuendo gratuitamente profilattici per il sesso sicuro, oppure chi decide liberamente di uscire dal giro, deve partecipare a programmi di integrazione, trovandosi una proposta efficace di abitazione e di lavoro.
Innalzare cartelloni stradali con divieti, fare proclami contro le prostitute, giudicare dalle apparenze, è quanto di sbagliato si possa fare, senza poi risolvere il problema, anzi aggravando alcuni aspetti di una situazione di vita già abbastanza precaria e minacciata.
Fare programmi e attuarli con successo ha un costo, altrimenti sono solo parole vane di mera pubblicità ingannevole per catturare voti e preferenze elettorali.
Su questo tema ci si attende dunque da parte dei cittadini di Tradate e dell’amministrazione comunale anzitutto una presa di coscienza, e poi una risposta effettiva in termini di rispetto, di concretezza, di impegno fattivo, ben oltre il luogo della morale. (Carlo Uslenghi, consigliere comunale)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Uslenghi, si interroghino i cattolici, certi cattolici, sui loro principi e sulle loro certezze, lontani anni luce dalla parola di Cristo.
Quando costoro avranno rimosso la loro ipocrisia, stia certo che anche i sindaci sceriffi penseranno ad altro che a quattro sfigate che si vendono lungo le strade. E lo Stato forse, finalmente, legifererà sul ritorno delle case chiuse, anch'esse ipocritamente eliminate da una Merl(a)in.

Anonimo ha detto...

c'è solo tanta ipocrisia. spesso chi adotta provvedimenti contro la prostituzione non ha una dirittura morale convincente.

Anonimo ha detto...

fanno i nemici della prostituzione e poi hanno le amanti a portata di ...mano! e neppure si vergognano! nè loro, nè le potenti amanti.....

Anonimo ha detto...

Un dato è certo se queste Signore sono lì è perchè, come si dice, il mercato tira. Lo so è una battuttaccia ma permettetela anche discutendo di un problema che è certamente grave.
E se applico le percentuali che cita sempre, a iosa, il Sindaco (ho preso il 67 % dei voti), devo dedurre che il 67% dei clienti di queste Ragazze sono suoi elettori.
Detto questo il problema non si risolve nè a colpi di ordinanze nè a colpi ...di testa!
Ma oggi è questo che vuole il popolino becero: ordinanze, operazioni di polizia, esercito nelle strade.
Vedasi anche in queste ore "il giro di vite" sui tifosi'
Così il cittadino è tranquillo di continuare a comportarsi con due pesi e due misure. Pretendere la legalità quando fa comodo e se ne frego di osservarla quando gli fa altrettanto comodo.
Uno Stato moderno dovrebbe preoccuparsi innanzitutto di educare per rimuovere le cause che stanno dietro a questi comportamenti sbagliati e talvolta criminali. Ma fare questo vuol dire turbare il sonno di tutti, chiedere ai cittadini di informarsi, di imparare a discernere. Vuol dire chiedergli di pensare e poi di scegliere. Si ... e se poi la gente di Tradate va a vedere e sentire i Consiglieri Comunali, o va a conoscere i propri Assessori? O comincia a pensare in termini di bene comune e non di "padroni a casa nostra?" Pericoloso, pericolosissimo! Il 67% dei voti potrebbe scricchiolare....
Meglio una bella sceneggiata di ordinanze e teatrini... e via così!
Ci sveglieremo mai? E chi lo sà!?

Anonimo ha detto...

per MAURO
Verissimo, le prostitute ci sono dove ci sono gli utenti. E lì non ci sono i 'camionisti' ma gli abitanti della zona!!!! fate un giro e vedrete...allora: si faccia e si faccia conoscere quale serio lavoro si svolge per affrontare e diminuire il problema, non retate e basta!

Anonimo ha detto...

andrebbe chiesto a Mario Clerici e Bruno Basile che ne è del progetto di sostenere il Gruppo Mares... se ne sa più qualcosa?