sabato 30 agosto 2008

Mondiali di ciclismo e gite in bicicletta...tra le lucciole!

Ecco un altro POST, preso in prestito dal blog pagomad, sempre molto curato e molto serio. Con il commento di un nostro collaboratore, particolarmente efficace e attento. Ve li proponiamo, di seguito.

Accolti a braccia aperte
TRADATE - È il primo percorso consigliato per cicloamatori che si incontra sul sito internet dei Mondiali di ciclismo. Quella della Pineta di Appiano e Tradate è la prima tappa che il turista dei pedali deve affrontare per conoscere il territorio dei sette laghi: piuttosto agevole, ricco di verde, tranquillo e abbastanza lontano dalle auto. Queste le sue credenziali. Offerte allettanti che abbiamo voluto testare. Così, con le indicazioni fornite dal sito alla mano siamo partiti da Tradate “verso nord, in direzione Venegono Inferiore”, attraversato il paese siamo arrivati a Venegono Superiore, da lì ci siamo immersi nello splendido paesaggio agricolo che separa il paese dalla provincia di Como e da Binago. Percorsa la strada verso Figliaro, abbiamo attraversato il paese “scendendo verso sud, tenendo ancora la destra in direzione Castelnuovo Bozzente”. Qui l’ambiente agreste lascia posto alla Pineta di Appiano. Fino a questo punto la nostra gita procede senza grosse complicazioni, salvo quelle dettate dal nostro scarso allenamento, le strade sono agevoli e, complice anche il periodo vacanziero, poco frequentate dalle automobili. L’unica vera pecca che riscontriamo fino a questo punto è rappresentata dalla mancanza di una segnaletica dedicata che faciliterebbe non poco la ricerca del percorso giusto. Seguendo le scarne indicazioni fornite dal sito dei mondiali non è sempre facile districarsi tra le strade e le stradine che si incontrano lungo il tragitto. punto è rappresentata dalla mancanza di una segnaletica dedicata che faciliterebbe non poco la ricerca del percorso giusto. Seguendo le scarne indicazioni fornite dal sito dei mondiali non è sempre facile districarsi tra le strade e le stradine che si incontrano sul percorso. Un quadro, che nei panni di amatori del pedale, abbiamo incontrato non senza qualche sorpresa. Ad accoglierci, nel fresco della pineta, non sono stati colleghi delle due ruote ma un vero e proprio plotone di prostitute. Provocanti, seminude in pieno pomeriggio, non fanno nulla per passare inosservate. Richiamano senza sosta l'attenzione dell'automobilista, del pedone e persino del ciclista. di chiunque, insomma, si ritrovi all'ombra della pineta: per caso, per sport, o per scelta. Dal ciglio della strada invadono la carreggiata, invitandoti a rallentare e ad approfittare di pochi istanti di piacere frugale. E noi “ciclisti” siamo costretti a fare lo slalom tra l’offerta di sesso a pagamento, gli inviti ammiccanti, le auto che innestata la freccia si accostano all’improvviso e le professioniste, loro malgrado, della prostituzione da strada. Per loro ogni uomo è potenziale cliente. Soldi per tirare a campare. Pochi spicci per una prestazione. 30 o addirittura 20 gli euro che chiedono per concedersi pochi istanti di "intimo piacere", consumato tra le frasche del bosco, e poi via, lungo il tragitto mondiale. Certo, che qui si potessero incontrare movimenti poco limpidi, era un sospetto. Ma le certezze e i numeri dello “spettacolo” finiscono per disorientarci proprio nel cuore della pedalate. Nell’angolo più verde del primo tra i circuiti “iridati” a catturare l’attenzione sono piuttosto i colori sgargianti dei microvestiti. I tacchi altissimi che mal si conciliano con le stradine sterrate della pineta, le offerte che ti piovono addosso come borracce in una gara ciclistica. Loro sono tutte nigeriane: giovani e giovanissime. Ne abbiamo contate almeno 25. E ad alcune, con difficoltà, avresti dato 18 anni. Situazione difficilmente tollerabile. Specialmente se avviene in un percorso consigliato al turista. Immaginatevi la famiglia di turisti tedeschi, mamma, papà e tre figli al seguito. Ansiosi di conoscere il Varesotto e catapultati, invece, in quello che a tutti gli effetti è tour del sesso in bella mostra. Ma senza scomodare famiglie straniere, anche per noi, ciclisti con poca esperienza, la pedalata è stata tutt’altro che rilassante. Con le gambe sui pedali, per mulinare chilometri e gli occhi all'assurdo mercato della prostituzione in pieno giorno. Perché se la scena del ciclista inseguito dalle “ragazze di strada” può far sorridere una volta, ripetuta all’eccesso diventa fastidio. Alla fine del nostro giro, nei pochi chilometri delle strade della Pineta, abbiamo contato infatti, 25 schiave del sesso, 8 in provincia di Como e 17 in provincia di Varese. Realtà visibile, troppo, ma che nessuno vuole vedere. 

Ecco il commento
Avete proprio ragione: tutti fanno finta di non vedere!
Il problema, anzi la tragedia umana è affrontata solo dal punto di vista del decoro.
Correre dietro, come è stato fatto in passato, a quelle ragazze con roccamboleschi inseguimenti della Polizia Locale e Carabinieri in mocassini nel sottobosco non serve a nulla. La ragazza poi ritorna. Se non lei un'altra. Non sono spazzatura da portare in discarica, ma persone da aiutare.
Per affrontare davvero il problema sarebbe necessario aiutare nei fatti le associazioni di volontari che già portano aiuto a quelle schiave.
Invece di comprare e demolire il Bar Mulino per farci una rotonda (l'ennesima), perchè non farci un centro di volontariato e una cooperativa di recupero?
Il messaggio di Tradate deve essere: mi porti le tue schiave sul mio territorio? Bene, te le tolgo dalla strada e le inserisco nella vita civile. Tradate diventerebbe off-limits per i papponi, che rischierebbero di perdere le loro "lavoratrici".

Ma la politica qui predilige l'operazione di facciata, la caccia alle lucciole, la cacciata delle extracomunitarie senza permesso di soggiorno e il pezzo in prima pagina. I primi a dire che questo sistema non funziona sono proprio le forze dell'ordine e coloro che lavorano nelle associazioni di volontariato. Ciao da Altra Tradate - (l'idraulico)



9 commenti:

Anonimo ha detto...

la mia l'ho già scritta...;-)
sono curioso di vedere cosa pensano a riguardo i nostri lettori.

per voi il problema della prostituzione, o meglio, della sfruttamento della prostituzione come si può risolvere?

correndo dietro a queste schiave? ragazze che vivono in clandestinità, picchiate, rubate o vendute dalla famiglia, incatenate ad un debito che devono saldare, violentate e profondamente offese più volte al giorno per quello che devono fare e subire dai clienti italo-padani.

è facile prendersela con loro: sono la prima cosa che percepiamo del problema, sono la cosa che da più fastidio a coloro che curano l'immagine della "città giardino" (o giardinetto).

oppure pensiamo che il problema si può e si deve risolvere in altro modo, magari cercando una soluzione più strutturata, più laboriosa e costosa (forse), ma stiamo parlando di persone a cui restituire libertà e dignità, o no?

Anonimo ha detto...

Mi sbaglio o su queste situazioni non c'è sufficiente interesse anche sotto il profilo della solidarietà e anche sotto il profilo umano? Sono un po' tanto deluso a vedere questo disinteresse... o è colpa della domenica? Rialzatemi il morale, amici....

Anonimo ha detto...

Concordo con quello che è stato scritto, lo sottoscrivo!
Non mi piace la mentalità con cui viene affrontato il problema. E' una "forma mentis" che vedo riproposta sul "problema clandestini&sbarchi", sul problema sicurezza/rom, sul problema prostituzione extracomunitaria, sul problema venditori abusivi/merce contraffatta...

In tutti questi casi ho l'impressione di vedere agire i rappresentanti delle istituzioni con scopa e paletta per poi nascondere tutto sotto al tappeto, malamente.

Inoltre sono i deboli del sistema a subire questa mala soluzione.

Le ragazze sfruttate, i vu-cum-prà, i naufraghi/profughi e coloro che non hanno difese o difensori.

Un paese civile e CATTOLICO dovrebbe affrontare questi problemi in modo diverso!

Ad esempio sulle prostitute-schiave a Tradate: DOV'E' LA CHIESA?? COSA PROPONE?? Per la pubblicità dell'8xMILLE fanno vedere le immagini dei parroci di prima linea, ma ormai in Italia la frontiera è ovunque, dietro l'angolo, è lassù in cima dopo la Costa del Re.

Anonimo ha detto...

Mi chiedo: dove è il mondo dei cattolici? Non è una critica, ma una ricerca!
Oggi leggo sui giornali (LA STAMPA, ad esempio) un appello di papa Benedetto XVI a coniugare "legalità con solidarietà.Il papa: L'Europa accolga i clandestini. Basta stragi in mare. Il Vaticano accusa la Unione Europea anche per i ROM. Disuguaglianza, razzismo e xenofobia". Ho virgolettato i titoli apparsi... ma a livello locale, nessuno apre bocca? Lo ritengo un grave errore; ma con questo NON voglio insegnare alla Chiesa nulla...Ma occorre dare voce ai problemi sociali e alla solidarietà!

Anonimo ha detto...

Scusate, ma l'assenza del mondo cattolico che denunciate non e' vera.
L'Associazione MARES, per esempio, nata da un gruppo cattolico e formatasi con Caritas di Milano, offre aiuto alle prostitute dei boschi di Tradate (sia Castelseprio che Gorla). Il loro scopo e' far sentire quelle ragazze come persone e non come oggetti. Parlano con loro, le informano dei loro diritti (se denunciano gli sfruttatori hanno diritto a richiedere asilo), le offrono assistenza medica. In alcuni casi (e io li conosco) sono riusciti a strappare alla strada qualche ragazza (chiaramente per sua libera scelta).

Non dimentichiamoci poi che, a livello cittadino, chi offre aiuto concreto alle famiglie immigrate, chi (per quanto possibile) aiuta ad inserirsi nel mondo del lavoro, da supporto nelle varie pratiche della burocrazia ecc... sono proprio delle associazioni dattoliche quali Caritas, S.Vincenzo, ACLI e non vorrei dimenticarne altre.

Forse il loro lavoro silenzioso e poco pubblicizzato non e' abbastanza conosciuto. Ma vi assicuro che e' un grande segno nei nostri tempi!

Anonimo ha detto...

@andrea botta
Hai fatto centro!
Sono tutte associazioni, sono laici/cittadini che ci mettono del proprio. L'associazionismo cattolico dalle nostre parti è molto radicato e importante. Diffuso in tutto il mondo non solo direttamente sul territorio.

Quando parlavo di CHiesa, intendevo una posizione chiara, precisa, di critica dei rappresentanti della comunità tradatese (o anche l'ex Don Luigi Stucchi) su questo problema.

So che c'è gente che aiuta, tu sei stato molto preciso a riguardo, bravo, cosi si fa informazione!

Ma quello che torno a dire è che non c'è una chiara, ufficiale e limpida presa di posizione della CHIESA!

Troppo facile lasciare che se ne occupino i volontari e poi davanti a soluzioni "prediamole e fuori dalle balle" non si prenda una posizione chiara in un contesto di opinione pubblica.
Ho sempre letto articoli sui risultati delle varie operazioni di "pulizia dei boschi di Tradate" ma MAI (sottolineo MAI) una intervista/articolo di un rappresentante della Chiesa tradatese che proponesse soluzioni alternative.

Per fortuna che ci sono i volontari!

A QUESTO PUNTO, visto che ci sono, sono bravi e hanno alle spalle associazioni efficienti, PERCHé NON FORNIRE A QUESTI VOLONTARI UNA SEDE, UNA STRUTTURA STABILE DOVE AIUTARE: le prostitute, inserire meglio i "nuovi arrivati"...ecc???

Questa è la soluzione ad un sacco di cose! Proviamo a levarle dalla strada e quindi i lagaioli non devono più mandare le ronde a cacciarle.
Se aiutiamo anche l'inserimento degli extracomunitari (ci sono già strutture che lo fanno, una in più non guasta) evitiamo che vivano ignorando alcuni loro diritti, che siano preda di sfruttatori interni alle loro comunità...li rendiamo prima cittadini italiani anche culturalmente. Si chiama integrazione nelle parole e nei fatti.

Qui non è questione di lavoro silenzioso, è questione che la comunità dovrebbe decidere da che parte stare!

Lasciamo le prostitute alle cure dei volontari?
Siamo d'accordo con le spedizioni di "pulizia"?
Siamo contrari? diciamolo!
Abbiamo soluzioni alternative? proponiamole!
La Lega la sua l'ha detta e la dice, la parte della comunità che è su quelle posizioni, probabile ci si ritrova.
E gli altri? Non saprei dire chi è concorde con questa mia posizione. Non ho mai sentito nessuno parlarne.

Visto che la domenica in Chiesa ci va un sacco di gente, penso sia un dovere della Chiesa affrontare anche altri temi e non solo quelli di comodo.

Grazie
Buona giornata

Anonimo ha detto...

Buono il dibattito, finalmente! quello che necessita OGNI TANTO è una chiara presa di posizione ufficiale della Chiesa LOCALE, appunto per il prestigio e la storia che tutti le riconosciamo. Sulle questioni dell'uomo e della solidarietà, non può essere seconda a nessuno, neppure alle associazioni vicine alla stessa.
Quindi occorre prendere posizione, occorre non temere ad alzare la voce. Così mi sentirò più volentieri cristiano e cattolico!

Anonimo ha detto...

@Hope: Capisco la tua esigenza di una presa di posizione locale, ma vorrei aggiungere una cosa.
E' sbagliato parlare semplicemente di "volontari": si tratta invece di cristiani laici, che sono Chiesa tanto quanto i consacrati. Mares e' un'associazione autonoma, ma Caritas e' invece un braccio operativo della Chiesa milanese ed e' sbagliato considerarla separatamente da essa!!!

Detto questo, per quanto riguarda eventuali commenti o prese di posizione piu' espliciti su questioni tradatesi certo non posso rispondere io...

Anonimo ha detto...

@ ANDREA BOTTA
perchè non informi MARES e/o altre associazioni che è opportuno farsi sentire anche tramite uno strumento come questo? A me piacerebbe sentire la loro opinione e conoscere quello che fanno effettivamente...se li conosci puoi essere di utilità a tutti... grazie.