Riceviamo e pubblichiamo
Sono contento che l’argomento, d’importanza vitale, sia tornato alla ribalta.
Ho abbastanza seguito gli eventi che l’hanno acceso, e mi rimprovero di non aver in qualche modo contribuito a sollevarlo per tempo, ascoltando chi lo aveva già evidenziato da anni: come al solito la pigrizia civica si ritorce contro di noi, perché chi si è finalmente accorto, ed è in parte responsabile dell’imminente disastro ha giocato in contropiede e con la forza della comunicazione ha scaricato scenograficamente le colpe sui più deboli, e cioè i cittadini.
Mi spiego.
Con l’intimidatorio manifesto “differenziate, differenziate!” comparso dopo la spazz-installazione (a proposito, lungi anni luce dal considerarla un’opera d’arte, al massimo una dimostrazione, perché è un già visto secoli fa, da artisti veri del calibro ad esempio di Picasso), si colpevolizza chi si ritrova la casa invasa da rifiuti che certamente non desidera, un po’ per pigrizia, ma soprattutto per scelte dei poteri forti, e molto furbi.
Troppo comodo terrorizzare la gente con una montagna di rifiuti di plastica e altro prospettandole una catastrofe planetaria, quando l’acqua al supermercato si trova solo nella plastica, quando se vuoi riparare la lavatrice ti dicono subito che è meglio buttarla, e se compri un telefonino grande come un pacchetto di sigarette te lo danno in una scatola da scarpe piena di polistirolo, cellophane e libretti di istruzione in diciotto lingue.
Il problema è stato affrontato all’incontrario come prendere il toro per la coda: nel senso che piuttosto che differenziare o riciclare, occorre seriamente pensare a produrre meno rifiuti. E’ una strada molto difficile, come sempre quando si tratta di iniziative culturali ed educative, ma è soprattutto difficile perché sarebbero da educare per primi i responsabili di questa colossale produzione di rifiuti, e cioè i già citati poteri forti e molto furbi che ci hanno ridotto in questo stato di consumismo irrazionale, che ci accerchiano di apocalittici centri commerciali, produttori di tonnellate di rifiuti, che nessuna legge urbanistica anche severissima riesce a contrastare. E dei quali non abbiamo bisogno!
Per inciso: ritengo, con un po’ di presunzione, che anche la stampa nazionale (e internazionale!) sia incappata in questo grosso equivoco, per come ha pubblicizzato la vicenda. Anche i giornalisti a volte vengono presi per la gola da immagini che garantiscono lo scoop.
Alla serata di Villa Truffini sul tema si sarebbero dovuti invitare titolari di aziende, capi d’industria, responsabili di catene di distribuzione, minacciando loro dell’imminente disastro ecologico, invitando per esempio esperti di packaging, di imballaggi, inventori di soluzioni innovative, proponendo magari anche incentivi a chi si prende a cuore il problema.
Un’iniziativa così pensata sarebbe veramente stata di alto livello, e dopo un piccolo e onesto mea culpa sui passati disguidi organizzativi, avrebbe portato la nostra amministrazione a volare a livello nazionale. La serata mi è parsa, invece, di livello abbastanza basso, alla fine anche piuttosto comica, con la velata sensazione di una frettolosa corsa alla riparazione del problema spazzatura, senza perderne oltretutto i benefici di business (come del resto deve essere giusto che sia in ogni amministrazione).
Chissà quante idee avrebbero proposto quegli esperti: diaboliche soluzioni molto più originali della solita proposta di far tornare l’acqua o il latte nel vetro da riutilizzare, del riuso dei contenitori di detersivi e saponi, del riempire nuovamente di biscotti bellissime scatole di latta, e magari anche rimettere i profumi nelle bizzarre bottigliette che a volte rincresce buttare.
Dalla tradizione orientale dovremmo imparare qualcosa sulla cultura della confezione perché la ritiene importante, soprattutto per un dono, a differenza della nostra occidentale per cui è quasi sempre un involucro da buttare. I giapponesi fanno contenitori fantastici con carta, legno e paglia, con ingegnosi meccanismi di chiusura, che nessuno si sognerebbe mai di buttare, tanto sono preziosamente decorati: non si vede l’ora di finirne il contenuto per usarli come soprammobili, o riempirli di nuovo.
Ho un poco divagato, ma che grande cultura del riuso! Altro che rifiuti! Purtroppo anche il sol levante l’ha persa. Le nostre case sono quotidianamente invase da plastica, polistirolo, cellophane, cartone, carta stampata che mai si leggerà, ma così vuole la società dei poteri occulti e molto furbi che la “spazz-installazione” con la sua arte non ha certo saputo (o voluto) smascherare.
Il messaggio ai cittadini è chiaro e imperativo: differenziate, differenziate! La differenza la fai tu! Ma non è vero! È come affibbiare all’ultima ruota il compito di tirar fuori il carro dal fango, dandole per di più la colpa se in futuro il carro ci affogherà dentro.
Giuliano Ballabio
Giuliano Ballabio
7 commenti:
A Tradate hanno organizzato una raccolta differenziata scomoda e poco funzionale. Siamo un piccolo paese in confronto a Milano!
A Milano ritirano vetro, plastica, lattine, carta e umido direttamente a domicilio.
Da noi in confronto dovrebbe essere la raccolta delle margherite!! E invece?? Invece capita che per buttare le le lattine (come ha già sottolineato qualcuno) bisogna fare i chilometri! Uno può anche decidere di riempire un bel sacco e andare ogni tanto, ma rimane sempre l'assurdità di andare fino in via Colombini!!! E non si inventino che è perchè costa di più venire di casa in casa! Spendete meno in "cazzate" e contribuite seriamente alla raccolta differenziata dei vostri cittadini!
In questi giorni stanno mettendo a posto/risistemando/eliminando(?) la piattaforma di via de Simoni (proprio dietro il comune). Ovviamente non hanno segnalato l'arrivo dei lavori nei giorni precedenti così quando ci sono andata e ho trovato tutto chiuso ho dovuto riportarmi i sacchi a casa! E per questo ringrazio Sindaco, Assessore e Seprio. Inoltre, in questi giorni, sono sbucati sacchetti abbandonati lungo la strada. Gente in partenza per le vacanze? Gente di fretta? Gente già stufa? Non lo so, ma imparate dagli errori, questo ve l'ho segnalato.
ricordatevi del pericolo inceneritore!!!!
non dimentichiamoci di quello!!!!
sull'argomento vedo la latitanza di: lega ambiente Tradate (che non vorrei fosse stata assorbita nella lega...senza ambiente); comunità scientifica del Gat (loro non posso negare leggi della chimica e della fisica); parco Pineta (che dovrebbe tutelare il territorio circostante anche guardando oltre i confini del loro parco).
Come cittadino preoccupato attendo iniziative di questi signori.
Grazie
Hope
intanto ci stanno togliendo le piazzuole per la raccolta differenziata! hanno iniziato da via de simoni...tra l'altro con una lettera - a firma di Pipolo - che offende il cittadino che la riceve. sanno solo scaricare sui cittadini le colpe delle proprie incompetenze!
per HOPE:
Fai bene a ricercare il perere di tutti, consiglierei di farlo con la necessaria gradualità.
Le responsabilità dell'Assessore
competente per materia è le più importante, poi a caduta sulla Giunta,sul Sindaco, sulla Seprio,
...e sul Consiglio di Sicurezza
dell'ONU.
Fabio
@fabio
Grazie per il suggerimento ma non pretendo di andare a importunare i signori dell'ONU che hanno "grane" ben più grosse di Tradate da gestire...
Mi accontenterei di vedere la cittadinanza coinvolta nel capire e poi decidere su scelte davvero importanti.
Ho citato LegaAmbiente, Gat e Parco perchè come cittadino vorrei conoscere il punto di vista di tutti prima di prendere o subire decisioni catastrofiche per l'ambiente e la salute. Quanto poi alle responsabilità di quello che verrà fatto hai dimenticato si inserire il Consiglio Comunale che vota le decisioni e in conseguenza di questo "onore" ha l'onere delle responsabilità seguenti.
Non so se lo frequenti questo Consiglio comunale tradatese...ci sarebbe da interpellare pure Lombroso per delle...spiegazioni esaustive.
Non voglio citarteli tutti, ma limitati,tanto per incominciare ad un'analisi della componente di maggioranza. Per una volta non fermiamoci solo alla Lega...,ma andiamo avanti fino in fondo.
Fabio
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