Un frequentatore del blog ci ha scritto: forse sarebbe utile, per evitare inutili sprechi di energia, ripensare molte cose che oggi diamo per scontate.
NOI, GLI SPRECHI E L'AMBIENTE
Quella che segue è una riflessione ad alta voce, un pensiero che ho avuto oggi mentre ero all’ipermercato. Non è il parere di un esperto di impatto ambientale e di consumo energetico: sono le idee di un cittadino consumatore che si aggira in un centro commerciale. Iper, Auchan, Carrefour, Standa, Esselunga poco importa.
Sono fermo ad attendere il mio turno per acquistare della carne. All’improvviso mi accorgo del frastuono in cui sono immerso. Un frastuono generato dalle decine (sicuramente nella totalità qualche centinaio) di motori elettrici dei frigoriferi che mi circondano. In pratica, oggi, tutti i prodotti appena tagliati, freschi (formaggi, pesce, salumi, carne, frutta e verdura) vengono disposti in una serie di banchi aperti verso l’alto, sotto i quali è posizionato un motore elettrico che serve a mantenere bassa e costante la temperatura degli alimenti (guai ad interrompere la catena del freddo). I banchi tradizionali sono assediati da questi nuovi dispositivi di vendita. Osservando e ragionando con più attenzione mi accorgo e mi convinco sempre più che questo sia un vero e proprio spreco. Ad esempio: un intero banco frigo riempito con una trentina di mezze angurie, se non fossero state tagliate non avrebbero avuto bisogno del freddo. Sono più pratiche, potrebbe ribattere il direttore dell’ipermercato. Più praticità per il frigo di casa? Una anguria intera, fino a quando non iniziamo a consumarla non ha bisogno del frigo. Il banco formaggi è costituito, invece, da circa 8-10 di questi frigo-ripiani. Tutte fette già pronte, porzioni già pesate e prezzate. Pronte per essere prese e messe nel carrello. Stessa cosa per la carne, puoi chiederla al commesso-macellaio oppure puoi prenderla direttamente già nella sua vaschetta (e qui potremmo aprire una parentesi sulla mole di rifiuti che sono generate da questo sistema di vendita). Qualche genio del marketing, già da anni, ha intuito che la merce pronta, fresca, disponibile senza chiedere e col prezzo è più appetibile di quella per cui uno deve fare la coda e poi chiedere. Certe volte, in effetti, acquisti qualche nuova varietà di formaggio solo per il fatto che la scopri in questi banchi, mai ti saresti sognato di chiederla al formaggiaio. Altre volte sei di corsa e allora è comodo trovare tutto già pronto. Potrebbero comunque tenere questi prodotti all’interno di frigoriferi chiusi, come una volta. Una delle cose assurde di questi frigoriferi, infatti, sono i loro motori elettrici che scaricano il calore all’interno dell’ambiente, proprio qualche cm al di sotto del piano che provvedono a raffreddare. L’aria calda sale e passa giusto nella zona in cui la temperatura deve essere tenuta costantemente bassa. Questo aumenta ulteriormente il dispendio di energia. Inoltre in questo periodo lo scarico caldo dei frigoriferi finisce all’interno dell’area commerciale che è condizionata, obbligando l’impianto generale ad aumentare il dispendio energetico per rinfrescare clienti e commessi. Finito il mio turno al banco carne mi inoltro nella zona “artica” dell’ipermercato. Decine e decine di metri di banconi frigo aperti, con prodotti surgelati a decine di gradi sotto lo zero. Nulla mi separa da loro, nemmeno una anta di cristallo. Una volta aprivi, prendevi e chiudevi. Ora tutto pronto, a portata di mano.
Dispendio energetico di tutto ciò: una follia.
Impatto ambientale ed ecologico: una assurdità.
La cosa che mi fa più incazzare (passatemi il termine) è che alla fine del mese, quando c’è da pagare la bolletta, inevitabilmente il costo viene poi spalmato su tutti i nostri acquisti. Questo significa che una parte del costo della nostra spesa serve per pagare questo spreco assurdo di energia elettrica che, a sua volta, ha un'unica finalità: aumentare ed incentivare i nostri consumi.
In Germania e in altri paesi del nord Europa ho sentito che i consumatori hanno iniziato una singolare protesta civile. Visto che tutti gli incarti e le “confezioni delle confezioni”(pensiamo ad esempio alla scatola del dentifricio che è inutile visto che c’è già il tubetto) alla fine finiscono nella loro spazzatura, aumentandone il costo di smaltimento, i consumatori hanno deciso di abbandonare (in modo civile e ordinato) nei parcheggi degli ipermercati il surplus di packaging scartandolo dai prodotti appena acquistati. Il packaging è pagato con l’acquisto del prodotto, in questo modo evitano di pagare una seconda volta anche il suo smaltimento nei rifiuti domestici (e quindi nella tassa rifiuti). Lo smaltimento di questi rifiuti – grazie a queste protesta - si trasferisce alle grandi catene di supermercati. Col tempo per diminuire i costi della spazzatura iniziano ad acquistare merce confezionata in modo più ecologico e meno superfluo. Come ulteriore conseguenza anche i produttori all’origine diventano più attenti per non perdere mercato.
Sarebbe bello poter organizzare una nuova protesta: disertare le zone fredde degli ipermercati. Che le isolino in apposite sezioni climatizzate in modo da diminuire lo spreco di energia per mantenere freddi i cibi. Che reintroducano ovunque frigoriferi con ante chiuse. Che si inventino altri modi per spingere i consumi: più personale ai banchi per evitare code e consigliare nuovi prodotti. Che evitino i banchi del “già confezionato e pronto”, che se dal punto di vista commerciale sono una trovata geniale, da quello ambientale sono una sistema medievale per applicare le tecnologie moderne dei refrigeratori.
Il controsenso è che si sta attenti a consumare un litro di benzina in meno per risparmiare e - magari - anche per non inquinare; viene chiesto di stare più attenti con il consumo di energia; si cerca da più parti di promuovere una coscienza e uno stile di vita più verde.
Nel nostro piccolo con piccoli gesti quotidiani aiutiamo a diminuire l’impatto sulla natura e poi? Poi finiamo per pagare di tasca nostra sprechi inutili.
Cerchiamo non solo di cambiare le nostre abitudini, cerchiamo di cambiare anche quelle sbagliate degli altri: il mondo è sistema finito con risorse limitate e, cosa più importante, appartiene a noi oggi e alle generazioni future domani.
Quindi non abbiamo scuse!
a_emme
7 commenti:
Come non darti ragione...
complimenti a voi del blog, continuate a crescere. questo è un intervento molto serio e intelligente. Ma quelli che si dichiarano 'verdi' (NON I PADANI) dove sono a Tradate? piena di cemento e non dicono niente? piena di sprechi energetici e non dicono nulla? Sono quasi maniacale, ora: ma pensate a che cosa significherà la fornace per l'inquinamento della illuminazione durante la notte? e quelli del nostro osservatorio astronomico nulla obiettano? hanno obiettato? ...io li stimo, penso che qualcosa avranno da dire o da ridire, prima o poi. Saranno ulteriormente utili alla loro città che giustamente si vanta per la loro presenza...buona domenica e continuate a farvi sentire, senza alzare la voce inutilmente. Caso mai la alziamo noi per voi. Grazie.
@GALILEO
Abbiamo autorizzato, poco fa, il commento di LUCIA inviato su un altro post. Lo inseriamo anche qui, perchè si lega bene a quanto scritto da Galileo.
Se qualcuno del GAT ci legge, ci faccia un colpo. Grazie.
"lucia ha detto...
Ogni tanto, quando ho il tempo e non sono stanca, mi piace andare ad ascoltare le conferenze del GAT (gruppo astronomico tradatese). Spesso ho sentito parlare di inquinamento luminoso. L'osservatorio hanno spiegato è costruito in un parco naturale anche per il fatto di tutelare l'edificazione circostante e per limitare l'uso di luci per illuminare le strade ecc. Tutto questo per limitare l'inquinamento luminoso e favorire l'osservazione dei copri celesti. Quando l'attenta amministrazione pubblica illumina edifici e strade tiene conto di tutto ciò? Non è che per caso una privata cittadina che confina con il parco (magari in zona abbiate) si ritrova a dover pagare multe per aver installato due luci da 150watt in giardino vicno al barbecue, mentre l'amministrazione permette - tra le altre cose - un mega centro commerciale con parcheggio e tutto il resto che avrà sicuramente un notevole impatto luminoso? Poi senza farlo apposta è proprio verso Abbiate. Il GAT è stato coinvolto in queste decisioni? E cosa ha detto?"
A proposito di consumi elettrici, per chi non ne fosse al corrente di notte l'ecomostro in costruzione, tiene illuminati a giorno l'interno degli edifici che dovrebbero essere adibiti a Multisala e le fotoelettriche installate sulle Gru. Anche questo è uno spreco.
BIRBA
@Birba
Tengono tutto ben in vista, vogliono che sia tutto alla luce del sole..ahahahahhaha. Anzi no, la verità è questa: hanno scoperto un nuovo tipo di cemento biotecnologico, cose che vedi solo su discovery channel. E' un materiale che si comporta come le piante, con la luce cresce. Per questo che i piloni sono cresciuti da soli da 12 a 24 metri, troppa luce!!! Non è colpa loro!!! E' colpa di questo materiale miracoloso;-))))
Per Birba
Ma secondo te chi paga l'energia elettrica e l'acqua utilizzate in abbondanza per la costruzione del centro commerciale La fornace ?
Caro dubbioso
il tuo dubbio funziona come le ciliege, uno tira l'altro....
Quindi andreottianamente direi: se paga la Vegagest che dovrebbe aver fatto gli allacciamenti mi domando ancor di più chi, cosa e quanto c'è dietro all'operazione fornace, se oltre alle sanzioni per gli abusi, sperperano allegramente denaro per tenere illuminati gli interni di edifici in costruzione, :-?
se invece (ma non penso) gli allacciamenti sono a spese del Comune paghiamo tutti.
In ogni caso pregasi spegnere l'interruttore ;-)
Perchè lo spreco di energia chiunque paghi ricade comunque su tutti noi.
BIRBA
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