lunedì 16 giugno 2008

E IO PAGO! MA DOVE E' UN PROGETTO PER I RIFIUTI?

Proposte di un cittadino serio

riceviamo e pubblichiamo
"Questa settimana vi propongo un questionario sulla raccolta differenziata e su come incentivare i cittadini a farla.
L'idea della Seprio (la società del comune) di far pagare ai cittadini tutto ciò che verrà conferito nella nuova piattaforma ecologica, non mi piace e si correrà il rischio de vedere tanti rifiuti abbandonati. 
Fermo restando le attuali bollette, occorre favorire chi 'differenzia' defalcando dalla bolletta TIA il materiale conferito in Piattaforma oppure consegnato spingendo la raccolta porta a porta. 
Sempre nel Blog, segnalate che sono quasi tre settimane che la sbarra in Via Colombini è rotta. Una sola persona non riesce a stabilire la residenza di chi entra (ndr. così entra un casino di persone, anche non di Tradate, e il Comune - cioè noi - paghiamo anche la monnezza prodotta dagli altri).
Nella zona del verde, sabato scorso, ho visto di tutto: da buste nere, a una panchina metallica.
Ho visto trattori e furgoni che scaricavano quintalate di roba nell'indifferenziata (ci costa 115 euro a tonnellata)".

Un breve nostro commento: e questo sarebbe il Comune che vuole insegnarci a fare la raccolta differenziata?
E questa sarebbe una Amministrazione virtuosa, come continua a sciorinare l'assessore all'ecologia?
Prima di dettare legge agli altri, si mettano a posto le idee e si adeguino gli uffici e le strutture comunali preposte, mandando a casa (LICENZIANDO!) quel nugolo costosissimo di consulenti e assumendo invece persone capaci per il lavoro quotidiano.
Da ultimo: la società Seprio NON può sostituire l'azione di controllo del Comune.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci manca solo che facciano pagare anche la "monnezza" che si porta in via Colombini!! Cosi ritorneremo ad avere le lavatrici e i cessi rotti in giro per i boschi!!! Ma dove hanno la testa quelli che decidono queste cose???

Anonimo ha detto...

Vi allego quanto ho trovato. Lo metto a disposizione di tutti coloro che vogliono fare qualcosa, sperando che lo legga anche l'assessore comunale...

La raccolta dei rifiuti biologici e lo scarto verde
(dal capitolo 3 pagina 62)

Le esperienze di raccolta differenziata degli scarti organici compostabili già attive in Italia hanno ampiamente dimostrato la possibilità di applicare efficacemente strategie e sistemi già sviluppati da tempo nell'Europa Centrale; ciò sia sotto l'aspetto degli esiti quali-quantitativi che per quanto concerne il contenimento dei costi. Va anzi anticipato che la specificità di alcune scelte operative adottate nei modelli di raccolta diffusi in Italia ha consentito un sostanziale miglioramento (rispetto ai sistemi diffusi in Europa Centrale) di alcune "performance" di raccolta, quali:
. una maggiore intercettazione di scarti di cucina;
. conseguentemente, una minore fermentescibilità del rifiuto residuo da smaltire (il che consente la diminuzione delle frequenze di raccolta),
. un contenimento dei costi di esercizio dei circuiti di raccolta;
. il contenimento delle quantità complessive di scarti di giardino raccolti e dunque di rifiuti da gestire.

Le raccolte delle frazioni organiche, e più in specifico dei flussi di scarti alimentari (raccolte "secco-umido"), costituiscono un tipico caso di raccolta differenziata "integrata", in quanto comportano una profonda modifica della natura, della frequenza e della gestione del servizio complessivo, influendo sostanzialmente sui sistemi e sui calendari di raccolta delle diverse frazioni e, nello specifico, dello stesso rifiuto non recuperabile.
(.)
In Italia si raccoglie a domicilio "scarto di cucina", spesso definito anche come "umido"; in Germania, Austria, ecc. si raccoglie bioabfall, "rifiuto biologico"; in Olanda, "GFT" (miscela di scarto di giardino e della porzione cruda dello scarto alimentare), in questi Paesi, accanto allo scarto di cucina, vi è generalmente una larga prevalenza di scarto di giardino, di cui viene consentita - ed anzi stimolata - la consegna al servizio di raccolta mediante la dotazione di bidoni di volume relativamente elevato anche alle case unifamiliari con giardino. La distinzione non è ininfluente.
Infatti, procedendo all'organizzazione del sistema di raccolta delle frazioni organiche compostabili sarebbe anzitutto importante soffermarsi sulle seguenti considerazioni:
. la sostanziale diversità merceologica e reattività biochimica tra lo scarto di tipo alimentare (umido in senso stretto) ed il materiale lignocellulosico di cui è costituito lo scarto di giardino; tale diversità si traduce in opportunità di una differente articolazione del sistema di raccolta, che tenga conto della possibilità di semplificare criteri e costi di gestione della raccolta del verde;
. il peso specifico nettamente diverso dei due materiali, che se costringe all'uso di veicoli a compattazione per la raccolta dello scarto verde, consente invece l'impiego di veicoli non compattanti per lo scarto alimentare; e la compattazione, pur necessaria a garantire il pieno utilizzo delle capacità di trasporto nel caso di materiali voluminosi, è una necessità costosa. L'introduzione di circuiti dedicati al solo umido, con veicoli non compattanti, è un efficace strumento di razionalizzazione del servizio e contenimento dei costi;
. la problematicità di gestione dello scarto alimentare, proprio in relazione alla sua fermentescibilità ed al suo contenuto di acqua; ciò comporta la necessità di individuare manufatti, sistemi e frequenze di raccolta che, producendo agevolazione, comodità e pulizia per l'utente del servizio, ne favoriscano la partecipazione.

E qui vale la pena di marcare un confine: un sistema "comodo", che non distingua tra scarto di cucina e scarto di giardino, è un sistema che produce una elevata intercettazione di scarto di giardino, dimenticando che "dove c'è scarto di giardino, c'è un giardino in cui poterlo compostare".
(.)
Gli scarti di manutenzione del verde costituiscono un flusso di materiali compostabili che incide in percentuale variabile - a seconda dei contesti urbanistici - sul totale dei RSU ma tende comunque (e con particolare evidenza nelle situazioni con elevata incidenza di abitazioni monoutenza con giardino) a manifestarsi con marcati incrementi della produzione mensile di RSU nei periodi primaverili ed estivi, laddove non vengono predisposti circuiti dedicati alla sua intercettazione. In condizioni colturali mediamente intensive, quali quelle adottate per la cura e la manutenzione dei giardini privati e parchi pubblici, si registra una produzione annua di alcuni chilogrammi (3-5) di sfalcio erboso; tali quantitativi sono all'incirca raddoppiati da potature e fogliame. Risulta, insomma, il notevole contributo di questa frazione alla produzione complessiva di RSU domestici già in abitazioni con piccoli giardini. Sulla scorta di tali considerazioni nel 1994 la Lombardia introdusse, per la prima volta in Italia, l'obbligo della raccolta differenziata dello scarto verde. A consuntivo di una serie storica di dati di raccolta relativi ormai a diversi anni, si può notare che l'intercettazione unitaria si colloca generalmente tra i 20-30 ed i 70-90 kg ab-1 anno-1, con una ovvia influenza, tra l'altro, della situazione urbanistica. Anche il Piemonte ha introdotto (nel 1997) il divieto di conferimento di tali materiali in discarica, accompagnato dall'obbligo di raccolta differenziata a partire dal 1/1/98.
In alcuni Comuni in realtà, soprattutto laddove i circuiti non sono ancora consolidati, le rese di raccolta registrate risultano inferiori (15/20 kg ab-1 anno-1), va infatti considerato che le rese vengono influenzate:
. in senso positivo, dalla graduale introduzione e sviluppo del compostaggio familiare, che tende ad intercettare soprattutto gli scarti delle utenze con giardino;
. in senso negativo, da combustione o da altre attività improprie di smaltimento, gestite spesso - e soprattutto per i residui di potatura - direttamente dalle utenze professionali (giardinieri): abbandono ai margini di campi e boschi, combustione.

Va ricordato che, allo scopo di governare il sistema evitando un conferimento eccessivo di scarti di giardino al servizio di raccolta, i "paradigmi operativi" specifici del modello italiano di raccolta prevedono generalmente che la domiciliarizzazione della raccolta venga accompagnata dalla separazione dei circuiti di raccolta del verde (sistema a consegna generalmente centralizzata, od a raccolta domiciliare a frequenza differita) e dell'"umido" (sistema "intensivo" con raccolta a domicilio ad elevata frequenza), ciò consente a sua volta:
. un dimensionamento dei manufatti di raccolta dell'"umido" congruo con le necessità, in quanto viene sottratto ad essi il forte fattore di stagionalità dei flussi rappresentato dagli scarti verdi;
. l'individuazione di criteri specifici di raccolta per l'umido in considerazione della elevata fermentescibilità e peso specifico (adozione di sacchetti a perdere, impiego di mezzi "leggeri", non a compattazione),
. l'ottimizzazione dei costi di gestione dei due flussi, mediante l'individuazione delle economie specifiche relative allo scarto "verde" (semplificazione dei sistemi di raccolta, diminuzione delle frequenze nella raccolta domiciliare, impiego di mezzi a compattazione, minori tariffe praticate dagli impianti di compostaggio per il conferimento di tale flusso),
. l'incentivazione, se sostenuta da un programma di promozione, del compostaggio domestico nelle abitazioni con giardino, mentre la raccolta domiciliare costituisce, intuitivamente, un fattore di "eccessiva comodità" per la consegna dello scarto verde all'Amministrazione Pubblica.

Anonimo ha detto...

io sono una casalinga e vi dico che la cosa PIU' IMPORTANTE è che si possa conferire la frazione umida in cassonetti vicini alle campane della differenziata, perchè a volte ti devi assentare per due o tre giorni, e dove butti la roba se non c'è un posto idoneo e utilizzabile? Ovviamente con ogni garanzia igienica.