sabato 11 dicembre 2010

Tradate, «sempre più in basso» questo sindaco: già al tramonto?

“Che fine ha fatto il consiglio convocato dalla minoranza?”

L’ex vicesindaco Margutti interviene sulla polemica innescata rispetto alla richiesta di dimissioni per sindaco e Giunta
Gialuigi Margutti a sinistra, Stefano Candiani a destra
«Candiani sta farfugliando. I consiglieri comunali di minoranza sono responsabili, tanto che stiamo ancoraaspettando la convocazione del consiglio comunale che abbiamo richiesto». L’ex vicesindaco Gianluigi Margutti, oggi consigliere comunale di minoranza per Unione Italiana, aggiunge la propria posizione rispetto a quanto dichiarato dal sindaco Stefano Candiani in merito alla richiesta di dimissione presentata dalla minoranza.
«Non mi sento affatto un avvoltoio come ha definito il sindaco i consiglieri di opposizione – prosegue Margutti -. Se lui vede il comune come una carcassa morente, è lui che ha usato un termine infelice. O noi non siamo avvoltoi o il comune non sta male. Si decida».
Nei giorni scorsi, più precisamente a fine novembre, i consiglieri uniti hanno firmato una richiesta di convocazione di consiglio comunale, per discutere delle mozioni presentate a luglio, proprio sulla situazione economica della Seprio Servizi. «Abbiamo firmato tutti la richiesta, avevano venti giorni per effettuare il consiglio, ovvero entro il 16 dicembre – prosegue Margutti -. Ad oggi non abbiamo ancora ricevuto una convocazione. Siamo noi che subiamo l’ostruzionismo da parte del presidente del consiglio comunale, proprio per svolgere correttamente il nostro incarico di consiglieri. È questa la responsabilità a cui si riferisce Candiani?»

(tratto da Varesenews M.S.manuel.sgarella@varesenews.it

2 commenti:

Pino ha detto...

Il sindaco straparla perchè in cuor suo è preoccupato per la nuova legge che prevede l'esclusione dalle liste elettorali, locali e nazionali, degli amministratori responsabili del dissesto finanziario degli enti locali.

pino ha detto...

Ineleggibilità per 10 anni dei sindaci e dei presidenti di provincia che mandano in dissesto l’ente da loro amministrato. QUesto prevede la bozza del decreto attuativo del federalismo fiscale che ha avuto ieri l’ok preliminare del Cdm.
Il provvedimento all’articolo 6 (fallimento politico del presidente di provincia e del sindaco) prevede infatti l’ineleggibilità per i sindaci e i presidenti di Provincia che la Corte dei Conti ha riconosciuto responsabili, anche in primo grado, di danni da loro prodotti con dolo o colpa grave nei cinque anni dopo i quali c’é stata la deliberazione del dissesto dell’ente locale. Essi, si legge nel testo, “non sono eleggibili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di Provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento, e del Parlamento europeo. Gli stessi sono altresì interdetti per un periodo di tempo di dieci anni da qualsiasi carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici“.