sabato 12 dicembre 2009

Saronno: lettera aperta ad Angelo Veronesi

FINALMENTE QUALCUNO CONVINCENTE, CAPACE DI AFFRONTARE LA LEGA!
Gianfranco Librandi, fondatore del nuovo movimento politico Unione Italiana, scrive al coordinatore cittadino del Carroccio in merito a questioni quali l’immigrazione, l’economia e il lavoro.

Caro Veronesi, ho letto con molto interesse le Tue dichiarazioni su La Prealpina di domenica. Vorrei cercare di analizzare con te alcuni temi di politica di importanza sociale...

5 commenti:

Lettore interessato ha detto...

Lettera pensata, ponderata ed assai "critica";sopratutto propositiva. Considerazioni di qualità,non si è soliti incrociarne di questi tempi. Un buon inizio...auguri.
Lettore interessato.

Machiavelli ha detto...

sono molto meravigliato che ad una analisi tanto precisa e 'probabilmente' molto convincnte, non ci sia adeguato riscontro con qualificati commenti.
Quanto qui espresso è una rivoluzione di fronte a tanti frasi fatte e ad effetto.
Ma in questo paese si vuole ancora ragionare?
Io spero di sì!

Vlad III ha detto...

Altri poltronari ....... Si sa che la gente da buoni consigli, sentendosi come Gesù nel tempio, visto che non possono dare più cattivo esempio.......

Anonimo ha detto...

Ma perchè si perde tempo a parlare con i nuovi barbari. Un'analisi così accurata è dura da leggere se si è abituati a leggere i titoli della Gazzetta!

Enrico Vizza ha detto...

Gentile Altra Tradate,
esprimo un pensiero personale all'intervento di Gianfranco Liprandi, Fondatore di Unione Italiana.
Credo che Liprandi ha illustrato la realtà e sopratutto ha detto la verità sull'immigrazione.
L'immigrazione non si combatte.
L'immigrazione andava gestita meglio nel nostro paese.
Attenzione, quando parlo di immigrazione non sono tra quelli che dice che va sanato tutto pur di fare "cassa" nelle casse dello stato.
Sono tra quelli che dice che l'immigrazione va gestita o meglio andava gestita con più attenzione.
Sono tra quelli,come dice Liprandi che sostiene e si rende disponibile ad operare su tavoli di concertazione.
L'immigrazione e a sua volta gli extracomunitari, che io chiamerei immigrati, rappresenta una buona percentuale del ns. paese.
L'immigrazione che lavora,che opera,che acquista,che produce e consuma è anche quella che nel nostro paese fa numero.
Ma siamo stati bravi ad integrarla nel ns. paese?
Io dico che molto non è stato fatto nel corso degli ultimi quindici anni.
Forse potevamo fare di più e non lo abbiamo fatto.
Forse potevamo fare qualche decreto migliore e ci siamo limitati a colorare le piazze con bandiere e gazebi.
Per motivi professionali, incontro ogni giorno decine e centinaia di cittadini immigrati, lavoratori e imprenditori.
Molti di loro, mi riferisco ai lavoratori hanno un lavoro, operano da qualche anno nel nostro paese, stanno pensando di portare la propria famiglia, ma non conoscono nemmeno il rapporto di lavoro che hanno sottoscritto con il proprio datore di lavoro.
Molti di loro non conoscono cosa vuol dire contratto nazionale di lavoro, non sanno cosa vuol dire tredicesima, cassa integrazione, ferie e non conoscono quelle regole basilari che buona parte dei cittadini Italiani conoscono.
Quindi, parlare di immigrazione e di integrazione, non vuol dire sanare o aprire alla delinquenza.
Non vorrei che il mio intervento e pensiero, che ormai vado dicendo da anni a tutti i tavoli politico-sindacale, venga interpretato come quello che cerca voti o altro.
Io dico che prima bisogna insegnare le regole e spiegare che chi giunge in italia deve rispettare le Leggi.
Aggiungo che anche l'Italia deve fare più integrazione, che non vuol dire andiamo sotto braccio alla delinquenza e a coloro che esercitano delinquenza e trafficano nel Ns. paese.
Quindi ben vengano tavoli di concertazione in ogni città.
Scusate se questo mio commento è lungo,ma non mi sarei permesso di fare una lettera.
Ancora grazie, complimenti per l'intervento e buon lavoro a Gianfranco Liprandi.

Enrico Vizza .