martedì 24 novembre 2009

In Europa la nostra Sanità è al 15° posto

DOBBIAMO FARE DI PIU'

Rispetto al 2008 l'Italia guadagna una posizione ma rimane sempre e comunque in fondo alla classifica. Il 15° posto non è certo un vanto per la nostra costosa Sanità.
L'indice, stilato ogni anno dall'associazione Health Consumer Powerhouse, tiene conto di 38 indicatori di qualità che sono suddivisi in sei categorie: i diritti dei pazienti e l'informazione, la salute digitale, i tempi di attesa, i risultati, i servizi offerti e la farmaceutica.
I paesi che vengono monitorati da questa ricerca sono 33. Al primo posto quest'anno è l'Olanda seguita da Danimarca e Islanda. Tra i primi dieci anche Germania (sesta) e Francia (settima). Positiva è risultata la profonda riforma sanitaria applicata al sistema Olandese, che già oggi ha dato i suoi effetti.

I problemi e le carenze italiane si riscontrano soprattutto sul versante tecnologico e in particolare relativamente alla digitalizzazione della sanità. I nostri "punti di forza" sono invece il buon livello dei dati (molto bassi, quindi) relativi alla mortalità infantile e al numero di vittime del cancro rispetto alle guarigioni.
Il nostro Paese, però, sconta ancora divari troppo grandi tra le regioni del Nord e quelle del Sud Italia. Siamo poi caratterizzati dalla presenza a macchia di leopardo di eccellenze - anche di livello internazionale - che sembrano non rientrare a far parte di un sistema.
Nel complesso, quindi, non possiamo considerare buoni questi risultati, non per il gradino in classifica, ma perchè considerando la qualità complessivamente erogata dal servizio sanitario i notevoli sforzi economici che vengono impegnati dal governo non ripagano.

Si deve fare di più? Sicuramente sì! Non è, però, una questione quantitativa (anche se i soldi alla ricerca vanno sicuramente aumentati), ma una questione qualitativa e di metodo. Bisogna riconsiderare e riformare questo "carrozzone"; sarà sempre più vitale per le nazioni industrializzate poter disporre di servizi sanitari con standard qualitativi sempre più alti per andare in contro ad una aspettativa di vita che si continuerà a prolungare (da Unione Italiana)

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