giovedì 8 ottobre 2009

Tutti i LODI giungono al pettine ;-)

SOGNO O SON DESTO?
AlLodolo AlBano

Da giorni aveva un pensiero fisso, come una specie di tarlo, di dubbio esistenziale che gli minava l'umore: Dio l'aveva abbandonato?

Di certo Vescovi e Cardinali ne avevano prese le distanze. Persino alcuni che erano stati, e forse lo erano ancora, buoni amici avevano fatto spiegare dai loro segretari che c'erano molte ragioni di opportunità per un discreto distacco. Anzi bimillenarie ragioni!

Dopo la avversa sentenza in un processo civile era venuta, letteralmente subito a rotta di collo, quella dell'AlLodolo AlBano, il cui esito era atteso in giornata. Troppi acuti e troppe stecche in quella legge e così il fonografo rischiava di rompersi. Per non parlare di tutte le manfrine degli alleati che lo confortavano attorno al mediatico letto di dolore e nella attigua stanza ne studiavano diligentemente la sostituzione.
Chiuso nel suo studio rimurginava tra sé il da farsi. Sul tavolo una copia de “I Promessi Sposi” che un Cardinale, buon amico, gli aveva inviato con la raccomandazione di farne una profonda meditazione, non tanto sugli Sposi (lì ormai tutto era letteralmente ormai andato a p....), quanto sulle figure che “abitavano” il romanzo e che in qualche modo avrebbero certamente ispirato i suoi passi futuri. Forse il buon Cardinale intendeva evitargli ulteriori Rovine rammentandogli come un Potente personaggio del Romanzo avesse salvato l'anima perchè “Già da qualche tempo cominciava a provare, se non un rimorso, una cert'uggia delle sue scelleratezze” (Cap.XX)

Pensava al suo più fedele alleato, su cui avrebbe messo la mano sul fuoco, nonostante in passato lo stesso lo aveva bollato con termini ignominiosi, buttato giù dalla “cadrega” salvo poi divenire, inaspettatamente e sospettosamente, un suo fedelissimo scudiero. Ma nello sconforto generale lo sentiva lontanissimo. Forse ancora pronto a voltargli la gabbana! Il computer lasciava scorrere le notizie dei maggiori siti, tra cui quello che egli più odiava perchè continuamente lo importunava con le peggiori domande.

D'un tratto comparve la notizia: l'alleato più fedele avrebbe chiamato il popolo in piazza. Milioni di fucili, caricati per lo più a pallini adatti per la “polenta e osei” erano pronti a difenderlo. La notizia lo confortò. Quanto meno l'alleato si era esposto.

Un ulteriore conforto lo trovò nelle foto, che scorrevano in una cornice digitale, di quello che era il suo miglior alfiere: un giornalista che nutriva nei suoi confronti una fede assoluta, il cui volto vagamente rassicurante scorreva in molte fatte nel display

La giornata era calda non solo per le vicende che si stavano svolgendo, ma anche per quell'estate che non lasciava spazio ad una bella rinfrescata. Si sentiva il volto appicicaticcio e sudato, come coperto da una maschera che si stava staccando.

Suonò ed entrò un cameriere in livrea, si dice disegnata dallo stesso Michelangelo, che appena lo vide strabuzzò gli occhi e mormorando qualcosa se ne fuggì a gambe levate lasciandolo di stucco. Anche i servi lo abbandonavano?

Di corsa arrivò un medico, uno dei tanti che aveva voluto nel suo seguito perchè la sua salute fosse sempre sotto controllo. Lo guardò e irrigidì la mascella che scatto' con un click talmente sonoro che il capo scorta scambiandolo per un suono metallico si precipitò nello studio con una pistola tra le mani, seguito da una dozzina di agenti in tenuta antiterrorismo. Sui loro giovani volti si disegnò uno stupore evidente.

Un silenzio imbarazzato calo' nello studio.
“Fuori! Fuori!” Gridò il medico e tutti si precipitarono fuori a gambe levate, spinti più da ciò che vedevano che dall'invito del medico.

Spaventato dallo spavento altrui apri' un cassetto e tolse uno specchio d'argento, regalo di una amica, con il quale usava spesso riguardarsi il volto e controllarne i tratti e i tratteggi.
Si vide! Se impallidì o arrossì non si può dire, tanto il colore e la forma del suo volto erano cangiate. Ed in tal cangiamento nulla ulteriormente potea vedersi se non terrore e disperazione.

Vasti tratti del volto erano come ceduti, come se una forza spaventosa li avesse strappati e lasciati lì appesi come certe carte da parati in vecchie case da tempo chiuse e lasciate in balia dell'umidità e delle intemperie. Le palpebre vistosamente ammosciate cadevano sugli occhi come se un pesante sonno l'avesse colpito. Le labbra erano cadenti e le gote apparivano, sotto uno strato di quello che appariva essere cerone, rugose e coperte da nei. I capelli fluenti che erano stati il suo orgoglio apparivano come certe parrucche di stoppia che i teatranti di provincia usavano per i loro spettacoli nelle piccole piazze di paese per far divertire i villici.

Cosa poteva aver prodotto un simile repentino cambiamento? Come poteva un uomo in così pochi secondi perdere le proprie fattezze? Con gli occhi coperti di lacrime si guardò intorno e di sfuggita notò il volto fedele del giornalista nel display della cornice digitale: piangeva egli stesso e calde lacrime, come un miracolo sovrannaturale, scorrevano sulla scrivania percorrendo il filo dell'alimentazione.

La home page del sito cambiò e comparve il risultato: 9 a 6. Il fonografo dell' Allodolo AlBano si era rotto con uno stridore acuto. Il verdetto era incontrovertibile.
Chiese conto delle piazze: era cominciata la rivolta in suo favore?

Rapidamente un addetto gli portò la situazione: dal Nord erano giunte due notizie:

Colpi d'arma da fuoco erano stati uditi in val Brembana, ma i Carabinieri avevano accertato che si trattava di cacciatori: sequestrata una lepre di circa sei kg che il Maresciallo per prudenza aveva fatto mettere nel congelatore della caserma in attesa di tempi migliori.

In Provincia di Varese si erano udite quelle che erano state scambiate per detonazioni, sul luogo la Digos aveva sequestrato una bandiera appartenente ai movimenti dell'opposizione e quattro tappi di sughero con la dicitura: “Prosecco della Val Dobbiadene”.

Qualche tricche tracche nella zona del Napoletano.

Nel Molise un ex magistrato aveva tolto il trattore dal box e se ne andava in giro trainando un carro con dei musicanti, fu fermato e portato in Questura per guida senza patente e schiamazzi in luogo pubblico.

Nessuna manifestazione a suo favore, la gente assennatamente era rimasta nelle proprie case.

Pungulus

Nessun commento: