venerdì 5 settembre 2008

Ve la racconto io la storia...(2)

SEPRIO SERVIZI, seconda puntata

Oggi cercherò di essere un po’ didascalico, di modo che almeno qualcuno di ‘quelli che contano’, leggendomi, avrà l’occasione di imparare qualcosa e di essere meno asino (non ancora un cavallo, chiaro? Solamente meno asino!).
Le società patrimoniali hanno riscosso, negli ultimi anni, crescente interesse in Comuni di medio-piccole dimensioni, che vogliono svolgere parte delle proprie funzioni attraverso S.r.l. o S.p.A. a capitale interamente pubblico alle quali conferiscono beni immobili, rapporti giuridici ed eventuali passività connesse a tali beni.
Le società patrimoniali sono accusate di alterare o distorcere la concorrenza, il mercato e la parità delle condizioni in cui agiscono i diversi operatori economici e gli Enti locali che le costituiscono di voler conservare determinate posizioni monopolistiche: basta navigare per pochi minuti in Internet per rendersi conto di quanti Comuni stiano lavorando alla costituzione di tali società (tra parentesi: Tradate fu antesignana nell’idea del prototipo di questa società, ma io fui costantemente bloccato e rallentato da spinte interne alla giunta comunale - vi dirò nome e cognome di chi in particolare - e da incertezze del sindaco Candiani, situazione che ne rallentava sine die la costituzione, anzi l’approccio stesso alla società. Tanto che a un certo punto, sfinito dalle lungaggini, richiesi al sindaco Candiani una delega scritta sull’argomento. Cosa che non fu mai ‘seriamente’ fatta! Insomma, era come la tela di Penelope: io tessevo, e altri ‘detessevano’. Perché? Ve lo racconterò più avanti, nelle prossime puntate, se avrete la costanza di seguirmi (2. continua)
(Gianluigi Margutti)

Ora un po’ di nozioni tecniche assolutamente indispensabili per capire la questione della società patrimoniale. I vantaggi offerti dalle società patrimoniali ai Comuni-soci sono numerosi. Qui ne riporto alcuni tratti da ‘Italia Oggi’, che sull’argomento pubblicò un articolo particolarmente interessante. Con una importantissima riserva: lo strumento della Società è buono, se è usato come tale per la città. In caso contrario è come dare in mano a un bambino un fucile da caccia: gli effetti possono essere devastanti. Quindi ora parliamo di TEORIA, poi entreremo nella PRATICA della Seprio Patrimonio e Servizi srl (dalla sua costituzione ad oggi ha avuto in due anni 7 amministratori...).

a) flessibilità gestionale e risparmi di spesa: le società patrimoniali possono operare con processi amministrativi meno rigidi dei procedimenti degli Enti locali ed adottare un approccio di tipo manageriale che negli Enti-soci stenta ancora a trovare una concreta attuazione; la maggiore flessibilità gestionale consente al management di assumere decisioni rapide e necessita di un minor impiego del fattore lavoro che si traduce in risparmi di spesa;

b)elevata capacità di indebitamento: con il conferimento di beni immobili la società patrimoniale viene dotata di un’importante leva finanziaria che rende possibile un accesso ampio e facilitato al credito, che le permette di ottenere le risorse necessarie per finanziare la realizzazione di nuove opere pubbliche e/o gli interventi di manutenzione straordinaria su quelle esistenti;

c) riduzione dell’indebitamento dell’Ente locale: nel caso in cui la società non si limiti alla sola “gestione statica” dei beni conferiti dall’Ente locale-socio ma svolga una “gestione attiva” realizzando opere pubbliche, la necessità di reperire le risorse finanziarie da destinare agli investimenti si sposta dall’Ente locale alla società stessa; tale effetto risulta particolarmente interessante per gli Enti che presentano un rapporto fra interessi passivi ed entrate dei titoli I, II e III prossimo o addirittura superiore a quello previsto dall’art. 204 del Tuel;

d) contributo al rispetto dei vincoli del Patto di Stabilità: con il trasferimento in capo alla società patrimoniale della gestione di una parte del patrimonio dell’Ente locale ed eventualmente dell’onere di realizzare parte delle opere pubbliche, si riducono le spese correnti e in conto capitale di quest’ultimo, aumentando notevolmente la possibilità di conseguire gli obiettivi del Patto di Stabilità; relativamente a tale effetto, vale la pena di segnalare che la Sezione Regionale di Controllo per la Regione Lombardia della Corte dei Conti ha sostenuto con successive deliberazioni che i risultati delle società a partecipazione pubblica totalitaria o maggioritaria, delle quali le patrimoniali sono un sottoinsieme, sono soggetti alle regole del Patto di Stabilità. Tale autorevole opinione è basata sul principio che qualsiasi soggetto che utilizza prevalentemente risorse pubbliche per lo svolgimento della propria attività deve essere considerato un ente pubblico indipendentemente dalla forma giuridica che assume. Tale posizione per il momento non sembra avere avuto seguito in quanto, come recentemente affermato dalla stessa Corte dei Conti, nell’ordinamento non è attualmente prevista alcuna specifica disciplina per il consolidamento dei risultati delle società partecipate con quelli dell’Ente pubblico che le partecipa, né alcun obbligo di applicazione delle regole del Patto di Stabilità a tali società; inoltre, le patrimoniali, essendo costituite nella forma di società di capitali, hanno una propria personalità giuridica nettamente distinta da quella dell’Ente locale-socio, circostanza che implica che delle obbligazioni sociali risponda esclusivamente la società con il proprio patrimonio (l’unica deroga a tale principio è la presenza di un unico socio che, tuttavia, risponde illimitatamente delle obbligazioni sociali solo nel caso in cui non abbia versato i conferimenti ancora dovuti o non sia stata effettuata la pubblicità prevista dalla legge);

e) vantaggi fiscali: in tutti gli interventi di realizzazione di opere pubbliche ed in quelli di gestione del patrimonio esistente l’Ente locale è considerato alla stregua di un consumatore finale; pertanto, l’IVA addebitata dal fornitore per l’acquisto di beni e servizi rappresenta un costo. La società patrimoniale, invece, alle condizioni previste dall’art. 19 del DPR 633/72, detrae l’IVA pagata sugli acquisti da quella riscossa sulle cessioni e prestazioni effettuate e, qualora ne ricorrano le condizioni, può chiedere annualmente a rimborso la parte eccedente;

f) sviluppo del territorio e della comunità locale: la gestione del patrimonio pubblico con logiche del mondo imprenditoriale, induce il management della società alla continua ricerca di maggiori livelli di efficienza, consentendo alla comunità locale di sfruttare al meglio il patrimonio pubblico. Inoltre, la presenza sul territorio di una società patrimoniale rappresenta un importante strumento di marketing territoriale e un volano per lo sviluppo dell’economia locale, in quanto si tratta in genere di società che appaltano a terzi la maggior parte degli interventi.
La gestione del patrimonio pubblico mediante le società patrimoniali tuttavia non è scevra di criticità: una società commerciale, infatti, deve essere capace di generare flussi di ricavi sufficienti per garantire il proprio equilibrio economicofinanziario ed essere il più possibile indipendente dalla risorse che l’Ente locale socio le potrà eventualmente trasferire nel corso del tempo.
Pertanto, la sua costituzione deve essere preceduta da un’attenta verifica di fattibilità, dall’individuazione di possibili fonti di ricavi e dalla redazione di un business plan che includa un piano economico-finanziario almeno pari alla durata dei finanziamenti che verranno richiesti al sistema bancario.

Proprio su questi argomenti, l'asino sta cascando! A rileggerci!

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per tutte le informazioni. Insieme agli amici del PD stiamo organizzando una serata per informare la cittadinanza relativamente alla Seprio Srl.
Volevo solo farti notare che, dall'ultimo decreto Brunetta, ci sono novità in arrivo per le patrimoniali in materia di assunzioni e patto di stabilità.

Anonimo ha detto...

@ PINO
Grazie a te. Mandami notizie e le ultime novità. Importante è scrivere 'cose' esatte. Se poi le scriviamo a più mani, meglio ancora. Auguri per la vostra iniziativa.

Anonimo ha detto...

e si il comune e controllato e nn puo fare lavori e sforare troppo sennò viene bloccato
invece la seprio che è come una ditta puo sforare quello che vuole finche gli danno i fondi e quando nn puo pagare al massimo nn pagano piu nessuno e chi ha fatto i lavori per loro chiude ci rimette
e bello gestire un'azienda coi soldi altrui datemi anche a me dei fondi e vi tiro su una bella impresa

Anonimo ha detto...

Il comune di Tradate è gestito con il fondo schiena. Basta vedere i dossi che ha fatto fare alla Seprio in viale Marconi...e io paga!!! Voglio proprio vedere come continuerà questa storia semiseria...

Anonimo ha detto...

Bravi, continuate!
Vi ricordo che nello statuto della società l'art.20 è molto interessante perchè obbliga gli amministratori della Seprio di relazionare almeno tre volte nell'anno il socio unico sull'attività svolta.La cosa è perentoria. Entro la fine di novembre, di luglio ed entro 120 giorni dalla chiusura dell'esercizio per la presentazione del bilancio dell'esercizio precedente.
Poichè i consiglieri di minoranza sono rappresentanti dei soci come quelli di maggioranza, fate un interpellanza e chiedete informazioni.
La predisposizione di questo documento è un atto DOVUTO, è un obbligo perchè deve garantire il cosidetto CONTROLLO ANALOGO, ovvero la conoscenza continuativa dello stato degli investimenti e dei servizi affidati. La società SEPRIO non è degli amministratori del momento, caspiterina!!!! fatevi sentire...se volete una mano, ve la darò.....

Anonimo ha detto...

sarei curioso di sapere quali cespiti sono effettivamente stati trasferiti alla società con atto notarile fino ad oggi.
Chiederei che le minoranze facciano una richiesta esplicita al socio unico ovvero anche a loro stesse. Mi sorge un dubbio che vorrei non avere .Sono sicuro che penso sbagliato! Attendo risposta sul blog.

Anonimo ha detto...

@ Margutti.

Quando parli di flessibilita gestionale cosa vuoi dire? E per "processi amministrativi meno rigidi dei procedimenti degli Enti locali" cosa intendi?
Che io creo una società che si preoccupa di gestire il patrimonio e, essendo una società, non è soggetta a gare di appalto, assume chi vuole e se ne frega delel leggi?

Allora facciamo anche una società esterna per gestire l'anagrafe e una lo Stato Civile così facciamo diventare residenti solo "i cittadini di qualità" e celebriamo solo i matrimoni che piacciono al dux.

Io ho molti dubbi: queste società servono veramente per gestire meglio la cosa pubblica o solo a fare i furbi e ...distruggere il Comune?

Scusa se sono un po' duro, ma vorrei capirci bene, visto come vanno el cose non solo a Tradate ma in Italia in generale.

Mauro

Anonimo ha detto...

@MAURO
quando parlo di 'flessibilità gestionale' e di 'processi meno rigidi' mi sembra sia tutto chiaro, almeno nei termini. Insomma: meno burocrazia, con maggior tempismo ed efficienza. MA SEMPRE CON ADEGUATI CONTROLLI! La società DEVE essere nella legge, non 'contra legem' o secondo la legge di Belzebù e soci! Qui è questione di uomini!
Una società esterna (per l'anagrafe) non ha senso e tu lo sai; la tua frase è sicuramente ad effetto. Probabilmente (e su questo concordo con te) sono i risultati delle innovazioni che non ti piacciono, non le innovazioni stesse. Se uno strumento è buono, va usato, mantenendolo 'buono ed adeguato' al fine che si vuole raggiungere (un fine collettivo, non personale)...ciao!

Altra Tradate ha detto...

@ANONIMO
Giriamo la tua richiesta ai signori consiglieri comunali. Quale il dubbio che ti sorge? Grazie.

Anonimo ha detto...

io mi chiedo il lavori li prende la seprio e li gestisce e supervisiona per modo di dire
ma poi chi li mette in opera è l'italtubi o chi altro
ma se i lavori li commissionano direttamente a chi li esegue nn si evitano speculazioni e magari degli aumenti ingiustificati ma questo nn si chiama subbappalto a casa mia