L'EQUIVOCO DEI CENTRI STORICI
Riceviamo e pubblichiamo un contributo davvero interessante, il punto di vista di un professionista su quello che molte amministrazioni comunali (Tradate compresa) stanno facendo ai centri storici: "l'ostinata riproposizione di stili antichi, senza giustificate ragioni pratiche o storico culturali, chiaro sintomo di assenza di idee e progetti a lungo termine, convinti che copiare vecchie soluzioni non si sbaglia mai".Tutto ha un passato che è giusto conservare: sempre nella memoria, anche se disonorevole, perché è necessario ricordare gli errori commessi ed anche perché la storia a volte lo riabilita, molto spesso (ma non sempre) nei suoi manufatti, le costruzioni e gli oggetti. E’ giusto conservare costruzioni ed oggetti se sono opere d’arte, oppure se ancora oggi funzionano, ma se non hanno né l’una né l’altra di queste due qualità non ha senso mantenerli solo perché vecchi. Peggio ancora è ristrutturarli per forza con materiali superati o ricostruirli tali e quali, perché vuol dire consegnare a figli e nipoti muri che presto diverranno di nuovo vecchi e tramandare loro una falsa testimonianza del passato, per di più inefficiente e irrazionale.
Le città si evolvono, grandi o piccole che siano, e quindi le strutture dei centri storici devono diventare funzionali, accessibili, le vie ben illuminate, e le auto, che hanno preso il posto delle carrozze, devono poter ragionevolmente circolare: danno fastidio, è vero, e tutti quando siamo pedoni le vorremmo eliminare, ma da automobilisti giustifichiamo il loro uso. E con ragione, perché non esiste una valida alternativa se nei centri si vuole mantenere la residenza, come è giusto che sia. Ma sembra quasi che non ci si possa rassegnare al fatto che ci sia puzzo di benzina e di olio motore invece che salutare profumo di cacca di cavallo, e quindi le strade si lastricano di cubetti di porfido, acciottolati, “trottatoi” (?!), su cui le auto (che non sono cavalli) lasciano il nero della gomma delle ruote, facendo anche un gran fracasso. E poiché oggi non è più possibile come una volta dedicare a queste finiture il tempo e i soldi necessari per farle bene, spesso si ottengono risultati disastrosi, per cui nella migliore delle ipotesi non si percepiscono i loro caratteristici disegni o peggio sono così irregolari che risulta fastidioso camminarci sopra.
Non ha senso poi fare i parcheggi con tali preziose pavimentazioni che poi vengono irrimediabilmente nascoste e insozzate dalle automobili: e non c’è scampo, perché per esse si fanno! Il raptus della rimembranza ci propina gettarifiuti che sembrano porta sacchi di biada per cavalli, paletti dissuasori dove legare le loro briglie, ma fastidiosi per i pedoni e pericolosi per gli automobilisti; le fioriere monumentali invece sono senza storia nel passato. Queste hanno nella maggior parte dei casi la funzione di ostacolare la sosta delle auto (via Santo Stefano n.d.r.), in buona parte quella di segnare dei percorsi per i passanti, in minima parte quella decorativa (anche se è la più sbandierata).
Ma sono inutili in tutti e tre i casi, perché le auto ci si infilano lo stesso, per i passanti sono ingombranti, e decorative lo sarebbero se il verde non fosse inserito in catafalchi assurdi: se proprio necessarie, forse è meglio raggrupparle in una sola zona, uno slargo, in aiuole a filo pavimento (vedi i tre alberelli di corso Matteotti).
Sempre in ossequio alla memoria storica per i fabbricati si impongono finiture e particolarità irrazionalmente legate al passato: tegole a coppo per le coperture, abbaini rigorosamente dimensionati e allineati con le finestre delle facciate, abolizione delle tapparelle, e tante altre prescrizioni. Senza considerare che, ad esempio, le tanto aborrite tegole marsigliesi hanno in passato coperto i tetti di costruzioni prestigiose ancora perfettamente funzionali, essendo state un notevole miglioramento rispetto ai poveri e rurali coppi, che le tapparelle sono state un’evoluzione tecnica e conveniente rispetto alle famose gelosie, ed infine che, per ottenere luce nei sottotetti recuperati occorre fare magari anche un abbaino un po’ sbilenco.
Sono regole fatte per una pretesa esigenza di rispetto e di uniformità al passato, ma a quale passato? Ci sono innumerevoli esempi (anche a Tradate) di pacifica convivenza di stili distanti centinaia di anni tra loro, che nessuno si sognerebbe mai di riavvicinare. Sarebbe come pretendere di far ritornare alle origini una chiesa di mille anni alla quale dopo cinquecento è stata attaccata una costruzione ultramoderna (nel 1.500! anche i nostri antenati facevano grosse stupidaggini), che ha subito rivoluzioni dopo altri trecento ed infine un completo rifacimento dopo ancora cento anni: la si restaura più o meno come si è trovata, attaccata al “modernissimo” palazzo cinquecentesco, e chiuso il discorso.
Immaginando piazza Mazzini pulita e sgombra da ogni ostacolo (una piazza per sua definizione è uno spazio aperto che lo sguardo dovrebbe poter scorrere facilmente), vedremmo gli stili diversi delle tre facciate che la circondano, con coppi, portoghesi, marsigliesi, abbaini piatti stretti e larghi, una piramide in ferro e vetro sopra lo storico bar, tapparelle, gelosie scorrevoli o a battente, serramenti in legno, ferro e alluminio, intonaci, marmi, cementi decorativi, piastrelle bugnate, parapetti dei balconi in ferro, in vetro, in cemento, in perfetto stile liberty (quelli sopra il mio studio). Sono assolutamente convinto che questa visione complessiva non disturberebbe nessuno, non darebbe fastidio neanche il moderno palazzotto di sei piani anni ’60 e forse nemmeno il comune stesso con il suo terzo piano sovrapposto ai primi due di età più vecchia, con il tetto in rame e il colore giallo Napoli.
E quindi chiediamo che si possano fare anche in centro dei bei tetti in tegola marsigliese o canadese, praticissime e funzionali, degli abbaini tutti in vetro, rame o acciaio, dei parapetti in lamiera traforata, dei rivestimenti in lastre di gres misto a vetro, perché tutto ciò, se accostato con oculatezza a materiali antichi, può anche dare risultati piacevoli. Non si può negare che per le strade l’asfalto è stato una formidabile invenzione, tant’è che spesso lo si è usato, anche se brutto e negletto, per rivestire i cubetti di porfido tanto rivalutati ma poco pratici: ora al suo posto si possono usare resine e cementi decorativi, finiture più preziose e con eccezionali doti di durata, che possono disegnare spazi e percorsi nella via con i loro colori, a costi decisamente inferiori a cubetti, ciottoli e trottatoi.
L’impressione che si ha di questa ostinata riproposizione di stili antichi comune a tante amministrazioni locali, senza giustificate ragioni pratiche o storico culturali, è che sia il sintomo di assenza di idee e progetti a lungo termine, perché si è convinti che copiare vecchie soluzioni non si sbaglia mai. Infine è doveroso proporre e non solo criticare: per avere però qualche probabilità di successo occorrerebbe che chi ha il potere di decidere dia una pur minima possibilità di illustrare e documentare nuove idee, magari per dire, con giusta motivazione, che non vanno bene.
In Tradate ci sono ancora strade e piazze importanti da rinnovare, parchi e verde da riorganizzare, parcheggi da fare, lampioni da sostituire, e poiché sono convinto che non valga la regola di seguire per forza scelte precedenti, giuste o sbagliate che siano, proviamo ad osare qualcosa di diverso, proviamo almeno a discuterne.
Giuliano Ballabio
Le foto sono tratte dal blog Controfagotto
lunedì 28 luglio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
14 commenti:
bellissimo. Spero che sia capito questo serio e non prezzolato contributo. Basta capricci da pseudo urbanista quale è il sindaco e il suo Belzebu che impongono mode e sprechi continui.
Grazie per il Suo contributo che certo apre molto le menti. Forse però servirebbe più umiltà da parte di chi amministra, più buona volontà nel capire che la città è di tutti e che con il contributo di tutti può essere vera, vivibile e moderna.
ma avete visto l ingresso del comune? Sembra come ho sentito dire con le mie orecchie da un importante consigliere comunale il locale di un albergo di Bagdad. Da ridere chi lo ha progettato arredato e pensato.
Complimenti all'autore, ottimo intervento, ben scritto e convincente. Sarebbe bello sentire anche l'altra campana, adesso.
@manolo
vuoi sentire l'altra campana? DIN DON DAN....;-)
A parte gli scherzi, complimenti a Ballabio per questo post: ha reso professionale (e ancora più convincente) una sensazione che ormai si stava facendo strada in molti cittadini (tradatesi e non...visto che queste cose accadono un po' ovunque...soprattutto nel nord..e nei comuni limitrofi).
L'altra campana? Meglio di no, i Tradatesi sino ad ora si sono presi il battacchio ... in testa e sulle loro tasche (vedi crollo prezzi abitazioni)
al massimo la Prealpina scriverà che Tradate è sempre più bella... Lo scrive da sempre con ogni amministrazione e con ogni colore...
Ciao a tutti, per caso sono entrato nel vostro Bellissimo blog (graficamente parlando)non credo ai miei occhi......
Non c'è paese o cittadina nei dintorni che abbia queste bellissime vie del centro, e in merito a queste leggo solo commenti veramente da "tanto per criticare" Se ci sono dei commenti da fare e senz'altro ce ne saranno (mi riferisco ai costi) non attaccatevi a queste "baggianate"....
@anonimo _ BENVENUTO!
il blog dal punto di vista grafico non è bello...;-)
lo cambieremo prima o poi...magari quando compirà un anno...mancano 3 mesi..;-)
per i costi ti consiglio questo post di luglio >>>[http://www.altratradate.com/2008/07/abbiamo-strade-che-costano-miliardi.html]...abbiamo strade che - per essere abbellite e non costruite da zero - costano al km come la linea del TGV Parigi-Lione !!!!!
Buona lettura
AT
ad ANONIMO
se le ritieni 'baggianate' rileggi il tuo commento!
Buona giornata...
Caro alpino
Ma sembra quasi che non ci si possa rassegnare al fatto che ci sia puzzo di benzina e di olio motore invece che salutare profumo di cacca di cavallo, e quindi le strade si lastricano di cubetti di porfido, acciottolati, “trottatoi” su cui le auto (che non sono cavalli) lasciano il nero della gomma delle ruote, facendo anche un gran fracasso
E questa ti sembra una critica adeguata?
La puzza di benzina?
L'olio del motore?
Il nero delle gomme?
Il rumore?
Questa può essere una critica alla società moderna, non ai lavori di rifacimento stradali.
Queste ribadisco che sono baggianate tanto per criticare.
Se hai nostalgia dei vecchi tempi e del puzzo di cacca dei cavalli, vai ad abitare in qualche paesino sperduto dell'europa dell'est e sicuramente troverai qualche cavallo e strade sterrate (molto meno rumorese.
il blog dal punto di vista grafico non è bello...;-)
lo cambieremo prima o poi...magari quando compirà un anno...mancano 3 mesi..;-)
Ciao, no non mi sono spiegato bene:
allora graficamente non è male anche se è poco accessibile.
No, mi riferivo all' impronta ideologica volta a criticare sistematicamente tuto l' operato dell'amministrazione.
Non c'è una voce che si discosta da una critica, delle volte paradossale ed inutile.
Non metto in dubbio che le cose che dite corrispondano al vero, ma si può anche dissociarsi approcciandosi agli argomenti in maniera propositiva.
Per quanto riguarda i post, non vedo il motivo di un moderatore, si potrebbe semplicemente non pubblicare post automaticamente se vi sono all' interno delle parolacce.
(IL MODERATORE MI SA DI CENSURA, metoto usato dai regimi totalitari ed antidemocratici.)
a monixx
sei stato via per lavoro? seguo spesso il blog, ma non torno così indietro nei post: è targato luglio...
Bentornato.
Non amo la puzza di cacca di cavallo, non sono un nostalgico ecologista o appassionato esagerato di agriturismo. Uso il buon senso e so che lastricare una via del centro (solo alcune, mai finite, perchè i soldi li sprecano tutti nei primi cento metri...vedi Frera, corso Matteotti eccetera....) è bello anche esteticamente ma deve essere funzionale anche.
Sai che i funerai non transitano più (e questo potrebbe andare bene) per via Cavour perchè si fa fatica a camminare a piedi sulla cosiddetta 'rizzata'? Hanno cambiato il giro dei funerali NON per intelligenti motivazioni di traffico, ma perchè idiotamente è stata posta nel Duemila la rizzata (con ciotoli tutti ugali e lisciati e non con quei bei ciotoli di fiume QUASI uguali: una cosa oscena per chi conosce l'arte e non la puzza dei cavalli)...
E poi io abito nel centro storico e se le auto si fermano a motore acceso mi rompo le palle per la puzza di benzina. Conosco di vivere nel 2009: ma cerco di limitarne gli inutili effetti di chi non ha sensibilità per l'ambiente e la vita! Quindi le baggianate sono tue, che non sai approfondire...ciao ....
Leggiti anche (è un post successivo) quanto scritto da una portatore di handicap per le difficoltà a muoversi in carrozzella nel parcheggio (dietro la chiesa santo Stefano) pavimentato a rizzata!
nell'europa dell'est facci pure un giro tu....io l'ho fatto in tempi lontani, perchè conosco molto bene il mondo!
Caro Alpino, vedi la storia del disabile in carrozzella, ecco quella è una motivazione valida sicuramente, ma dov'era l' opposizione quando è stato approntato il progetto?
Io non conosco nei dettagli e non ti rispondo con la conoscenza di tutto l'operato del comune e dell' opposizione nel tempo...
Ma una cosa te la dico la puzza di benzina, il rumore, il funerale non è una motivazione valida, appellarsi all'arte, nemmeno perchè i gusti sono SOGGETTIVI.
Sulla funzionalità e i disagi che crea quel tipo di pavimentazione, è inutile appellarsi ora, dopo che è stata fatta, chi di dovere avrebbe dovuto con FORZA e con motivazioni valide picchiare i piedi PRIMA.
Posta un commento