sabato 2 gennaio 2010

Buon Anno! E che arrivi una buona legge sulla cittadinanza!

Cittadinanza, il ddl è arrivato alla Camera.
"Mamma, arrivano i turchi!"
Lega sfasciacarrozze!

Riceviamo e pubblichiamo
E' iniziata a Montecitorio la discussione generale sul disegno di legge sulla cittadinanza. Un tema delicato che vede la maggioranza profondamente divisa e la Lega che fa subito la voce grossa.
Nella sostanza, il testo mantiene invariate le norme vigenti e anzi le rende in parte più restrittive. Gli immigrati dovranno risiedere regolarmente per almeno dieci anni in Italia prima di poter ottenere il passaporto italiano. Dopo 8 anni si dovrà fare domanda di frequenza a corsi obbligatori di storia e cultura italiana ed europea, di educazione civica e sulla Costituzione.
Oltre al corso lo straniero deve dimostrare un buon grado di integrazione sociale e il rispetto "anche in ambito familiare" delle leggi italiane. Nessuna novità è prevista per i loro figli anche se nati e cresciuti in Italia: il ddl prevede infatti che, così come avviene oggi, possano chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni.

Sullo sfondo del dibattito si staglia la posizione di Gianfranco Fini. ''Il diritto a diventare cittadini italiani di uno straniero non può essere negato a priori. Oggi - ha detto Fini - occorre un decennio di permanenza nel nostro Paese e una serie di requisiti burocratici amministrativi. Questo è un modo vecchio di concedere la cittadinanza, perché crea dei soggetti passivi. Dobbiamo passare a un nuovo criterio, quello della cittadinanza attiva, richiesta dagli interessati e sottoposta a una serie di verifiche circa la loro volontà e la loro attitudine a diventare cittadini italiani, verificandone in primo luogo la conoscenza della lingua e dei nostri diritti civili''.
"La partecipazione al voto amministrativo è una forma di integrazione. Attenzione però - ha ammonito Fini rivolgendosi ai tanti stranieri presenti in sala - a non pensare di partecipare con liste di tipo etnico. Si riproporrebbe un modello che è già fallito altrove".

E per chi agita inutili spettri, ignoranti spettri, Fini ha aggiunto: "Come si fa a dire che votano tutti a sinistra? Come si fa ad esprimersi in questo modo? Voterete per chi vorrete e per chi dice delle cose che voi condividete". "Un cittadino straniero - ha sottolineato Fini - ha diritto di candidarsi come sindaco e come consigliere comunale non in quanto magrebino ma in quanto straniero che vive in Italia e vuol diventare cittadino".

Nei giorni prima di Natale, alla Camera, è toccato a Italo Bocchino dire che "innalzare dighe non basta a risolvere il problema. Serve un nuovo modello di cittadinanza che comunque non faccia venir meno i controlli". Quello della commissione è un buon testo, "ma non sarà quello definitivo. Sono convinto che vi si registrerà una convergenza, noi siamo pronti al dialogo". Con l'opposizione, quindi.

Il finiano Fabio Granata, firmatario della proposta bipartisan bloccata in commissione: "Ci sono tempi troppo lunghi per la concessione della cittadinanza perche' dieci anni diventano sempre 13 o 15. I diritti politici e civili legati alla cittadinanza diventano così obiettivi ritenuti quasi irragiungibili da parte di molti immigrati''.

La Lega, invece, non vuol sentire parlare di cittadinanza ‘agevolata’ agli stranieri: "Non abbiamo bisogno di attirare immigrazione, ma di gestire il fenomeno stringendo le maglie. Non possiamo mandare messaggi sbagliati. La cittadinanza facile sarebbe una grande calamita che attirerebbe immigrati che non possiamo ricevere" tuona il capogruppo del Carroccio, Roberto Cota.
E questo sarebbe l’uomo che il PdL vorrebbe sostenere quale governatore del Piemonte!
Noi di Unione Italiana non abbiamo ‘pre-giudizi’, ma siamo ‘giudiziosi’ e ‘razionali’.
Soprattutto abbiamo il senso della storia e di come vanno le tendenze, che per parafrasare J. Naisbitt vanno – come i cavalli – cavalcate nel senso in cui vanno! Siamo veramente arcistufi di ascoltare simili ‘baggianate’ da bar, alle quali non possono (se usano la testa) credere neppure coloro che le evocano.
Come si fa ad essere così contro la storia?
Come si fa a non voler capire che la strada è quella della integrazione e non della repulsione?
Per puro calcolo elettorale si continua a parlare alla pancia e non alla testa della gente. La pancia si gonfierà a tale punto che prima o poi si ragionerà con ... i peti! Scusate la ‘volgarità’, ma ogni tanto serve per far capire.

Intelligentemente Gianfrano Librandi, fondatore di Unione Italiana, continua a sottolineare quanto importante sia sotto il profilo socio economico o anche solamente sociologico la attenzione al mondo degli immigrati. E lo ha fatto utilizzando dati, numeri, non parole.
Ripercorriamo alcuni passi del suo ragionamento..

Riguardo agli extracomunitari, ci sono studi precisi che dimostrano che entro il 2050 africani, cinesi, asiatici e stranieri provenienti dall’Est, che oggi corrispondono al 5,8% della popolazione italiana, potrebbero aumentare, nonostante tutte le leggi e le regole volute dal nostro governo, fino al 30% (secondo i trend dei dati Istat).



Questo significa che non saranno più una minoranza, ma rappresenteranno una forza importante. 

Per capire meglio, basta guardare quello che sta accadendo oltre i nostri confini. In Svizzera il 20,8% della popolazione è rappresentata da stranieri, in Austria il 10,1%, in Germania l’8,2% (dati Ocse 2007). 

Non solo.

Se gli extracomunitari andranno avanti (come stanno facendo) ad aprire piccole attività in proprio (edili, artigiane, nel settore della ristorazione…) a breve entreranno a far parte della classe benestante. Questo per dimostrare che "sono una realtà con la quale sarebbe opportuno integrarci e non scontrarci". 



In tema di sicurezza la Lega, organizzando ronde e militarizzando le città, invia messaggi sbagliati. Dobbiamo aprire, invece, tavoli di concertazione in ogni città con gli stranieri, saranno loro ad aiutarci a risolvere il problema della sicurezza nella parte che li riguarda, fornendo consigli molto utili. A noi rimarranno i nostri delinquenti. 

Nei loro Paesi questo problema non esiste perché chi non si attiene alle leggi vigenti viene isolato e punito severamente.


“Dobbiamo evitare i simboli di identificazione e isolamento, che servono solo a mantenere al potere qualche centinaio di dirigenti arroganti che curano soprattutto i propri interessi e non certo quelli dell’Italia, dobbiamo dialogare con tutte le forze che compongono e comporranno la nostra Italia. Non possiamo evitare che i nostri figli siedano a scuola accanto a senegalesi, tunisini, marocchini e cinesi, quindi dobbiamo usare altri sistemi per raggiungere il massimo del risultato: far rispettare le nostre regole, le nostre leggi, la nostra religione e la nostra cultura. Loro avranno in cambio rispetto, amicizia e una graduale integrazione".

"Abbiamo realmente bisogno degli extracomunitari. Se, per assurdo, oggi li mandassimo a casa tutti, si fermerebbe l’Italia”. Gli extracomunitari, quelli in regola naturalmente, ci stanno aiutando a pagare le pensioni e le spese sociali.
Abbiamo bisogno di loro perché ci forniscono quell’energia che a noi scarseggia a causa della crisi demografica. 



Librandi, da imprenditore, aggiunge alcune considerazioni sull’argomento Turchia, un Paese nel quale attualmente vivono nei dintorni della capitale Ankara discendenti di alcune tribù celtiche, e che ha quindi le stesse origini che vantano le camicie verdi. 

Forse non tutti i leghisti sanno che la Turchia da anni è già nella comunità europea, almeno dal punto di vista delle regole doganali e fiscali. I numerosi accordi per favorire gli scambi, firmati dalla Turchia con gli organismi internazionali e regionali quali il WTO, l'Accordo Doganale Unione Europea e il Black Sea Economic Cooperation Scheme, hanno consentito a questo Paese di raggiungere un posto di primaria importanza nel commercio mondiale. 

Le industrie turche possono operare sul mercato europeo senza dogana, mentre sui prodotti del vecchio Continente che vengono importati, i turchi pagano importanti tasse doganali.

Così le nostre merci non sono più concorrenziali, tenendo conto anche del fatto che la manodopera in Turchia è molto più economica che in Europa. 

Un esempio su tutti – continua Librandi - è la posizione dominante di questo Paese nel settore degli apparecchi televisivi, a danno di storiche aziende italiane quali Mivar, Brionvega, Seleco, Formenti e Sinudyne, che hanno dovuto chiudere o ridurre drasticamente il personale". 


"Tutto questo per dire che, mentre la Lega fa la guerra ai turchi, loro sono già qui. Ecco perché dovremmo attivarci per conquistare i loro mercati e far lavorare le nostre aziende. Si tratta di uno Stato moderato, unico Paese arabo al mondo a essere membro della NATO, a essere una democrazia liberale e ad avere rapporti normali con Israele”.
(da Unione Italiana)

1 commento:

congiuntivo imperfetto ha detto...

MA SE Bossi e Borghezio "sarebbero" sottoposti allo stesso esame "fossero" in grado di superarlo??