giovedì 11 dicembre 2008

Siate cavalieri, spalate i marciapiedi!

Le donne usano le scarpe da neve,
non solo i tacchi

Il pezzo che proponiamo, è molto bello ed equilibrato. Possibile che quando si usa lo spazzaneve, si debba abbandonare la neve sui marciapiedi? Perché non vengono in parallelo puliti?

Carissima AltraTradate,
mi ha un po' sorpreso vedere che sul blog non sia ancora stato scritto nulla a proposito della "situazione neve", come invece era capitato la volta scorsa. Mi rendo però conto che lo sforzo di chi cerca di migliorare Tradate - dando voce a chi, come me, si ritrova ad essere fuori dal coro - non possa essere sempre e costantemente rivolto a questo blog, che sicuramente non gli dà da mangiare. Il motivo per cui sono rimasta tanto dispiaciuta dalla mancanza di vostre impressioni e notizie è che ieri sera, tornata da una giornata devastante, non ho potuto nemmeno sfogare su queste pagine il mio disappunto. 
Ieri mattina, quando alle sei e mezza ho guardato fuori dalla finestra, ho visto ciò che mi aspettavo: un paesaggio da strenne natalizie e babbi natali. Del resto erano giorni che il buon Furia e compagni minacciavano la neve copiosa. La neve è arrivata. A Varese sono stati approntati gli spazzaneve, è stata allertata la Protezione civile. A Malpensa ci sarebbero stati qualcosa come 700 addetti e 200 mezzi anti-neve, numero più numero meno, per il de-icing e la manutenzione delle piste. Persino le Ferrovie Nord sembravano andare, e le strade erano ben percorribili. Tutto sembrava mettersi per il meglio, quando ho capito che il vero problema non sarebbe stato andare a Milano, dove strade e marciapiedi erano perfetti già poche ore dopo la nevicata, non prendere un treno o un aereo, non andare a fare shopping nella Varese natalizia. No! Il vero problema, quel giorno, sarebbe stato fare i conti con la città in cui vivo per cercare di andare a lavorare. 
Lo ammetto, sono una donna. E ammetto anche che, come tutte le donne, non sfuggo talvolta al vezzo di vestirmi "da donna" anche in situazioni che presupporrebbero l'uso della tuta da meccanico. Ma pur essendo donna, certo non sono stupida! Quindi non si dica che quanto sto per affermare è colpa dei tacchi delle mie decolleté, perché io ieri indossavo un piumino che manco Messner e un paio di scarponcini da neve antiscivolo di quelli che si usano in montagna quando vai sulla neve a sciare, da mettere al rifugio mentre mangi polenta e zola
Dunque dicevo esco di casa, per andare come di consueto a fare le mie commissioni e poi a prendere il treno. Decido di non prendere la macchina, nonostante la pioggia, perché ho immaginato che con il cattivo tempo e la neve avrei faticato a trovare parcheggio: quindi, per fare prima!, ho deciso di andare a piedi, in modo da andare poi direttamente alla stazione.
Sul mio cammino ho dovuto, non necessariamente in questo ordine:
- percorrere marciapiedi completamente lordati di neve, che si è trasformata in fanghiglia mista a ghiaccio pericolosissima quando poi ha iniziato a cadere la pioggia mista a neve;
- percorrere marciapiedi ricolmi di neve, non solo davanti a case private, anche di fronte a luoghi che - forse per ignoranza? - reputo pubblici: per fare venti metri si era costretti o a rischiare l'osso sacro se non di peggio per non scivolare/bagnarsi in modo sconveniente a passare poi un'intera giornata fuori di casa senza rischiare una broncopolmonite;
- scendere a questo punto in strada (che era sgombra dalla neve e dal ghiaccio) per proseguire, sempre a piedi a piedi: e pur stando ben attenta a farmi evitare dalle macchine ho rischiato anche lì ben peggio dell'osso sacro;
- circumnavigare la stazione delle Nord, peggio di Magellano, perché: 1) l'entrata principale era troppo lontana ed io ormai ero talmente stanca che volevo solo sedermi in mezzo alla strada e piangere; e sono d'accordo che avrei pianto per poco, visto che da lì a poco sarei stata sicuramente investita da qualche macchina che percorreva benissimo la strada ben pulita; 2) l'entrata laterale in prossimità del sottopasso sembrava l'equivalente della deriva dei ghiacci nell'Era Glaciale; non ho avuto il coraggio di guardare a fondo, ma sono certa che ad un occhio più attento non sarebbero sfuggiti Sid Il Bradipo e i Mammuth; 3) l'entrata laterale che dà su corso Bernacchi, quella SOLO PEDONALE, di pedonale aveva ben poco, visto che per raggiungerla ho dovuto con ordine: camminare in mezzo alla strada perché i marciapiedi erano ancora pieni di neve; quando ho tentato di passare dalla strada al marciapiede, in un punto che mi sembrava più congeniale, ho rischiato di sprofondare in una pozza di acqua che sarà stata lunga quattro o cinque metri (ma non sono brava con le misure ad occhio - sono una DONNA!! - e sicuramente avrebbero potuto essere di più!): la neve si stava sciogliendo per la pioggia, e un lato della fine di corso Bernacchi era completamente allagato, ma perché in fondo non farci mancare il tocco romantico di un pezzo di Venezia sommersa anche a Tradate!
Tutto questo l'ho fatto: con la borsa (sono una donna, ma ottimizzo: nella borsetta "allargata" porto anche il pc che uso per lavoro e i libri) da una parte e con l'ombrello (grande, pioveva troppo) dall'altra, al freddo, mezzo stordita dalla stanchezza nonostante la giornata fosse appena cominciata e mi aspettasse ancora una giornata di lavoro. 
E alla sera non è andata meglio, visto che mi sono goduta un ritorno a casa degno di Pattini d'argento: per arrivare alla mia abitazione ho dovuto improvvisare evoluzioni sui marciapiedi completamente ricoperti da un lastrone di ghiaccio-misto-schifo-misto-neve gelata, tanto che chi mi vedeva poteva pensare che io dovessi concorrere alle prossime Olimpiadi assieme a Carolina Kostner.
Dal canto mio per un attimo ho solo pensato avessero spostato la pista di ghiaccio da piazza Mazzini e l'avessero estesa a tutte le più grandi arterie della città, tanto che mi aspettavo anche le lucine colorate, la banda, perché no gli omini dello zucchero filato e un'orda di bimbi felici e pattinanti sotto lo sguardo inorgoglito delle mamme. 
E' bastato però un momento per tornare alla dura realtà anche perché, parlando lungo la strada e durante il giorno con altri "sventurati" come me, ho scoperto che tante donne, ragazze, signore anziane, casalinghe più o meno disperate si sono ritrovate ieri a fare i conti con una situazione pedonale DISASTROSA, mentre scendevano sotto casa a far la spesa, portavano i bimbi a scuola o andavano dal dottore, in una città come Tradate che - si è letto ovunque sui giornali - dovrebbe avere un centro prevalentemente pedonale. Lasciate le macchine fuori dal centro! Fatevi una passeggiata! Facile parlare: e capisco che ieri fosse una situazione di emergenza, ma non è certo la prima volta che a Tradate nevica e la gente si rompe qualche osso scivolando. La neve non deve essere vista, in un paese dove nevica SEMPRE da che ho memoria, come una cosa straordinaria: capirei se ne fosse caduta un metro ma io credo, senza sapere né leggere né scrivere, che se ieri la situazione fosse stata gestita diversamente non ci sarebbero stati problemi di sorta, né per le macchine, come mi sembra sia stato, né per i poveri pedoni, che più spesso di quanto si creda non sono pedoni per scelta, ma per necessità e buonsenso. E non oso pensare come possa essersi sentito qualcuno che - non so! - fosse costretto ad usare le stampelle perché è stato operato ad un ginocchio oppure, cosa ben ma ben più grave, una persona disabile. Ieri, da quanto ho visto io, un disabile che avesse voluto uscire senza altri mezzi, in autonomia completa, doveva rinunciare e starsene a casa. E punto, non aveva altre possibilità di scelta.
La situazione già di per sé precaria per enne motivi, imputabili al tempo e anche a noi cittadini (la neve e poi la pioggia che hanno continuato a cadere, la temperatura che si è bruscamente abbassata e anche - diciamolo! - qualcuno che non ha troppo pulito la propria zona di competenza) è stata sicuramente aggravata dal fatto che nessuno ha pensato a spargere un po' di sale, almeno nei punti più pericolosi, ma soprattutto agli spazzaneve che hanno tolto sì la neve dalle strade che infatti erano tranquillamente percorribili (in macchina!), ma hanno buttato tutto quanto sui marciapiedi. 
E il fatto che siano state tante signore, a farne le spese, seguite dai pendolari e da qualche coraggioso munito di dopo-sci, la dice lunga sul fatto che coloro che si azzardano ad uscire in macchina con un tempo da lupi come quello di ieri mattina siano soprattutto uomini, seguiti da un pugno di donne coraggiose e brave alla guida, che dopo la mia pedonale esperienza mistica di ieri avranno per sempre la mia più devota ammirazione.
Vi saluto tutti quanti, sperando che la vostra giornata sia stata meno campale (La Notte)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Far un commento sul problema neve a Tradate è come voler sparare alla croce rossa,tutti ben conosciamo il quoziente intellettivo dei nostri amministratori e delle loro incapacità organizzative,sarà molto istruttivo visionare quello che succederà dopo qualche nevicata nei dintorni della futura area fornace,già oggi pensandoci mi scappa da ridere.

Fatevi forza gente,Tradate purtroppo è sotto gli occhi di tutti tra qualche anno prima di fare le crocette sulle schede elettorali MEDITATE !

PISTONE
colin.1967@hotmail.it